Ánimas, la recensione dell'horror originale Netflix

Álex e Abraham, due adolescenti amici fin dall'infanzia, si trovano alle prese con strani eventi che coinvolgono le rispettive famiglie.

Ánimas, la recensione dell'horror originale Netflix
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La bella Álex e Abraham, ora adolescenti, sono amici inseparabili fin dall'infanzia, entrambi vittime di difficili situazioni familiari. La ragazza ha infatti perso il padre in tragiche circostanze e vive con la madre, mentre il coetaneo assiste ogni giorno a furiose liti tra i genitori. Álex è da sempre segretamente innamorata dell'amico, ma non ha mai svelato i suoi reali sentimenti tanto che, quando questi inizia a frequentare una compagna di classe, in preda a impeti di gelosia assume comportamenti masochistici, ferendosi con le lamette o bruciandosi con l'acqua calda sotto la doccia.
In Ánimas questo sarà solo l'inizio di un percorso pericoloso e autodistruttivo che riguarderà i due giovani, nel quale è direttamente coinvolta anche la psichiatra di Abraham.

Le difficoltà dell'adolescenza

La coppia di registi spagnoli formata da Laura Alvea e Jose F. Ortuño prosegue nel filone degli horror/thriller psicologici dopo aver già esplorato il tema con il loro titolo d'esordio, l'inedito The Extraordinary Tale of the Times Table (2013). Se l'opera prima possedeva un tono più romantico e fantastico, in quest'occasione i cineasti (anche autori della sceneggiatura) hanno optato per un approccio dark e inquieto, che si rifà esplicitamente ad altri classici del genere. Non è un caso che alcune delle fonti d'ispirazione vengano espressamente citate sotto forma di poster: La casa (1981), Psyco (1960), L'uomo senza sonno (2004) e Darkness (2002) fanno la loro plateale comparsa appesi nella camera del protagonista, palesando parzialmente le atmosfere ricercate in fase di messa in scena.
In particolare gli ultimi due titoli vengono presi ad esempio nel tentativo di costruire una tensione mentale e d'ambientazione, con il colpo di scena che rivoluziona l'intera visione nell'ultimo terzo e la gestione delle luci e ombre nel puro mood orrorifico.

Spunti e citazioni

Se la trama, seppur non originalissima, è in grado di coinvolgere al punto giusto lo spettatore, in particolare dopo la suddetta rivelazione shock, lo stile si rivela ancora parzialmente acerbo per poter ambire a una costruzione di più ampio respiro.
Una manciata di sequenze dal suggestivo impatto visivo non basta infatti a nascondere la sensazione di crescente déjà-vu, dovuta in particolare alla reiterazione di stereotipi visti e rivisti.
Dalle ombre che si nascondono nel buio all'ascensore, quale claustrofobico luogo di terrore, al gioco identitario che ben presto si rivela predominante, Ánimas (disponibile su Netflix come originale) non si premura di creare una propria, distinta personalità, cavalcando tracciati già percorsi da altri qui rivisitati in un'ottica da teen-horror-romantico moderno, con tanto di variazioni cromatiche a sottolineare i vari livelli di lettura del racconto.
Il cast si adatta senza infamia e senza lode a personaggi privi di reali sfumature, con la sorprendente eccezione della semi-esordiente Clare Durant, bella e brava nell'infondere il necessario tormento al complesso personaggio di Álex.

Ánimas Un ragazzo e una ragazza, amici fin dall'infanzia e alle prese con difficili situazioni familiari, si trovano ad affrontare una rivelazione al di fuori della loro portata che metterà a dura prova ciò in cui avevano sempre creduto. Ánimas, co-produzione tra Spagna e Belgio, è un horror/thriller psicologico che ha qualche buono spunto sia a livello narrativo (con un colpo di scena che rivoluziona l'impianto base della storia) che di messa in scena visiva, ma risulta nell'insieme troppo derivativo e povero di idee per generare un sincero coinvolgimento da parte di chi guarda, trascinandosi verso un epilogo facile e non del tutto esaustivo.

5.5

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