Notte Fantasma Recensione: un noir intimo e spiazzante

Il terzo lungometraggio di Fulvio Risuleo è un viaggio allucinato tra le strade di una Roma sonnecchiante e pericolosa.

Notte Fantasma Recensione: un noir intimo e spiazzante
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È una capitale tenebrosa quella che seduce il giovane Tarek, una città che finge di dormire mentre in realtà freme di pulsioni e paure, con le sue strade vuote illuminate dalla luce di sparuti lampioni. Lontana dalle atmosfere artistiche di un centro che trasuda storia e cultura, la Roma della notte profonda è un luogo sospeso tra la veglia e l'incubo, una città per sonnambuli che si trasformano in mostri sotto lo sguardo gelido della luna.

La Città Eterna di Fulvio Risuleo si cambia d'abito per diventare la cornice sensoriale di una storia fascinosa, mossa da sue soli protagonisti che giocano con il concetto di comando e sanità mentale nel buio di una silenziosa notte italiana: Notte Fantasma - una produzione Elsinore Film e Wildside, che trovate tra i film in sala di Novembre 2022 grazie a Vision Distribution - arriva nei nostri cinema dopo la passerella del Festival di Venezia portando in dote la forte carica emotiva di una trama apparentemente semplice, ma colma di spunti immaginifici capaci di ammaliare e restare impressi nella memoria.

Un semplice favore

Quel dannato autobus non passa mai dopo le 23. Gli orari affissi alle fermate risalgono ai tempi della Democrazia Cristiana, sono molto meno affidabili rispetto al classico sciroccato che infastidisce le persone in attesa di un servizio immaginario.

Roma è una capitale europea esattamente come lo sono Parigi e Madrid, ma per qualche assurdo motivo sceglie di andare a dormire molto presto la sera, abbandonando al loro destino le persone che vorrebbero godersi la vita notturna della loro giovinezza. Tra i figli dimenticati della Città Eterna c'è anche Tarek, un ragazzo che aspetta come un sognatore l'autobus che lo porterà a casa degli amici: al torneo di FIFA manca soltanto lui e la scorta di patatine e Coca che ha nella busta, ma a quanto pare sarà costretto ad una lunga scarpinata per raggiungerlo. Implorato dai compagni che l'hanno chiamato per assicurarsi del suo arrivo, il giovane figlio di immigrati passa per un parco pubblico isolato e buio dove compra un pezzo di fumo da portare alla comitiva. Lui preferisce il sano cibo spazzatura alla droga, ma incalzati dalla pressione sociale si fa questo ed altro.

Appostato a poca distanza dai pusher c'è un poliziotto in borghese che ferma Tarek con una sciocca scusa, per poi terrorizzarlo con il suo distintivo e l'accusa di detenzione e spaccio: l'uomo obbliga il ragazzo a salire in auto per un drammatico viaggetto in commissariato, dando il via ad una nottata allucinante tra le strade di una città sadica e silenziosa.

Roma è una trappola

Esattamente come una pellicola che rifugge dalle solite classificazioni, il viaggio di Tarek e del poliziotto che lo tiene in custodia galleggia tra il sogno e la veglia, attraversando le varie fasi di quella dolorosa insonnia che rende la notte un'evidente messaggera della morte.

Sospesi tra la stanchezza fisica e mentale ed un'alba che sembra non voler mai arrivare, si confondono i pensieri più preoccupanti di un cervello che brama un meritato riposo, ma incapace di acquietarsi e stare lontano dall'abisso della coscienza in fermento. Senza ricalcare per intero gli stilemi di un genere molto rigido, quella di Fulvio Risuleo può essere considerata un'opera noir dai tratti intimistici, nella quale sono le sensazioni a creare quel fattore seducente che tiene gli occhi incollati al grande schermo: ad un'analisi fredda e priva di compassione, infatti, la trama di Notte Fantasma potrebbe apparire scarna e semplicistica, ma prende corpo nel corso dei novanta minuti di visione grazie alle elucubrazioni di una mente accesa da paure recondite ed ansie mai sopite, proprio come accade in quelle maledette ore di insonnia che sembrano durare mesi.

Attraverso gli sguardi atterriti o minacciosi di due soli protagonisti, si dipana una narrazione costruita su emozioni contrastanti, incorniciata da una capitale italiana ben lontana dalle luci artistiche del suo centro storico, che si scopre pericolosa e seducente nei suoi anfratti più scuri, nelle bettole frequentate da ragazze dal cuore spezzato e nelle auto di poliziotti che diventano bestie addolorate.

Intimità e riverenza

Il percorso onirico di Tarek e del suo custode si compone di autorità e bisogni personali, capovolgendo a più riprese i rapporti di potere in un assurdo gioco di frasi non dette, gestito con particolare efficacia da due attori protagonisti estremamente convincenti nelle loro interpretazioni: se per Edoardo Pesce questa è soltanto l'ennesima conferma del suo talento (lo abbiamo visto di recente anche nella recensione di Altrimenti ci Arrabbiamo), la vera sorpresa proviene dall'esordiente Yothin Clavenzani, che porta in scena un Tarek con cui è molto difficile non empatizzare.

Al netto di alcune piccole e grandi forzature nelle sequenze finali - forse indispensabili per poter approfondire il passato di uno dei personaggi - è infatti terribilmente plausibile quello che accade sullo schermo, una terribile danza di seduzione e comando che gode di una regia ben conscia di ciò che vuole esprimere attraverso le immagini. Notte Fantasma è basata quasi per intero sui primi piani dei suoi protagonisti, con una telecamera che analizza le espressioni lasciando che guidino il concetto stesso del film, assecondata nella sua ricerca di immanenza e materialismo da un comparto audio di pregevole fattura, tra una colonna sonora dai richiami oscuri e la robusta profondità degli effetti dal vivo.

Notte Fantasma Un viaggio tra bisogni personali ed autorità senza padroni, sullo sfondo di una Roma sonnacchiosa che si scopre sadica nel suo silenzio: Notte Fantasma è un'opera che galleggia sui confini del noir esattamente come fa la sua storia costruita sulle sensazioni, mantenendo al minimo indispensabile le svolte di trama e richiamando in questo modo a quelle terribili ore di insonnia che sembrano durare mesi interi. Alcune forzature nelle sequenze finali sono forse indispensabili per esplorare il passato di uno dei personaggi, ma nel complesso la narrazione risulta plausibile nella sua assurdità, guidata dalle espressioni di due attori protagonisti convincenti ai quali la regia dona enorme risalto, costruendo continui primi piani che godono di un accompagnamento sonoro - musicato e reale - dal grande impatto emotivo.

7

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