Oceania, la recensione: non chiamatela Principessa!

Ron Clements e John Musker, due dei più amati registi Disney, tornano al cinema con Oceania: l'epica avventura dell'anti-principessa Vaiana.

Oceania, la recensione: non chiamatela Principessa!
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A qualche mese da quello che è da considerare una delle più riuscite crime story di tutti i tempi, Zootropolis, Disney porta sul grande schermo il suo consueto film di Natale che quest'anno ci accompagna in un viaggio tra gli usi, i costumi, ma soprattutto ricrea la mitologia di quel paradiso terrestre che dà il titolo alla pellicola. Classico Disney che parecchio si rifà - soprattutto nei comprimari e in alcune tematiche - ai più solidi e rodati canoni, Oceania è diretto dai due registi, Ron Clements e John Musker, che hanno contribuito alla "golden age" anni '90 della Casa di Animazione grazie a perle quali La Sirenetta e Aladdin.

C'era una volta...

Tutto ha inizio all'incirca 2000 anni fa quando Vaiana, figlia di un capo tribù di un'isola della Polinesia, destinata a diventare la guida del suo popolo, viene inconsapevolmente scelta dal mare. Divenuta adolescente, la coraggiosa e cocciuta ragazza continua a sentire forte il richiamo dell'Oceano dal quale, a causa di antiche tragedie che l'hanno personalmente colpito, il padre tenta di tenerla lontana. Ma complice le storie e gli input nonna Tala, una forte curiosità e il dovere di salvare il suo popolo sull'orlo di una carestia, Vaiana decide di spingersi oltre la barriera corallina e di affrontare quel mare che da sempre le è amico al fine di riconsegnare alla dea Te-Fiti il cuore che secoli fa il Semi-Dio Maui le aveva sottratto. In questa esilarante ed epica avventura la nostra eroina sarà accompagnata dal più buffo dei famigli (il gallo HeiHei) e dallo stesso Semi-Dio causa (suo malgrado) di tutti i problemi che stanno affliggendo i popoli della Polinesia.

Un classico tra i classici

Pur essendo il più moderno dei Classici Disney, Oceania strizza l'occhio a molti dei lungometraggi che hanno fatto la storia della Casa di Animazione. Vaiana, infatti, ricorda nella tempra la sua disobbediente "cugina" Ariel, Nonna Tala non è poi così lontana dalle due antesignane Nonna Salice di Pocahontas e Nonna Fa di Mulan, mentre Maui sembra essere la versione (semi) Divina del Genio della Lampada di Aladdin. Eppure tutte queste "classiche" figure sono state "post-modernizzate" e rese straordinariamente contemporanee e adatte a questa mitologica avventura allietata, anche, dalle immancabili musiche ancora una volta scritte da Mark Mancina e dalle ironiche battute del semi-Dio che prendono in giro spesso e volentieri gli archetipi narrativi della Disney.

L'influenza della Marvel

È dal 2009 che Walt Disney è proprietaria dell'Universo Cinematografico Marvel e se nei cinecomic si sente ormai forte la "presenza" degli Studios, anche i cartoni animati - a partire da Big Hero 6- cominciano ad ispirarsi ai fumetti. In Oceania, ad esempio, Maui ricorda in alcuni particolari Thor e il "mostro" con il quale si scontrerà la non-Principessa richiama moltissimo i marvelliani villain con i quali i supereroi alla fine di ogni blockbuster che si rispetti sono costretti a combattere.

La (non) Principessa post femminista

La vera grande novità di Oceania, però, risiede in realtà tutta nella sua protagonista: finalmente la Disney ha deciso di regalare alle nuove generazioni di bambine un'eroina post-femminista che è solo e unicamente alla ricerca di sé stessa e non di un uomo. Questa nuova (e decisamente più al passo con i tempi!) tipologia di figura femminile era stata, già esplorata dalla Pixar con The Brave - Ribelle e in parte anche nel campione d'incassi Frozen - Il Regno di Ghiaccio grazie al personaggio di Elsa. Stavolta, però, le cose sono andate oltre ogni aspettativa: quello di Vaiana (a differenza di Brave) è un universo in cui è un dato di fatto che le donne siano emancipate, fisicamente prestanti, forti e (in alcuni casi) ben più audaci degli uomini, che siano semidivini o meno. Analizzando tutti i passaggi del film possiamo notare che a muovere l'intera epopea sono sempre e solo "le donne": da Te-Fiiti a Nonna Tala passando per la madre di Vaiana la quale, a differenza del padre, aiuta la figlia a intraprendere il suo viaggio oltre i confini. La domanda che ci si pone alla fine del film (rimanete in sala anche una volta iniziati i titoli di coda che alla conclusione una sorpresa vi aspetta!) è: ma nel 2016 c'era davvero bisogno di un'eroina così sfacciatamente femminista? La risposta, a guardare gli occhi luccicanti delle piccole spettatrici estasiate da questa avventura che non prevede principi azzurri, è sicuramente affermativa.

Oceania Nonostante mantenga intatte tutte le caratteristiche del "perfetto" Classico Disney, Oceania è un lungometraggio animato contemporaneo, ironico e visivamente eccezionale. Un viaggio di formazione tra i più canonici in cui a fare la vera differenza è la protagonista. Vaiana, infatti, è personaggio destinato a diventare la degna eroina animata delle donne di domani e (perché no?) delle bambine mai cresciute di oggi.

7

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