Once Upon a Crime Recensione: una favola bizzarra e improbabile su Netflix

In questa produzione giapponese, Cappuccetto Rosso e Cenerentola partecipano al ballo al castello del Principe, quando un omicidio rovina la festa a tutti.

Once Upon a Crime Recensione: una favola bizzarra e improbabile su Netflix
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Cappuccetto Rosso sta passeggiando per la foresta quando si imbatte in un'attempata strega di nome Barbara, la quale decide di realizzarle delle scarpe ad hoc per il lungo viaggio che ha davanti: peccato che le calzature siano viscide e la giovane finisca per smarrirle poco dopo. Le ritrova ai piedi di una coetanea vestita in abiti logori e dopo essersi presentata scopre anche il suo nome, Cenerentola. Quest'ultima vive con la matrigna e le sorellastre, che la trattano come fosse una schiava, e ha il grande sogno - apparentemente irrealizzabile - di partecipare all'imminente ballo che si terrà a palazzo e dove il principe sceglierà la sua futura sposa. Peccato che al castello vengano ammesse soltanto persone vestite elegantemente e considerate belle, e lei è convinta di non poter entrare.

In Once Upon a Crime su Netflix, provvidenziale è l'intervento di un'altra "strega", la bella nipote di Barbara, che confeziona abiti splendidi per Cappuccetto Rosso e Cenerentola e, per la seconda, anche delle magnifiche scarpette di cristallo. Le due riescono così a prendere parte al ballo, ma la serata viene scossa dall'omicidio del famoso parrucchiere di corte, ritrovato senza vita in circostanze misteriose...

C'era una volta o forse no

Il mondo delle favole è frutto di continue reinvenzioni, escludendo le già discusse modifiche che la Disney stessa sta operando ad alcune delle sue opere classiche - basti pensare al già controverso remake di Biancaneve che uscirà nei prossimi mesi. Questa volta è una produzione giapponese a offrire una particolare reimmaginazione di due personaggi iconici quali Cappuccetto Rosso e Cenerentola, in una storia del tutto nuova e inedita, narrata per la prima volta nel romanzo di Aito Aoyagi del quale Once Upon a Crime è per l'appunto un adattamento.

Il film qui oggetto di recensione - esclusiva del catalogo Netflix, per altri original e non leggete la nostra rubrica sulle uscite Netflix di settembre 2023 - è un'opera che ripesca a piene mani da un immaginario consolidato in un'ottica dal taglio farsesco, indirizzato soprattutto al pubblico più giovane o a chi comunque è già abituato alle follie di stampo prettamente nipponico. Certo, qui il trash puro è evitato e la comicità cerca sempre di mantenersi nei limiti di una certa compostezza, senza eccessi sguaiati, ma il ridicolo involontario è spesso dietro l'angolo, data già l'improbabilità di un assunto che fin dai primi secondi ci trascina subito nel vivo dell'azione narrativa.

Non vi è un minimo di background e sia Cappuccetto Rosso che Cenerentola vengono introdotte senza troppi spiegoni di sorta, consapevoli del fatto che lo spettatore avrà già ben presente le relative storie: un escamotage furbo che prende poi derive originali nell'interazione tra le due "eroine", con tanto di ballo al palazzo del principe e incantesimo che scade a mezzanotte, scarpette di cristallo incluse.

Una favola del tutto particolare

Ma a differenza della vicenda classica qua si aggiunge un caso di omicidio, elemento ideale per dare ai vari personaggi coinvolti nuovi spunti personali: ecco così che Cappuccetto Rosso diventa una sorta di investigatrice last-minute, dotata inoltre di visioni rivelatrici, che con l'ausilio del Gran Ciambellano conduce minuziose indagini per scoprire che sia l'assassino. False piste, flashback e confessioni quanto mai provvidenziali cercano di smistare le carte fino all'ultimo, quando il colpo di scena rivoluziona lo schema canonico, con il quale ci si approcciava solitamente alla favole archetipiche.

L'impressione anche nella relativa messa in scena è quella di assistere a un giocattolone improbabile, tra costumi discreti ma volutamente finti nella relativa resa, quasi fosse un raduno di cosplayer, e ambientazioni semplici ed elementari, ad uso e consumo di un racconto che - pur modificando in maniera più o meno arzigogolata due concept atavici - si rivela alquanto ingenuo e privo di eccessive sfumature.

Once Upon a Crime Cappuccetto Rosso e Cenerentola si ritrovano riunite in questa particolare rivisitazione proveniente dal Giappone, nella quale le due eroine delle favole si ritrovano entrambe a partecipare al gran ballo di palazzo, nella speranza di attirare l'attenzione del bel principe. Entrambe prenderanno svolte impreviste rispetto alle loro versioni classiche, con la prima che finirà anche per improvvisarsi detective quando la festa viene scossa da un caso d'omicidio. Once Upon a Crime è una bizzarria tipicamente nipponica, improbabile ma non del tutto deprecabile, certo da approcciare con una relativa preparazione a certe follie del Sol Levante. Tra frasi fatte e rimandi alle fonti originarie qui reimpostati ad uso e consumo di un divertimento farsesco e senza troppe ambizioni, i cento minuti di visione scorrono tanto veloci quanto facilmente dimenticabili.

5.5

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