L'Origine du Monde Recensione: una commedia Netflix leggera e intelligente

Su Netflix arriva il film di Laurent Lafitte: il comico francese dirige una commedia classica e leggera, resa divertente da una sana dose di impertinenza.

L'Origine du Monde Recensione: una commedia Netflix leggera e intelligente
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Cosa hanno in comune il più grande imperatore della storia e un derelitto qualsiasi, col corpo riverso sotto un ponte per proteggersi dalla pioggia? La stessa cosa che accomuna un contadino illetterato del medioevo a Fedör Dostoevskij, Papa Gregorio XIII al muratore greco che impreca dall'altra parte della strada. L'elemento che rende uguali tutti gli esseri umani, esempio basilare della democrazia e grande livella esistenziale al pari della morte, rispetto alla quale si trova agli antipodi. Il concetto che mette d'accordo teologi e materialisti, filosofi e pizzaioli, l'unica ed incontrovertibile verità su cui non possiamo discutere. L'assoluto corollario che Gustave Courbet ha dipinto con eleganza e sfacciataggine attraverso un'opera indimenticabile conservata al Museo d'Orsay, a Parigi: L'Origine du Monde.

Il primo lungometraggio diretto da Laurent Lafitte - disponibile in streaming insieme agli altri film di gennaio 2022 di Netflix - è una commedia brillante nella sua semplicità, che scorre via con grazia, facendo sorridere senza modificare le regole dell'umorismo. Una pellicola che si posiziona al centro della dicotomia cinema-teatro, ma che sa benissimo cosa vuole raccontare e come farlo. Il film Netflix rende onore alla sua discendenza francese, che sembra aver finalmente ritrovato la verve sagace che caratterizzava le commedie di un tempo.

Il morto che cammina

Jean-Louis (Laurent Lafitte) ha già superato i quarant'anni, è un avvocato di discreto successo ed è sposato con Valérie (Karin Viard), ma è profondamente infelice. Il suo malessere non si manifesta con l'ovvietà delle lacrime o con la disperazione evidente, ma è una sensazione strisciante che prosciuga la vitalità di ogni sua azione. Nemmeno l'attività sessuale riesce a ridestarlo, e la mancanza di piacere lo porta a farsi scomode domande sul genere destinatario delle sue voglie.

Un giorno qualsiasi, senza nessun evento particolare che potesse far presagire la tragedia, il cuore di Jean-Louis smette di battere. Un infarto immediato che lo lascia sconvolto e spaventato, ma assurdamente vivo e sano come sempre. Su consiglio di sua moglie Valérie, che vince lo scetticismo dell'uomo, i coniugi decidono di farlo visitare da Margaux (Nicole Garcia), una sorta di sciamana olistica in contatto con la grande spiritualità che governa il mondo.

La donna utilizza metodi che ben poco hanno di scientifico, ma in pochi minuti espone a Jean-Louis alcuni eventi del suo passato che egli non aveva rivelato a nessuno, nemmeno a sua moglie. Presa coscienza del potere di Margaux, l'uomo decide di seguire le indicazioni della santona: per far ripartire il cuore, Jean-Louis deve fotografare il sesso di sua madre entro tre giorni, altrimenti morirà.

La semplicità come pregio

La commedia è uno dei generi più importanti del cinema francese, se non il più importante in assoluto. Fin dagli albori della Settima Arte i nostri cugini d'oltralpe hanno meravigliato il mondo con film intelligenti e spiritosi, segnando il cammino per tutti coloro che volevano cimentarsi nella stessa categoria.

