Prima di cominciare a parlare dell'esordio nella regia cinematografica per Riccardo Paoletti, proveniente dall'universo degli spot pubblicitari, è bene precisare che Neverlake fa parte del progetto Web Movies, che, lanciato nel 2012 da Rai Cinema, prevede film di genere ideati e prodotti per la rete; tra i quali anche Fairytale, prodotto dalla stessa Manuela Cacciamani che qui firma, inoltre, la sceneggiatura insieme a Carlo Longo.
Sceneggiatura che parte dalla figura della sedicenne americana Jenny alias Daisy Keeping, la quale, nata in Italia ma trasferitasi negli Stati Uniti a vivere con la nonna in seguito alla morte della madre avvenuta quando era ancora piccola, torna nel paese degli spaghetti per far visita a suo padre, ex chirurgo e studioso degli antichi Etruschi che ha vissuto in Toscana per vent'anni.
Ex chirurgo cui concede anima e corpo il David Brandon che i fan dell'exploitation nostrana su celluloide ricorderanno sicuramente per aver preso parte, tra gli altri, a Caligola: La storia mai raccontata (1982) di Joe D'Amato, Deliria (1987) di Michele Soavi e La casa 5 (1990) di Claudio Fragasso; mentre la ragazzina fa conoscenza con i bambini di un orfanotrofio che, una sera, la conducono al Lago degli idoli, un importante sito archeologico sul fondo del quale sono state ritrovate numerose statuette di bronzo risalenti a più di tremila anni fa e dove assiste all'apparizione delle anime di tre giovanissimi etruschi.
Il mistero del lago scuro

Statuette che, a quanto pare rappresentanti figure od organi umani e gelosamente conservate dal dottore nel suo studio, Jenny si trova a dover recuperare su richiesta delle tre anime; man mano che prendono forma circa ottantasei minuti di visione classificabili più come favola nera che in qualità di film dell'orrore vero e proprio.
Perché, tra primi piani di volti di bambole che richiamano inevitabilmente alla memoria determinati cult e classici della paura del passato (da Chi giace nella culla della zia Ruth? di Curtis Harrington a Profondo rosso di Dario Argento) e disegni naif, è chiaramente l'inquietante universo infantile ad essere protagonista di buona parte dell'elaborato.
Quell'inquietante universo infantile che tanto piace ai film di paura iberici d'inizio terzo millennio (pensiamo solo a The orphanage di Juan Antonio Bayona) e che sembra qui quasi riecheggiare determinate tematiche ed atmosfere del poco celebrato Zombies - La vendetta degli innocenti (2006) di J.S. Cardone.
Man mano che l'insieme, costruito in maniera efficace su lenti ritmi di narrazione, si rivela altamente valido dal punto di vista tecnico (meritano la citazione le splendide sequenze oniriche ambientate all'interno del lago), lasciando il meglio per i suoi ultimi minuti, giocati in modo abile tra lo scioglimento della matassa ed un inseguimento nel bosco culminante sott'acqua.