New in Town, la recensione del film con Renée Zellweger

Una donna in carriera si trasferisce in una piccola cittadina per ridimensionare il personale di una fabbrica nella commedia di Jonas Elmer.

New in Town, la recensione del film con Renée Zellweger
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In New in Town Lucy Hill è una rampante donna in carriera di Miami che lavora come consulente d'alto rango per un'azienda di prodotti alimentari. Un giorno viene mandata dai suoi superiori nella piccola cittadina di New Ulm, in Minnesota, sede di una fabbrica prossima a una pesante ristrutturazione interna in cui lei stessa dovrà decidere gli inevitabili licenziamenti. Fin dal suo arrivo Lucy si trova alle prese con un mondo non suo, sia per il contesto ambientale che per il bigottismo e la trivialità che vigono in loco, trovandosi in netto contrasto con gli operai e con il resto della popolazione. Giorno dopo giorno, complice anche il crescente sentimento che comincia a legarla al capo sindacalista Ted Mitchell, la Nostra scoprirà ben presto il significato delle cose semplici e deciderà di lottare per difendere gli interessi dei lavoratori.

La solita storia

Commedia in rosa costruita su misura per Renée Zellweger, eterna Bridget Jones (qui, in data filmica 2009, non ancora cambiata dal botulino) che domina la scena con la sua bizzarra e tenera simpatia. Peccato che New in Town faccia troppo affidamento sulla sua protagonista e si dimentichi di costruire una storia degna di nota, limitandosi a riciclare quel tipico buonismo di marca statunitense, tra riferimenti alla cultura cristiana e l'immancabile sottofondo natalizio, in cui la tranquilla vita di paese finisce per vincere sulla ricerca del successo figlia della metropoli. Il regista danese Jonas Elmer, già autore non a caso di quel Nynne (2005) considerato come il Bridget Jones nord-europeo, al suo esordio hollywoodiano cade in tutti i tranelli del filone, lasciando che gli eventi procedano per inerzia in una narrazione stereotipata e prevedibile in cui il Bene vince sempre sul Male e dove la storia d'amore è immancabilmente dietro l'angolo.
Una manciata di gag risultano anche discretamente divertenti, su tutte il salvataggio di Lucy ubriaca fradicia in una macchina in panne sotto la tormenta di neve e la battuta di caccia che non va come previsto, ma l'impressione generale è quella di assistere a un film già visto incapace di provocare reali sussulti, reo anche di sprecare un attore di razza come J.K. Simmons in un improbabile ruolo secondario. Un'operazione certamente pensata per un chiaro pubblico di riferimento, che senza troppe aspettative potrà anche risultare soddisfatto, ma priva di meriti artistici o attoriali che la elevino dalla bassa medietà del filone.

New in Town Una Renée Zellweger ancora rampante è l'assoluta protagonista di questa commedia venata di romanticismo che ricicla situazioni e stereotipi a tema, ponendo la frenetica vita di città e l'aspirazione al successo professionale in ovvia, e dallo scontato risultato, lotta contro quella quieta e tranquilla di provincia. New in Town procede per ripetizioni, insistendo allo sfinimento su certi argomenti nella gestione delle gag, e si rivela troppo sdolcinato nella gestione sentimentale, lasciando annegare il sorriso della bionda attrice in un mare di caramello a uso e consumo di casalinghe disperate.

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