La loro sagacia sembrava però essersi smarrita, a cavallo tra gli anni '90 e i primi duemila, lasciando il passo alla corrente americana che attualmente detiene la posizione dominante. Per fortuna lo spirito commediante della Francia sembra essersi ridestato nell'ultimo periodo, e le pellicole hanno ripreso quota ottenendo consensi: Dany Boon ed Omar Sy hanno letteralmente sconvolto il genere di appartenenza - per rinfrescarvi la memoria recuperate la nostra recensione di Giù al Nord e la recensione di Quasi amici -, e L'Origine du Monde segue con orgoglio il rinnovato corso della commedia francese. Questa nuova voglia di divertire lo spettatore passa attraverso la semplicità e l'asciuttezza della scrittura: al bando gli equivoci e le volgarità, il ritrovato umorismo si basa su uno spirito quotidiano e comprensibile, suscitando risate con la situazione creatasi piuttosto che con la battuta vera e propria.

Dal palco allo schermo

Sarebbe ora che anche i commediografi italiani abbandonassero il pantano di mediocrità e qualunquismo che affossa le nostre pellicole - ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale, ma qui potete leggere la nostra recensione di Belli Ciao - ma forse siamo ancora troppo lontani da questa salvifica illuminazione. Il film diretto da Lafitte non è destinato a diventare un cult, perché è inficiato da alcuni difetti che ne tarpano le ali, ma è sicuramente un'opera godibile nella sua leggerezza. Presentata in concorso al Festival di Cannes nel 2020, l'opera riesce a divertire con la sua comicità discreta e con un pizzico di giusta impertinenza, elemento immancabile quando la trama gira intorno alle parti intime di una signora di 80 anni.

La messinscena prende in prestito dal teatro gran parte della sua essenza - non a caso il film è tratto da una pièce teatrale, scritta da Sébastien Thiéry-, dall'immobilismo dello scenario alla fisicità degli attori che devono "riempire" lo schermo, e da questo punto di vista il lavoro di Lafitte risulta degno di nota. Per assecondare le origini da palcoscenico, la camera è quasi sempre fissa e abbraccia l'intera scena, mentre un montaggio intelligente sa benissimo quando tagliare seguendo le reazioni dei protagonisti nello svolgersi degli eventi.

Lontano dalla perfezione

Come già detto in precedenza, L'Origine du Monde non è però un film perfetto, nonostante gli ottimi spunti descritti. La stessa Netflix dimostra di credere poco nell'opera di Lafitte, dato che la rende disponibile solo in lingua originale, mentre i sottotitoli italiani riportano qualche errore di battitura oltre all'ovvio "lost in translation" dell'umorismo.

L'essenziale, che è il vessillo di questa nuova comicità francese, tocca purtroppo alcuni elementi di trama che avrebbero meritato maggior cura e profondità. Il malessere emotivo di Jean-Louis non viene scandagliato fino in fondo, la sceneggiatura lo usa come mero pretesto per inscenare la caccia alla foto sconcia della madre. Allo stesso modo non vengono approfonditi i temi dell'amore e dell'orientamento sessuale: presentati nei primi minuti della pellicola, ma abbandonati troppo presto, sembravano in grado di aggiungere lo spunto perspicace che avrebbe elevato la sceneggiatura verso mete memorabili.

Purtroppo si è scelto di non rischiare, tagliando fuori argomenti brillanti ed effettivamente ostici, ma castrando un film che rimane in questo modo un semplice passatempo. La mancanza di un obbiettivo più grande è quindi il difetto peggiore di L'Origine du Monde: una pellicola promettente che poteva osare di più, affossata dalla mancanza di coraggio in fase di scrittura.

L'Origine du Monde L'Origine du Monde è un film che segue con orgoglio la trama che vuole raccontare, e lo fa divertendo grazie alla sagacia delle situazioni, eliminando le battute forzate che rovinano l'immersione in opere simili. Tratto da una pièce teatrale, la pellicola riprende il senso estetico del palco inscenando circostanze semplici e comprensibili, anche se assurde e quasi impossibili da replicare nel mondo reale. Purtroppo la trama risulta asciutta dal punto di vista morale e sentimentale, ed è evidente come alcuni dei temi più interessanti siano stati tagliati per evitare qualsiasi rischio. In questo modo, il film risulta godibile come un passatempo qualsiasi: divertente, certo, ma poco coraggioso e quindi dimenticabile.

6.5

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