Power Rangers Recensione: il Breakfast Club dei supereroi

Un po' cinecomic, un po' teen movie, la nuova generazione di Power Rangers è approdata al cinema per la regia di Dean Israelite, ecco la nostra recensione.

Power Rangers Recensione: il Breakfast Club dei supereroi
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L'aggettivo "tenero" associato a un film d'azione forse non è quello più adatto per spronare gli amanti di questo genere di film a recarsi al cinema, eppure è davvero il più consono per descrivere la pellicola di Dean Israelite dedicata ai Power Rangers, gli iconici supereroi protagonisti di tantissime serie televisive e di già ben due lungometraggi in live-action. Abituati come siamo ormai a vedere superuomini nascere tali o diventarlo - in fin dei conti - senza troppa fatica, ritrovarci davanti a un gruppo di ragazzi che invece deve lavorare seriamente, tanto sul proprio corpo quanto sulla propria anima, per ottenere l'onere e l'onore di poter indossare un costume da supereroe, smuove dentro lo spettatore un sentimento di inedita dolcezza.

Come in un Breakfast Club

A differenza dei cinecomic, specialmente quelli targati Marvel, che puntano a un target di pubblico davvero ampio, i Power Rangers da sempre sono dei supereroi nati per diventare beniamini dei teenager e tale caratteristica è forte anche in questa nuova pellicola che, soprattutto nell'incipit, ricorda esplicitamente uno dei teen movie più belli di sempre, Breakfast Club. Esattamente come i protagonisti del cult anni '80 di John Hughes, anche i nuovi rangers sono un gruppo di liceali problematici, costretti a passare i loro pomeriggi a scuola e destinati ad unirsi proprio in virtù della loro "diversità". In particolare, il bislacco gruppo di (anti)eroi vanta tra i suoi membri Jason (Dacre Montgomery), un ex campione di football la cui carriera si è conclusa con disonore; Kimberly (Naomi Scott), reginetta della scuola la cui popolarità è stata minata da un orribile segreto; Billy (RJ Cyler), un ragazzo geniale ma che ha gravi difficoltà a socializzare con il prossimo; Trini (Becky G.), solitaria per scelta che ovunque vada porta con sé il peso di essere la nuova arrivata e Zack (Ludi Lin), il duro dal cuore tenero che nasconde dietro la sua scorza il dolore per una situazione familiare affatto facile. Sono questi 5 ragazzi "qualunque" che - affatto casualmente - il Destino sceglierà per diventate la nuova generazione di Power Rangers davanti agli occhi increduli di Zordon (Bryan Cranston) che insegnerà loro i trucchi del mestiere e, insieme all'irresistibile Alpha 5, li renderà degni di affrontare la perfida Rita Repulsa (Elizabeth Banks).

Un cinecomic d'altri tempi

Se da una parte è davvero splendido godersi il modo in cui cinque sconosciuti riescono a diventare una squadra in un racconto di formazione corale e per questo di matrice anche fortemente pedagogica, dall'altro lato il film di Dean Israelite pecca d'estetica, specialmente sul finale. Per quasi tutto il lungometraggio, infatti, gli effetti speciali riescono ad ammaliare lo spettatore che comunque è "distratto" dalle vicende dei protagonisti e da un sentimento di pura nostalgia, ma purtroppo è nello scontro risolutivo, dove l'azione e ciò che la circonda per ovvi motivi diventa di fondamentale importanza, il lungometraggio rasenta il ridicolo, riportando indietro nel tempo il pubblico alle raffazzonate scene di lotta della serie tv anni '90. E davanti a questa sensazione di improvviso e non richiesto ritorno al passato nulla può neanche la celestiale visione del robottone MegaZord. Sarebbe bello ammettere che in fondo la "confezione" non è importante, ma la verità è che ormai siamo abituati fin troppo bene, talmente bene che alla fine ai nostri occhi viziati il nuovo live-action dei Power Rangers sembra un prodotto più adatto al mercato direct-to-video o alla distribuzione su piattaforme on demand che non al pretenzioso pubblico da grande schermo.

Power Rangers La ventata di aria fresca e di nostalgia che il film di Dean Israelita porta all'interno del mondo dei cinecomic, fatto ormai di superuomini più che di meritevoli supereroi, sicuramente sarà apprezzata dal pubblico che, di contro, verrà al contempo deluso dall'estetica di questa nuova versione cinematografica dei Power Rangers. La pellicola, infatti, non è in grado di competere con le boriose scene action dei blockbuster delle major a cui ormai, volenti o nolenti, siamo abituati. Ed è per questo che questo teen drama di supereroistica matrice - nonostante gli ottimi propositi amarcord - risulta essere un prodotto decisamente più adatto al mercato direct-to-video o on demand che a quello cinematografico.

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