L'ora nera, la recensione: gli alieni ancora all'attacco

La Terra è ancora sotto attacco alieno, con gli invasori che cercano di appropriarsi di Mosca. La recensione de L'Ora Nera.

L'ora nera, la recensione: gli alieni ancora all'attacco
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Ormai è certo: un giorno gli alieni atterreranno sul nostro pianeta e, con la loro riconosciuta intelligenza e tecnologia superiore, colonizzeranno la Terra. Sono tantissimi i film che hanno cercato di avvertirci per tempo, ognuno sottolineando una particolare metodologia di invasione e ipotizzando modi univoci di sopravvivenza. In realtà con tutte queste informazioni siamo più confusi di prima, ma una cosa è certa. Molto probabilmente l'invasione comincerà dagli Stati Uniti e Los Angeles sembra la città in vetta ai desideri espansionistici della fauna al di là dell'universo. No, un attimo. Il mondo del cinema ha deciso di toglierci anche questa certezza con L'Ora Nera, un thriller fantascientifico ambientato a... Mosca!
"Dalla prima pagina abbiamo deciso che lo avremmo ambientato a Mosca", rivela il produttore Tom Jacobson, "È stata un'idea che ha cambiato tutto, chi erano i personaggi e perché si trovavano a Mosca. Loro sono arrivati in questa città eccitante di cui tutti parlano, ma che quasi nessuno, in particolare gli americani, ha mai visto di persone. Mosca sembrava il posto in cui dei giovani potessero vivere un'avventura".
Stando a quello che dicono i produttori del film basta ambientare la storia in una città affascinante come la capitale russa per rendere tutto più interessante. Ma siamo sicuri che funzioni così?

Pioggia di luci

Sean (Emile Hirsch) e Ben (Max Minghella) sono due giovanissimi imprenditori americani che atterrano a Mosca con l'intento di promuovere e piazzare sul mercato russo il loro nuovo social network dedicato ai locali di tendenza di tutto il mondo. Anche Natalie (Olivia Thirlby) e Anne (Rachel Taylor) si trovano a Mosca per via di una sosta non prevista durante il loro viaggio verso il Nepal. Tutti loro cercano di sfruttare l'occasione per divertirsi in una delle capitali notturne del mondo e si ritrovano tra i fasti e il glamour del night Zvezda. All'improvviso l'oscuro cielo russo si illumina con una pioggia di luce dorata: dall'alto cadono sulla Terra delle bolle fatte di luce ed energia che toccano l'asfalto con un poetico sfarfallio. Peccato però che chiunque gli si avvicini troppo venga immediatamente trasformato in un'esplosione di cenere. Composti da un'energia elettromagnetica, gli alieni uccidono brutalmente le forme di vita terrestri, facendole a pezzi, grazie al fatto di risultare sostanzialmente invisibili agli esseri umani. Solo gli oggetti elettrici riescono a rivelare la loro presenza, entrando autonomamente in funzione quando si trovano in loro vicinanza. I quattro ragazzi si nascondono in una cantina per giorni, fino a quando non decidono di risalire in superficie e cercare un modo per tornare a casa. Ma davanti a loro si estende una desolata Mosca distrutta e costantemente sotto attacco.

Gli alieni a Mosca

La città russa forse è una delle ultime che ci saremmo mai immaginati invasa dagli alieni: forse per colpa della sua particolare situazione storica, forse per il suo particolare sviluppo sociale, potrebbe apparire come uno dei posti meno allettanti per il popolo extraterrestre. Ma, a dirla tutta, che cosa ne sanno gli alieni di tutto ciò? A loro interessa solo una cosa e in questo caso si tratta dell'immenso quantitativo di metalli minerali di cui la Terra è satura, che per loro equivalgono invece al nutrimento che gli permette di sopravvivere. Diretto da Chris Gorak il film cerca di dare una prospettiva tutta nuova al filone catastrofico, miscelando la più classica delle storie di invasione aliena con un territorio che ha una forza tale da influenzare la sceneggiatura stessa. La Russia e Mosca hanno un loro carattere imprescindibile che inevitabilmente si riflette sui personaggi autoctoni e si scontra con i quattro ragazzi americani protagonisti della storia. "Mi piaceva il concetto delle persone che non si arrendono in un territorio occupato, come nei film sulla resistenza francesce", aggiunge Jacobson, "Quindi abbiamo preso ispirazione dalle magnifiche pellicole sulla seconda guerra mondiale, solo che invece delle linee tedesche ci troviamo dietro le linee nemiche di un'occupazione aliena. Questo genere permette di esplorare l'eroismo e il modo in cui ci comportiamo quando veniamo messi alla prova. Al cinema, la migliore fantascienza può approfondire questi temi e risultare un ottimo intrattenimento per il pubblico". Va bene, tutto molto bello e interessante, ma all'atto pratico L'Ora Nera non se la cava poi così bene. Nonostante il cambiamento di ambientazione rispetto alla tradizione del genere, il film non spicca certo per originalità. Sceneggiatura e regia seguono i classici percorsi da mattino post apocalisse, con bellissimi fondali distrutti e deturpati dalla desolazione e un gruppo di protagonisti convinti di potersi salvare. Forse è proprio il loro ostentato eroismo, così falsamente "ultimo giorno sulla terra", a renderli fortemente odiosi e poco verosimili o forse è colpa di dialoghi banali e a tratti ridicoli. Per l'eccessiva semplicità dei meccanismi e le dinamiche di sviluppo narrativo la pellicola ricorda spesso Skyline, suo recente predecessore ambientato a Los Angeles. Tanta buona volontà, discreti effetti speciali, ma una miseria di fondo a cui nemmeno il 3D riesce a sopperire.

L'ora nera L’Ora Nera è uno di quei film di cui onestamente non avremmo sentito di certo troppo la mancanza, ma che rallegra tutti quegli spettatori che di invasioni aliene, anche poco approfondite e molto di sopravvivenza becera, non ne hanno mai abbastanza. L’uso del 3D amplifica le profondità di campo in maniera positiva, anche se queste non aiutano certo il livello della pellicola ad innalzarsi oltre la mediocrità. Gli alieni quest’anno dovranno trovare modi diversi per sconvolgere il genere umano, ormai forse troppo abituato alle imminenti catastrofi cinematografiche.

5

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