Recensione Non Pensarci

Mastandrea chitarrista in crisi nella divertente commedia di Zanasi

Recensione Non Pensarci
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Intro

Quest'estate, la critica cinematografica sottolineò come nessuno dei tre film scelti per il concorso a Venezia2007 - Il Dolce e l'Amaro; Nessuna Qualità agli Eroi; L'Ora di Punta - fosse all'altezza della competizione. Come se non bastasse si ribadiva come fossero stati esclusi dal concorso i migliori film italiani: Valzer di Salvatore Maira e Non Pensarci di Gianni Zanasi. Nessuno arrivò a dire che ci fosse una sorta di interesse dietrologico in queste scelte avventate, per non dire semplicemente sbagliate, ma non si capisce che criteri siano stati seguiti. Tuttavia se la distribuzione nelle sale di Valzer è stata ridotta ai minimi termini è appena uscito nelle sale Non Pensarci riscuotendo, nemmeno a dirlo, un'ottima accoglienza. Gianni Zanasi - che esordì nel 1995 con il pluripremiato Nella Mischia - confeziona una commedia dai toni leggeri ma non superficiali che diverte ma lascia anche qualcosa allo spettatore. Un ottimo trio di protagonisti principali - Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston ed Anita Caprioli - affiancati da un cast che funziona bene per narrare una storia che parla di lavoro, di valori, di amore e di politica. Ma senza fare la paternale.

La Trama

Stefano Nardini (Mastandrea) è un chitarrista trentaseienne che abita nella città eterna. Lo vediamo subito sul palco mentre affianca con la sua chitarra una band di giovani rockettari ed il suo sguardo disincantato, da solo, dice moltissimo. Ci dice che Stefano aveva grandi sogni ed aspirazioni che sono rimaste da qualche parte mentre la sua vita si trascina. Rientrando a casa scopre che la sua ragazza ha una relazione con Luca (Edoardo Gabriellini), un ragazzo, un altro chitarrista molto più giovane di Stefano. Il dialogo surreale con lui mentre la sua ragazza vorrebbe spiegare la situazione, nonostante l'evidenza, è una prima perla che regala il film che seguirà questa riuscita linea di umorismo lieve e un po' surreale, sia nel descrivere le situazioni che nel tracciare i personaggi. Con un disco da incidere che si trascina da quattro anni e senza una casa, Stefano decide di tornare a casa per ritrovare la serenità e rigenerarsi. Da Roma si mette al volante per tornare nella piccola Rimini, dove tutto è perfetto e curato. Un piccolo mondo apparentemente ordinato. Dopo tanto tempo rivede tutta la famiglia: il fratellone Alberto (Battiston), che adesso dirige la fabbrica di famiglia che produce frutta sciroppata e non è mai uscito da Rimini, nemmeno per andare a trovare il fratello a Roma; Michela, la sorella che ha abbandonato gli studi per dedicarsi a tempo pieno ai delfini; la mamma (Gisella Burinato) una tenera casalinga dedita alle tecniche di rilassamento sciamaniche ed il padre (Teco Celio) che dopo essersi ritirato dal lavoro per un infarto, ritrova se stesso sul campo da golf, lontano dallo stress e dalle sigarette.

Focus on

Stefano rivede gli amici di sempre, Alberto (Dino Abbrescia) e Luciano (Luciano Scarpa), detto Matrix, che rivendendolo lo trattano come se Roma fosse una galassia lontana, enorme e troppo importante perché uno possa voler tornare lì nella piccola Rimini. Però Stefano ha bisogno di staccare per un po' e si mette a fare lo zio con i due figli di Alberto. Due bambini tranquilli e curiosi ai quali lui chiede se non abbiano mai voglia di andare lontano da lì, in un altro posto. Magari meno perfetto. Ma quella perfezione, quella tranquillità è solo apparente. Alberto si sta separando ed è stressatissimo, perché ha ipotecato tutto all'insaputa del padre e brancola verso il fallimento. Michela sembra troppo solitaria e si autoesclude dalla famiglia cercando rifugio nei delfini. Il padre soffre la lontananza dal lavoro e la madre tiene a fatica a bada la sua ansia. Stefano si ritrova a fare da paciere e all'improvviso tutti vogliono parlare con lui e tutto sembra dipendere da questo chitarrista che si avvicina ai quaranta, grande promessa della musica ancora non tramutata in realtà.

Il Cast e le Note Tecniche

Valerio Mastandrea è perfetto nel suo ruolo. Il suo atteggiamento, la sua postura ed i suoi sguardi definiscono benissimo il suo personaggio. La risata del pubblico arriva con una battuta o con uno sguardo e tutto sembra perfettamente verosimile eppure lievemente folle nella sua comicità quotidiana. Ma come detto la forza del film sta anche nel ben assortito trio dei protagonisti: Giuseppe Battiston (al cinema in questo momento anche con Amore, Bugie e Calcetto) non è più una nuova scoperta del cinema italiano dopo l'esordio in Italia-Germania 4-3 (1990) ed il suo Alberto, nevrotico ed autoironico, mette tutto in dubbio, vorrebbe abbandonare tutte le sue responsabilità e rimpiange il suo passato da atleta anche con Nadine (la bellissima Caterina Murino); Anita Caprioli ha detto che per lavorare con i delfini in questo film ha praticamente imparato un altro lavoro. Molte scene si svolgono al delfinario seguendo il lavoro di Michela e mentre i suoi genitori di interrogano sulla sua sessualità lei cerca aiuto nel giovane deputato Paolo Guidi (Paolo Briguglia) che dopo grandi discorsi qualunquisti sul futuro dell'Italia, afferma candidamente ‹‹io non conto un cazzo››. Ed alla fine poco importa se nessuno dei tre fratelli ha l'accento romagnolo, perché Zanasi è riuscito a disegnare così bene i personaggi che tutto fila liscio, grazie ad una buona regia e ad una lodevole sceneggiatura (scritta in collaborazione con Michele Pellegrini).

Non pensarci Quest’anno la commedia italiana in generale si è presa una rivincita su quella americana. Accanto a titoli meno validi che sfruttano nomi di richiamo, Non Pensarci di Gianni Zanasi merita un posto di tutto rispetto. Una commedia lieve, divertente e a tratti surreale, che si avvale di un ottimo cast per riuscire a dire tanto, anche di importante, senza fare mai la paternale.

7

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