Sono quattro, e hanno molto talento. J. Daniel, Henley, Jack e Merritt sono quattro illusionisti che inseguono il sogno del successo ma sbarcano il lunario tra show di bassa categoria dalla platea limitata e piccole truffe ai danni di sprovveduti. La loro vita, tuttavia, cambia nel momento in cui ricevono una convocazione misteriosa che finirà per riunirli sotto la denominazione de “I Quattro Cavalieri” e li porterà, di lì a un anno, ad esibirsi sui più grandi palcoscenici mondiali.
Niente donne divise a metà, statue scomparse o trucchetti con le carte, però: qui si ragiona in grande, portando a termine numeri (decisamente) mai visti. Come rapinare una banca dall'altro lato del mondo con l'incredula collaborazione di uno spettatore. I “colpi” sono veri, ma inspiegabili e, per questo, la polizia ha difficoltà a incriminarli, mentre i soldi finiscono in beneficenza. Ma l'FBI e l'Interpol non sono disposti a farsi ingannare così e cominceranno dunque un folle inseguimento ai quattro, con la speranza di scoprire il loro "asso nella manica"...
Questo è Now You See Me - I maghi del crimine: avvicinatevi pure. Più lo farete, meno, in realtà, vi renderete conto di cosa stia accadendo... e più facile sarà ingannarvi.
Prima regola di un mago: sii il più furbo nella stanza

Esiste un rapporto speciale fra la magia da palcoscenico e quella della sala cinematografica: l'abbiamo già analizzato nel nostro special di qualche tempo fa ma è sempre interessante ribadirlo, soprattutto in testa alla recensione del film più “magico” dell'anno.
Louis Leterrier, che ha nel suo carnet titoli riusciti come Transporter, Danny the dog e soprattutto L'incredibile Hulk si avvicina questa volta all'arte dell'illusione di maghi e prestigiatori con un film sicuramente atipico. Non un biopic su un celebre mago e neppure un film sull'illusione in sé (come potevano esserlo The Prestige o The Illusionist) quanto un originale mix tra heist movie e thriller, sfruttando il contesto dell'alta prestidigitazione.
Il regista francese sfrutta bene le tecniche minime del mestiere di 'mago' applicandole al cinema come prima di lui fece Christopher Nolan, ma con toni volutamente meno drammatici e più spettacolari. Il film presenta difatti una molteplicità di personaggi ben tratteggiati ma dai contorni assai sfumati, cosa che se da un lato è un difetto (non permettendo di entrare davvero in empatia con gli stessi) dall'altro è funzionale al voler gettare ombre su ognuno di essi, dato che, chiaramente, non tutto è come sembra e su molti si addensano strani sospetti, fino alla risoluzione finale: il cosiddetto prestigio che si rivela sicuramente efficace ma, al contempo, 'rovina' la magia del tutto con una spiegazione di cui il pubblico, tutto sommato, farebbe anche a meno. Del resto “Voi volete essere ingannati”.
È senza dubbio un film particolare: la caratterizzazione abbozzata (ma efficace) dei personaggi e la contestualizzazione di quel che accade, alla luce delle rivelazioni finali, spiazzano e possono lasciare lievemente delusi se si è alla ricerca di profondità nella trama -alla quale è meglio non “fare le pulci”- eppure l'esperienza è appagante, perché l'originalità della trama e la bizzarria delle rapine tengono incollati alla sedia senza che vi sia un attimo di noia. Del resto, questa è la magia del cinema.