Recensione Nella valle di Elah

E' più facile scoprire la verità o fronteggiarla?

Recensione Nella valle di Elah
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Le ripercussioni di una guerra, molte volte, oltre che sugli aggrediti ricadono anche sui vincitori; in particolar modo quando un conflitto comincia con atti unilaterali e si basa su falsità e menzogne. Le guerre mettono a nudo chi le compie, scoprendo il ventre molle di ogni singola persona che, suo malgrado, si trova a contatto con esse. E non c'è bisogno di avere un M16 in mano, od una cintura di tritolo sotto la camicia per scontrarsi con la realtà dei conflitti.Hank Deerfield (un superbo Tommy Lee Jones) è un marine in pensione, orgoglioso della sua carriera nella polizia militare e con tre figli, due morti in guerra (in Jugoslavia) ed uno che sta per tornare dall'Iraq. Il tanto atteso giorno del rientro, finalmente, arriva, ma del giovane soldato nessuna traccia, né a casa, né nella base del suo plotone. Hank allora, fiutando il marcio, decide di vederci chiaro partendo in macchina per la città dove suo figlio dovrebbe essere alloggiato, in modo tale da scoprire cosa gli sia accaduto. Gli ambienti militari però si dimostreranno fin da subito molto scostanti e quasi infastiditi, finché una giovane detective e madre single, Emily, (interpretata da Charlize Theron), scoprirà ai bordi di una highway un corpo carbonizzato e fatto a pezzi che purtroppo si rivelerà essere quello del figlio di Hank. I due cominciano allora un'indagine clandestina, volta a scoprire le modalità e i fini del, o dei, killer. Ma la verità non sarà per nulla facile da fronteggiare

Haggis colpisce ancora, e lo fa con la consueta violenza; nella valle di Elah è un film che non concede sconti, l'azione è serratissima e tutta la vicenda si dipana senza né eufemismi né concessioni al romanzo (o romanzesco). La storia di Hank ed Emily, è un dramma duro ma che riesce nella difficilissima impresa di non essere mai retorico o, peggio ancora, politico. Al regista interessano poco le complicazioni politiche o le presunte colpe di ognuno, il suo sguardo si posa più sull'essere umano e sulle varie sfumature che il suo comportamento può assumere in situazioni completamente diverse. Haggins non dà giudizi, mai, si limita a raccontare una storia, la straziante avventura di un padre che si trova a confrontarsi, prima ancora che con le mostruosità del pantano iracheno, con se stesso e con le sue convinzioni da Americano al 100%. Straordinaria è da questo punto di vista, la costruzione del rapporto fra Hank e sua moglie, una bravissima e commovente Susan Sarandon, che agisce da coscienza del protagonista, rinfacciandogli continuamente le sue colpe (l'aver dato ai figli un'educazione militarista, il complesso di inferiorità del figlio minore, l'esaltazione del'esercito...), ma, al tempo stesso, apparendo come unico conforto in un mondo che sembra essersi completamente smarrito.Ottima anche la prova della Theron che, dopo Monster, torna a vestire i panni di una donna complicata (ma, in questo caso buona) stretta fra un ambiente di lavoro maschilista e le difficoltà nell'educare un figlio da single.
Dal punto di vista registico e della sceneggiatura non c'è quasi nulla da rimproverare, le due ore e passa di film scorrono senza remore e con pochissime frizioni, per lo più concentrate nella parte centrale dove Hank diventa leggermente ripetitivo, ma tutto sommato si parla di difetti veramente minimali in un'opera come questa.In Definitiva Haggins ha fatto per l'Iraq quello che Oliver Stone con il suo nato il 4 Luglio, fece per il Vietnam, uscendo dalla Storia, è riuscito a raccontare delle storie; senza per questo rinunciare a riflettere. Nella valle di Elah non è un film politico, e nemmeno un'opera di denuncia, l'Iraq poteva essere il Vietnam, la Normandia, la Corea, non ha importanza. Quello che conta è il far capire a che livelli di mostruosità è in grado di arrivare l'uomo se si trova nelle condizioni di poter fare del male, ma anche i livelli di generosità estrema cui può giungere un padre per scoprire la verità su suo figlio.

Nella valle di Elah Nella valle di Elah è un ottimo thriller, ben girato e con attori veramente in stato di grazia; oltre a questo abbiamo anche un forte messaggio antimilitarista ed una bella riflessione sulla violenza. Haggins si conferma come uno dei talenti emergenti della nuova Hollywood, sarebbe un peccato perdersi questa sua seconda opera come regista.

8.5

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