Pandora, la recensione dello spettacolare disaster movie coreano

Una centrale nucleare, nei pressi di una piccola cittadina, viene danneggiata da un devastante terremoto in Pandora, spettacolare blockbuster coreano.

Pandora, la recensione dello spettacolare disaster movie coreano
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Prima produzione coreana a debuttare in esclusiva su Netflix per la distribuzione mondiale, con l'uscita al cinema soltanto in patria (dove ha ottenuto un ottimo successo ai botteghini), Pandora si inserisce nel sempre più copioso filone dei disaster-movie partoriti dal 2000 in poi dal Paese asiatico, spesso con ottimi risultati qualitativi. Il quarto film del regista Park Jung-Woo, anche autore della sceneggiatura, lancia inoltre un messaggio sui potenziali pericoli legati all'energia nucleare, coniugando così impegno e intrattenimento in un costrutto pensato ad uso e misura del grande pubblico. La vicenda è ambientata in una piccola cittadina situata nei pressi di una centrale nucleare; dopo l'avvento di un catastrofico terremoto di oltre 6 gradi sulla scala Richter, uno dei settori della struttura è vittima di un incendio che rischia di compromettere l'intera centrale. Mentre il Primo Ministro cerca, per interessi economici, di nascondere la reale entità del danno al Presidente, Jae-Hyeok (operaio nella centrale) è preoccupato per le condizioni dei suoi famigliari, gestori di un piccolo ristorante locale. E la situazione si fa via via più grave con il passare delle ore...

Corsa contro il tempo

Il cinema coreano del nuovo millennio ha trovato nella gestione dei suoi blockbuster un efficace equilibrio tra il lato spettacolare e quello drammatico, e Pandora si inserisce perfettamente nella via solcata dai suoi precedessori. Un disaster movie che avvince e convince nella sua semplicità, capace di sfruttare gli stereotipi del filone in maniera intelligente dando al comparto emozionale uno slancio esagitato e coinvolgente: una retorica messa in atto con consapevolezza che sa toccare i tasti giusti per conquistare l'interesse del pubblico, concedendo solo all'enfatico finale un eccessivamente toccante tono ricattatorio. La narrazione ha il merito in primis di giostrare il numeroso gruppo di personaggi protagonisti, scandito dai tre blocchi centrali (il protagonista e i colleghi alla centrale, la fuga dei familiari e le stanze del potere del governo) che si alternano nelle due ore e rotti di visione, ed è soprattutto capace di espandere le sue svariate anime: dalla composta ironia della prima parte agli eccessi melanconici e strazianti dell'ultima mezzora, il film punta forte sulle gesta di eroismo e sacrificio trovando nei personaggi, anche secondari, vera e propria linfa per mantenere sempre costante la tensione. Gli ottimi effetti speciali, una componente action di supporto, con tanto di passaggio citante un classico come Speed (1994), strabordanti scene di massa con centinaia di persone ad affollare le strade di una nazione in preda al panico, le ottime interpretazioni di tutto il cast (nessuno escluso, caso raro) e il condivisibile messaggio per un energia e un mondo più sicuri rendono Pandora un prodotto solido e robusto che adopera i leit-motiv per regalare spettacolo ed emozioni in egual misura.

Pandora Una piccola cittadina coreana è costretta all'evacuazione improvvisa dopo che un devastante terremoto ha danneggiato la vicina centrale nucleare. In Pandora tutto và come deve andare ma questa parziale prevedibilità di fondo non è in questo caso un demerito: il regista Park Jung-Woo crea infatti una perfetta e oliata macchina spettacolare, emozionante oltremisura in più passaggi e adornata da un'ottima gestione di effetti speciali e sussulti action, popolata da bei personaggi (ottimamente interpretati dal cast) e con una narrazione melodrammatica che arriva diretta e senza filtri in faccia al pubblico. Il tutto, questione non da poco, mettendo come spauracchio scatenante l'utilizzo delle centrali nucleari.

7.5

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