Recensione Pinuccio Lovero - Yes I Can

Torna al cinema il becchino per vocazione Pinuccio Lovero e le sue storie così surreali da sembrar finzione

Recensione Pinuccio Lovero - Yes I Can
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Pinuccio Lovero aveva solo 17 anni quando comprese di voler fare il becchino, o meglio, il custode cimiteriale. Una lunga attesa e poi finalmente il suo sogno sembra diventare realtà. Lovero viene infatti assunto presso il cimitero della piccola frazione di Mariotto (in provincia di Bari). Un'assunzione che è subito vista dagli abitanti del paese come provvidenziale, in quanto dal giorno in cui Pinuccio Lovero farà il suo ingresso nel cimitero di Mariotto, i decessi s'interomperanno, almeno per tutto l'anno successivo. La vocazione cimiteriale di Lovero sembra dunque di buon auspicio per gli abitanti di Mariotto e così la sua bizzarra, singolare storia diviene oggetto di un curioso documentario, intitolato Sogno di una morte di mezza estate e diretto dal regista pugliese Pippo Mezzapesa. Dall'incoraggiante successo di quel documentario, passato anche a Venezia con lo slogan "riporterò la morte a Venezia", Pinuccio Lovero diventa ben presto un personaggio d'interesse pubblico, simbolo di sognatore estremo capace di rendere affascinante un lavoro ritenuto per lo più macabro o poco invidiabile. Dal cinema alle ospitate in TV (verrà intervistato perfino da un incredulo Bonolis a Il senso della vita) Pinuccio Lovero comincerà così a saggiare il gusto della notorietà, e (sempre profondamente devoto alla sua missione di custode cimiteriale - che nel frattempo svolge presso il più grande e ‘indaffarato' camposanto di Bitonto al quale è stato 'promosso') deciderà di spendere quella piccola popolarità ottenuta per candidarsi alle elezioni comunali di Bitonto nella speranza di curare al meglio gli interessi dei suo cari ‘trapassati'. Il suo programma squisitamente cimiteriale (più ‘oculi', più ossari, più verde, più fontane) inclusivo degli slogan "più pulizia al cimitero, vota Pinuccio Lovero" e "Pensa al tuo domani!" e pubblicizzato per le vie della città a mezzo di carro funebre e megafono, non sortirà però i risultati sperati. Lovero tornerà dunque alle sue quotidiane mansioni di custode, deluso dal fatto di non potersi adoperare ulteriormente per il suo lavoro. Eppure, come farà presente Vendola in un incontro epifanico post-elezioni, quei pochi voti ottenuti tra i vivi rappresentano forse la minima parte di un consenso molto più vasto (ma silente) ottenuto da Lovero nel mondo dei morti.

La politica della morte

Pippo Mezzapesa riporta al cinema la storia (vera e surreale) del becchino per vocazione Pinuccio Lovero. In questo secondo capitolo assistiamo alla (reale) campagna elettorale messa in piedi da Lovero e dai suoi amici, in una parabola grottesca e surreale che fa dell'ideale del volere/potere applicato al singolo (Yes I Can) il suo indiscutibile traino. Una campagna sostanzialmente ridicola sotto tutti i punti di vista eppure fondata su una tale genuinità di spirito e intenzioni da far apparire Lovero, all'interno di una carrellata di candidati assai improbabili e fittizi, quasi come un'opzione saggia, la scelta di chi crede davvero in qualcosa. Quasi antitesi di Checco Zalone (che Lovero ammira pur rappresentandone inconsciamente la grottesca fonte d'ispirazione) Pinuccio Lovero Yes I Can sgrana la semplicità di una vita di provincia ancora fortemente legata alla tradizione e ai credo religiosi, così come anche alla sacralità dei legami. C'è qualcosa di tenero e affascinante nel ritratto nostalgico di un uomo combattuto tra piccoli sogni (fare il custode cimiteriale) e i grandi ideali societari (vincere le elezioni per ‘migliorare' le sorti del proprio luogo di lavoro e, dunque, Paese). E nella diffusa mancanza di cultura, intesa come sostanziale vuoto di idee, ideali, e sensibilità che respira oggi il nostro Paese soprattutto nella sfera politica e sociale, si fanno avanti con sempre maggiore determinazione esempi di un cambiamento nato dal basso, là dove un ideale (fosse anche sgrammaticato o estremamente semplificato nella frase ‘più oculi') rappresenti davvero qualcosa in cui credere e non qualcosa in cui far credere (slealmente) il prossimo.

Pinuccio Lovero - Yes I Can Il becchino per vocazione Pinuccio Lovero torna al cinema con Pinuccio Lovero - Yes I Can, documentario sulla sua stravagante campagna elettorale a tema 'mortuario' alle elezioni comunali di Bitonto. Un personaggio bizzarro ed estremamente reale al quale è difficile non affezionarsi, perché in tempi di miscredenza e perdita di fiducia verso il prossimo, verso il mondo in generale, Pinuccio Lovero rappresenta (con tutti i suoi limiti e i suoi paradossi) l’esempio di qualcuno che creda realmente in qualcosa (fosse anche un po’ più di spazio o di fiori per chi è già passato a miglior vita).

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