Nico, 1988: la recensione del film di Susanna Nicchiarelli

Gli ultimi due anni di vita della cantante e musicista Nico, voce storica dei Velvet Underground, raccontati con grazia da Susanna Nicchiarelli.

Nico, 1988: la recensione del film di Susanna Nicchiarelli
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Se le prime cose che vi vengono in mente pensando alla cantante Nico sono gli anni '60, le minigonne, i Velvet Underground, i capelli ossigenati e l'affascinante mondo della Factory di Andy Warhol, allora siete fuori strada. Questo film racconta sì la vita della cantante, ma non quella che vi aspettereste di vedere. La pellicola ci porta all'interno di un sorprendente viaggio, facendoci scoprire la persona dietro l'icona, la musicista dietro la cantante, la donna e i suoi dolori, tutto raccolto negli ultimi due anni di vita di Nico partendo dal 1986. Christa, come preferisce essere chiamata dopo i fasti dei Velvet Underground, è una donna vicina ai cinquant'anni, che combatte tutti i giorni con la sua dipendenza dall'eroina, gli errori del passato e i fantasmi che aleggiano nella sua mente ma con i quali oramai ha fatto pace. Una donna che non si cura dell'insuccesso, ma al contrario gira l'Europa con un inusuale manager all'interno di un fatiscente pulmino soltanto per suonare la sua musica, se poi debba farlo ad Anzio, oppure a Praga, poco importa, come le importa poco se la platea sia gremita o meno. Christa ha i capelli scuri, è appesantita e gira quasi sempre con un ingombrante registratore per catturare i suoni che l'affascinano, alla ricerca di un qualcosa che sentiva da bambina, la Berlino in fiamme vista da lontano, distrutta dalla guerra. Una donna vera, che domanda al manager come sta il suo make-up, sottolineando che per lei va bene se non è perfetta, non era felice quando era bella e chissà se lo è mai stata.

Lottare, fino alla fine

Di sicuro questa Nico, raccontata da Susanna Nicchiarelli, è una donna che ha combattuto tutte le sue battaglie, senza alcuna pretesa di vincerle, ma semplicemente lottando, sempre. Nel suo ultimo tour in giro per l'Europa riesce a riprendersi quel figlio (mai riconosciuto dal padre che si vocifera possa essere Alain Delon) che aveva abbandonato perché troppo giovane per badargli, si avvicina a lui e si rende madre. È una pellicola emozionale, sugli ultimi due anni di vita di una cantante in declino, un racconto che a nessuno piacerebbe vedere e che si ricrederebbe non appena uscito dalla sala. La performance dell'attrice Trine Dyrholm è sbalorditiva, potente e magnetica. Nel film la voce rotta, profonda e ipnotica alla quale sentiamo intonare My heart is empty, tratto dall'ultimo album della cantante Camera obscura, è proprio quella dell'attrice che rende, grazie alla sua interpretazione, un fedele omaggio alla Chelsea Girl dello storico album The Velvet Underground & Nico. Il lavoro della Nicchiarelli non deve essere stato facile, prima di tutto scegliendo di confrontarsi con un personaggio così ingombrante a cui ha dedicato gli ultimi due anni della sua vita, scegliendo poi un formato in 4:3 in cui sembra che da un momento all'altro la protagonista esca dallo schermo tanto lo riempie, senza mai, però, diventare ingombrante.


Fare pace con la vita

Il viaggio di Nico è una riconciliazione con la vita, che ha sicuramente vissuto a pieno, pagando il prezzo di ogni esperienza. Nell'epilogo il film vince ancora, evitando di mostrarci come sia venuta a mancare l'artista, ma raccontandoci una Nico nel sole di Ibiza forse più in pace con sé stessa rispetto agli anni precedenti. Una pellicola che è come la sua protagonista, pura, sincera e schietta, che non usa facili meccanismi per far emozionare, sentimentalismi da flashback o canzoni studiate ad hoc. Preferisce essere quello che è, un cinema vero che abbatte le regole dello showbiz e per questo vince, come la sua protagonista amava cantare in These Days: "Please don't confront me with my failures, I had not forgotten them", sperando che le persone non si dimentichino di lei. Nico, 1988.

Nico, 1988 Se è vero che alcune luci della ribalta possono rovinare l'incarnato di una ragazza, questo film ci mostra cosa accade quando i riflettori si spengono, i vecchi amici non ci sono più e il passato sembra essere un'ombra ingombrante. Con un lavoro delicatissimo e attento ai dettagli, il reparto costumi su tutti e la coraggiosa e saggia decisione di girare la pellicola in inglese, Susanna Nicchiarelli e la sua protagonista vi faranno emozionare raccontandovi semplicemente una storia sulla vita di qualcuno, una storia dura, ingombrante, scomoda e fuori le righe. Proprio per questo, bellissima. Da restare seduti in poltrona fino alla fine dei titoli di coda.

8

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