Un trio tanto suggestivo quanto improbabile quello composto da Paul Greengrass, Tom Hanks e il western: il regista della saga di Bourne e la superstar di The Post si ritrovano a sette anni da Captain Phillips - che mise a segno sei nomination agli Oscar, inclusa quella per miglior film - per l'adattamento del romanzo del 2016 News of the World di Paulette Jiles, candidato al National Book Award e ambientato tra le lande del selvaggio west e disponibile su Netflix.
Per la prima volta sia Greengrass che Hanks approdano nelle terre di John Ford, Clint Eastwood e Michael Cimino, misurandosi con la storia americana e i suoi panorami ineguagliabili scolpiti nella celluloide. Un'opera dal retrogusto fortemente cinefilo, che potrebbe paradossalmente allontanare i puristi del "greengrass-style" ma allo stesso tempo farsi fonte di materiale e immaginari molto interessanti da analizzare e decifrare.
On the road
Cinque anni dopo la fine della Guerra civile il capitano Jefferson Kyle Kidd (Hanks), veterano di ben tre conflitti, lavora spostandosi di città in città come cantastorie: arriva in un posto, racconta narrazioni vere e condivide le ultime notizie dal mondo, che possono riguardare presidenti e regine, faide epiche, catastrofi terribili o avventure mozzafiato, e poi riparte verso la prossima meta e il prossimo pubblico.
Nelle pianure del Texas però il destino di questo eccentrico personaggio (vaga allegoria delle odierne fake news) si incrocia con quello di Johanna (Helena Zengel), una bambina di 10 anni di famiglia tedesca catturata dalla tribù degli indiani Kiowa sei anni prima e allevata come una di loro. Johanna, ostile verso un mondo che non conosce, deve essere riconsegnata ai suoi veri zii nonostante la piccola sia ovviamente contraria.
L'eterno errante Kidd accetterà l'incarico, che prevede un viaggio di centinaia di miglia attraverso l'implacabile natura selvaggia, inconsapevole di essere sul punto di trasformarsi in un eroe di una delle avventure che il suo stile di vita on the road gli ha fatto disseminare in ogni angolo della nazione.

Il film certo non è esente da quel velo di episodica ripetitività che incombe spesso sui road movie e i suoi protagonisti, qui vagabondi lungo i panorami dell'America selvaggia che arrivano di città in città per fare sempre nuovi incontri più o meno spiacevoli fino a una commovente ma prevedibile risoluzione.
Eppure è nei momenti tra un centro abitato e l'altro, nei campi lunghissimi e negli spazi immensi, che Notizie dal mondo trova forme di particolare interesse per Greengrass, quasi che il film intero sia stato costruito per vivere delle sue pause.
Come spesso capita ai registi europei alle prese con il mito americano fondato da John Ford - e lo abbiamo visto in tempi recenti con Jacques Audiard e i suoi fratelli Sisters - sembra manifestarsi nel loro cinema una sorta di riverenza nei confronti di luoghi, sagome, orizzonti, sensazioni.
In Notizie dal mondo è come se Greengrass, i cui tratti tipici da montaggio efferato e ipercinetico hanno rivoluzionato a loro modo l'action tra Bloody Sunday e The Bourne Ultimatum, si placasse per tirare il fiato e iniziasse a guardarsi intorno, alla ricerca di quanta più umanità possibile in tutta quella vastità senza legge che circonda ogni cosa.
Prima della visione di Notizie dal mondo era lecito chiedersi cosa avrebbe fatto il cinema di Paul Greengrass del western. Al termine, invece, si è quasi commossi da ciò che il western sia stato in grado di fare al cinema di Paul Greengrass.