C'è un accostamento che ricorre nel documentario di Ron Howard dedicato a Luciano Pavarotti che riprende altre citazioni che illustri critici e artisti hanno assegnato all'immenso talento del tenore italiano. Bono Vox, grande amico del cantante, racconta di come la sua domestica italiana, Theresa, annunciasse le sue chiamate nella villa del leader degli U2, con l'appellativo di Dio.
"C'è Dio al telefono" affermava Theresa, Bono a quel punto sapeva che il più grande tenore al mondo non avrebbe mollato la presa. Pavarotti voleva una canzone da lui.
Il re della lirica impegnato a persuadere un'icona del pop rock contemporaneo. La determinazione e l'umanità con la quale Pavarotti portò avanti la sua richiesta fu talmente umile e carismatica che gli U2 cantarono a Modena, città natale del tenore e palcoscenico sul quale sfilarono i cosiddetti "amici" di Pavarotti nell'ambito dello show musicale Pavarotti & Friends.
Partiamo proprio da questo punto per raccontare il percorso documentaristico intrapreso dal regista Premio Oscar Ron Howard, per approfondire meglio la figura di Luciano Pavarotti.
L'ascesa sulle orme di papà
Iniziamo subito dal contesto familiare. Protagonista dei più grandi palcoscenici operistici di tutto il mondo, Luciano Pavarotti era prima di tutto figlio della provincia emiliana, dall'animo contadino e dalle origini musicali per tradizione. Pavarotti nasce in un contesto musicale proprio grazie al padre Fernando, fornaio e tenore di grande talento - a detta di Luciano - ma dallo scarso successo.
Dapprima insegnante elementare, Pavarotti coltiva le sue incredibili doti naturali e nel giro di qualche anno si afferma come uno dei più importanti tenori dell'opera lirica mondiale.
Ron Howard si appoggia totalmente al supporto della famiglia - con gli interventi delle figlie, dell'ex moglie Adua Veroni e della sua ultima moglie, Carlotta Mantovani - e decide di raccontare anche l'uomo oltre all'artista. In parallelo viene percorso il doppio binario dell'ascesa artistica e della vita privata, che Pavarotti vive sempre con il suo immancabile sorriso e con la sua proverbiale positività.
Classico ma efficace
Ron Howard si avvicina a Luciano Pavarotti con il giusto equilibrio. Da un lato rimarca l'immagine pop di Luciano Pavarotti in tutto il mondo, entrato ormai nell'immaginario collettivo ben al di là del suo percorso operistico. Dall'altro evita sensazionalismi inutili e riesce a fare un passo indietro, a porsi in disparte riguardo alla figura del cantante, senza caricarla d'inutile enfasi, lasciando che sia la stessa voce del tenore, con la sua magnificente chiarezza, a raccontare la storia - assieme alla musica.
Immagini di repertorio alternate a interviste a parenti e amici, la forma del documentario di Ron Howard non aggiunge nulla d'innovativo al genere ma è l'efficacia con la quale il regista costruisce la narrazione intorno a Pavarotti a costituire una delle peculiarità principali del film.
Evitare le celebrazioni
I maggiori punti di forza del documentario risiedono nelle scelte di Ron Howard. Cosa raccontare di Pavarotti? Quale aspetto rimarcare della sua vita e della sua carriera?
Semplicemente celebrare un personaggio di questo calibro sarebbe stato piuttosto semplice. Howard lascia che invece siano gli stessi "attori co-protagonisti" della sua vita a raccontare l'artista e l'uomo Pavarotti, senza disdegnare le contraddizioni e i momenti difficili.
Senza omettere anche quei passaggi difficili e critici della sua esistenza; in particolare i periodi che lo videro nell'occhio del ciclone per il suo legame con la musica pop, quando venne accusato di svilire il canto lirico, volgarizzandolo.
E quando divorziò dalla moglie, Adua Veroni, per legarsi sentimentalmente a Carlotta Mantovani, trentaquattro anni in meno di Pavarotti.
Mescolando aneddoti di amici illustri, parole rubate a video familiari dello stesso Pavarotti ed estratti di alcune sue performance - tra cui le emozionanti esibizioni con i Tre Tenori -, sia all'inizio che negli ultimi anni della carriera, Ron Howard trova una valida soluzione per rapportarsi alla sua figura.
Difficile non emozionarsi per la molteplicità degli argomenti trattati - che siano le vicissitudini familiari o i suoi impegni di beneficenza - o semplicemente per la voce straordinaria di uno dei più grandi artisti italiani di tutti i tempi.
Ottimo documentario di Ron Howard sulla vita e la carriera del grande tenore Luciano Pavarotti. Alternando aneddoti familiari e concerti sui palcoscenici più importanti del mondo, fra virtù e contraddizioni dell'artista, Howard concentra in meno di due ore un emozionante omaggio che colpirà al cuore i fan ma appassionerà anche i profani, ricordando per l'ennesima volta lo spessore iconico del cantante e ciò che ancora oggi lo colloca nell'immaginario popolare di tutto il mondo.