Il leggendario e solitario bandito conosciuto come Sette Orecchie trova un neonato abbandonato nel deserto e per salvarlo da un'imminente tempesta di sabbia decide di portarlo a casa sua e crescerlo come fosse suo figlio. Gli anni passano e il bambino viene istruito dall'uomo alla caccia e all'arte della sopravvivenza, doti che torneranno ben più che utili quando Sette Orecchie un giorno non farà più ritorno. Ormai adulto e cresciuto come un selvaggio il nostro si avvia così verso la città più vicina, si affibbia il nome di Cabeleira e ottiene un lavoro come killer per lo spietato latifondista Monsieur Blanchard, temuto da tutti con il nome de Il Francese. Caduto nella perdizione della lussuria e assiduo frequentatore del bordello locale, Cabeleira diventerà il più temuto assassino in circolazione, infallibile e spietato, almeno fino a quando...
Per lussuria o per vendetta
Il primo western originale Netflix batte bandiera brasiliana, provenienza inusuale per un titolo di questo genere che seppur praticato in passato a Rio de Janeiro e dintorni ha raramente oltrepassato i confini nazionali. Diretto e sceneggiato da Marcelo Galvão, O Matador - L'assassino (titolo originale Netflix) ci trasporta in terre aride e invase dalla violenza dove la legge era soltanto un'utopia e la ricchezza corrompeva chiunque, anche a discapito della vita di donne e bambini innocenti. Ambientato tra il 1810 e il 1840 il film si muove su diversi archi temporali, sempre introdotti dal voice-over del narratore che compare in più spezzoni della visione, prologo ed epilogo inclusi, e introduce una manciata di personaggi principali di sicuro interesse anche se il protagonista a cui tutto ruota attorno rimane il selvaggio Cabeleira di Diogo Morgado, reso irriconoscibile dalla folta barba. Si può notare quindi una leggera frastagliatura narrativa, in cui figure all'apparenza fondamentali spariscono per buona parte del minutaggio salvo poi ricomparire per la definitiva resa dei conti, ma l'atmosfera mantiene comunque un suo sporco fascino crepuscolare, con una manciata di avvincenti sequenze d'azione tipiche del filone, tra inseguimenti a cavallo ed efficaci sparatorie, che accompagnano bene il forte sottotesto drammatico del racconto. Racconto che segue una sorta di cerchio irregolare nel riproporre situazioni similari nello scorrere degli anni e che trova nel magnifico epilogo la perfetta chiusura di un viaggio aspro e in più occasioni visionario dove l'eroismo è solo un lontano ricordo, spazzato via dalla brama di denaro e dall'irrefrenabile sete di vendetta.
Un ragazzo selvaggio di truffautiana memoria diventa da adulto un infallibile killer a pagamento al servizio di uno spietato latifondista in O Matador - L'assassino, atipico western brasiliano diretto e sceneggiato da Marcelo Galvão. Un viaggio in una terra e in un'epoca dove i più deboli erano sotto il gioco dei moderni tiranni e in cui l'abilità con le armi poteva rivelarsi forma di potenziale sopravvivenza, messo in scena con toni visionari e crepuscolari che, a dispetto di una narrazione non sempre precisa nelle sue alternanze, infondono un fascino aspro e rude che lascia ferocemente il segno.