Night in Paradise, la recensione del thriller coreano Netflix

Park Hoon-jung dirige un film violento e disperato, dove il revenge-movie tipico del K-cinema si tinge di note melodrammatiche.

Night in Paradise, la recensione del thriller coreano Netflix
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Tae-Gu è l'esperto membro di una gang criminale, l'uomo su cui il suo capo può sempre contare per sbrogliare le situazioni più difficili. Ambizioso e implacabile, Tae-Gu ha una sorellastra gravemente malata e in attesa di un trapianto, che lo raggiunge per qualche giorno in città in compagnia dell'amata nipotina.
Ma Tae-Gu, con il suo carattere rude e poco incline alla diplomazia, ha suscitato le ire di un boss rivale e i suoi cari vengono uccisi senza pietà in quello che viene fatto passare come un incidente stradale. Il protagonista sa bene chi è il mandante e con l'approvazione del suo boss decide di fargliela pagare in prima persona: una missione che apparentemente si conclude con successo, salvo poi sapere che la vittima designata non è morta, ma bensì ferita in gravi condizioni in un letto d'ospedale.
Prima di aver saputo del parziale fallimento, Tae-Gu viene mandato a trascorrere una settimana nell'isola di Jeju, da dove poi partirà per la Russia: la sua presenza in patria è infatti ormai troppo scomoda per i vari accordi criminali tra le numerose gang.
Sarà ospite per qualche giorno di un trafficante d'armi dal losco passato, che vive con la nipote Jay-Yeon, alla quale restano pochi mesi da vivere. Tra i due nasce un rapporto sempre più stretto, che si complica quando Tae-Gu scopre di essere al centro di una vera e propria caccia all'uomo.

Tra paradiso e inferno

Presentato in anteprima mondiale alle 77esima edizione del Festival del Cinema di Venezia, Night in Paradise è l'ultimo film del regista coreano Park Hoon-jung, apprezzato per aver diretto in carriera titoli notevoli quali l'avventuroso The Tiger (2017) e il thriller New World (2013). E anche in quest'occasione si cimenta con il genere prediletto dal cinema autoctono, raccontando anche in veste di sceneggiatore una storia di violenza e catarsi che guarda a diversi archetipi del genere.
Due ore abbondanti di visione durante le quali regna un'atmosfera torbida, con la luce del sole che fa capolino in poche occasioni e un clima uggioso - soprattutto nella prima parte - che si accompagna alle affini scelte fotografiche.
Una sorta di specchio estetico di quanto accade ai protagonisti, anime perse entrambi - per diversi motivi - a un passo dalla morte e per questo con nulla da perdere.

Dopo la premessa iniziale, che si svolge in ambito cittadino, e il momento cardine che darà il via ai futuri eventi, la vicenda si sposta su quell'isola che solo apparentemente sembra rappresentare un'oasi di momentanea tranquillità: l'inferno è pronto a giungere anche lì e il sangue scorrerà a fiumi, in quella che diventa una sfida sempre più impari e disperata per la sopravvivenza.

Pro e contro

Sbarcato in esclusiva nel catalogo Netflix come original, Night in Paradise ha il demerito di appoggiarsi a soluzioni parzialmente facili e a un uso eccessivo e gratuito della violenza, con combattimenti infiniti che fanno chiedere come un uomo riesca a sopravvivere o a rimanere ancora in piedi dopo così tanti colpi e ferite subiti. Un vizio di forma che di sovente prende la mano a molti autori di Seoul e dintorni, quasi che la sofferenza resa visibile possa risultare più coinvolgente per lo spettatore.
E invece le emozioni arrivano altrove, dal rapporto che si viene a creare tra i due personaggi principali, figure antitetiche dal comune destino: anche qui non mancano dialoghi e battute ridondanti, ma la costruzione di un legame che non sfocia nel classico topos romantico permette di aprire interessanti sfumature sul libero arbitrio e il senso di onore. Quell'onore che invece è del tutto estraneo ai villain del racconto, figure dai mille volti e infami doppiogiochisti per i quali contano solo i propri interessi.

Le scene d'azione sono poi un altro punto di forza del film, con la sequenza dell'aeroporto ricca di pathos così come il conseguente inseguimento su quattro ruote, con tanto di strenua, feroce, lotta all'interno dell'abitacolo dove Tae-Gu è circondato da decine di avversari ma è determinato a ogni costo a non soccombere.
Lo stesso epilogo, per quanto poco verosimile, è avvincente al punto giusto in quanto a puro spettacolo a tema e chiude in maniera coerente una visione non priva di imperfezioni ma a suo modo più che godibile, soprattutto per gli amanti del K-Cinema che sanno già cosa aspettarsi.

Night in Paradise Una storia di vendetta, catarsi e redenzione made in Corea. In tanti avranno già compreso il tipo di film al quale ci troviamo davanti, che d'altronde rispecchia per gran parte molti degli stereotipi - sia positivi che negativi - che negli ultimi anni hanno reso il cinema nazionale tra i più apprezzati al mondo. E così il revenge-movie ad alta dose di violenza, qui a tratti in maniera eccessiva, si tinge di note drammatiche nella gestione dei due personaggi principali, entrambi vicini alla morte pur per motivi assai diversi tra loro. Lui è il braccio destro di un gangster che si trova costretto alla fuga dopo aver vendicato la morte della sorella e della nipotina, lei soffre di una malattia allo stadio terminale che le lascia pochi mesi di vita: uniti da un destino per entrambi beffardo, si troveranno a lottare per la sopravvivenza in una sfida impari e apparentemente senza speranze. Night in Paradise rispecchia per l'appunto molti cliché e non è sempre verosimile, ma nonostante suddetti limiti possiede comunque una certa forza filmica, sia nelle scene d'azione che nelle svolte emozionali, risultando una visione più che godibile per i fan del genere.

6.5

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