New York Academy, la recensione del film con Keenan Kampa

Una giovane ballerina iscritta al conservatorio e un violinista spiantato si incontrano in questo film a base di musica classica e breakdance.

New York Academy, la recensione del film con Keenan Kampa
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Ruby è una giovane ballerina di danza classica che ha ottenuto una borsa di studio per il conservatorio delle arti di Manhattan, dove spera di affinare le sue doti coreografiche e sfondare nel mondo del ballo. Johnnie è invece uno scapestrato violinista di origini inglesi che vive suonando per le strade in attesa del rinnovo della green card, promessogli da un affarista senza scrupoli.
In New York Academy i due si incontrano nella metropolitana mentre ha luogo una dance battle tra due crew rivali e tra loro è amore a prima vista; peccato che il colpo di fulmine venga rovinato dal furto dello strumento del ragazzo, ora senza più un mezzo per guadagnarsi da vivere.
Quando tutto sembra perduto, un concorso per aspiranti musicisti e ballerini (la cui vittoria, oltre ad un ingente premio in denaro, garantirebbe anche il "permesso di soggiorno") consolida il legame tra Ruby e Johnnie, pronti a tutto pur di ottenere il primo posto nella competizione.

All you need is love

Fin dai primi secondi, con il corpo nudo e scolpito del protagonista maschile intento a suonare il violino e l'entrata in scena di lei, bionda e fragile come era facile attendersi, il cuore narrativo di New York Academy (disponibile anche nel catalogo Netflix) gioca a carte scoperte, anticipando l'ennesima love-story a tema musicale che dall'inizio del nuovo millennio in particolare ha caratterizzato diverse produzioni commerciali del filone. Il breve voice-over di entrambi che ne espleta sogni e aspirazioni è solo un'ulteriore conferma del pubblico di teenager ai quali l'operazione è rivolta e che difficilmente resteranno delusi.

Michael Damian, regista specializzato in titoli sentimentali o in sequel straight-to video di cult come Io & Marley 2 - Il terribile (2011), tenta di variare parzialmente le atmosfere in fase di sceneggiatura (scritta a quattro mani con la moglie Janeen) inserendo oltre ai canonici balli a base rap / hip-hop elementi che lo accomunano alla musica classica, con il violino che acquista fondamentale importanza nelle varie sequenze musicali e apre ad una vera e propria sfida senza esclusione di colpi con il rivale snob e di buona famiglia, adempiendo in pieno alla lotta di classe spesso presente in film di questo tipo.

Una storia già vista

I principali problemi dell'ora e mezza di visione risiedono non soltanto in uno script farraginoso e prevedibile, con il pathos totalmente assente, ma anche in un gratuitismo fastidioso nella gestione delle scene di danza, con inutili battle nel bel mezzo della metropolitana o esibizioni senza senso all'interno dell'appartamento dove vivono i vicini di casa di Johnnie.
La love-story viaggia inoltre sui classici stereotipi, tra litigi e riavvicinamenti.
Il cast si rivela efficace soltanto nelle sequenze coreografiche, con la bella Keenan Kampa che, essendo ballerina di danza classica anche nella vita reale, si impegna in prima persona in volteggi e giravolte e restituisce un po' di fascino alle esibizioni, dominate per gran parte da numeri di break-dance stanchi e ripetitivi.

In ruoli secondari o brevi cammei segnaliamo la presenza dell'esotica Sonoya Mizuno, vista nei fantascientifici Ex Machina (2014) e Annihilation (2018) e di Jane Seymour, storica interprete de La signora del west, qui nei panni di una delle insegnanti, che tornerà anche nel sequel (per il resto popolato da personaggi completamente nuovi) di due anni successivo dal titolo New York Academy, Freedance (2018).

New York Academy Lui violinista spiantato in attesa del rinnovo della green-card, lei aspirante ballerina con una borsa di studio per il conservatorio: come canonico nella logica degli opposti, almeno in produzioni sentimentali indirizzate allo specifico pubblico di riferimento, l'amore è prossimo a scoppiare. Ma in questo moderno musical, che cerca di ibridare danza e musica classica all'hip-hop e alla breakdance, non funziona quasi nulla a livello narrativo, con risvolti prevedibili e un finale già scritto sui quali si innescano dinamiche gratuite e poco coinvolgenti, tra dance battle che avvengono senza reali motivi e spunti di riflessione sociale inseriti a casaccio nella spenta sceneggiatura. New York Academy si perde in un sentimentalismo all'acqua di rose, privo di pathos, e in coreografie poco ispirate, solo vagamente illuminate dalle evoluzioni della bella protagonista Keenan Kampa. Il film andrà in onda mercoledì 14 agosto alle 21.15 su ITALIA1 in prima visione TV.

5

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