Recensione Nave fantasma

Gabriel Byrne, Julianna Marguiles e Karl Urban sono i membri di una squadra intenta a perlustrare il relitto di una nave fantasma nel discreto horror diretto nel 2002 da Steve Beck.

Recensione Nave fantasma
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Il capitano Sean Murphy è a capo di una squadra specializzata nel recupero dei relitti in mare, comprendente tra gli altri Maureen, donna tenace e coraggiosa. Un giorno il team viene contattato da Jack Ferriman, il quale gli propone di recuperare la carcassa di una nave data per scomparsa nel 1962 in circostanze misteriose. Giunti sul transatlantico Murphy e i suoi uomini scoprono che questi cela al suo interno incredibili ricchezze e, decidendo di non avvertire le autorità, si preparano al trasbordo di un ingente quantitativo di lingotti d'oro. La nave però è abitata dagli spiriti del vecchio equipaggio, per nulla intenzionato a far fuggire i nuovi arrivati. L'unica speranza di salvezza sembra risiedere nella figura di Katie, lo spirito di una bambina, che ha stretto una sorta di fiducia con Maureen.

Ghost Ship

Parte subito col botto quest'horror diretto nel 2002 da Steve Beck e ambientato a bordo di una "classica" Nave fantasma: il prologo, ambientato nel passato, ci regala una splendida e disperata sequenza di morte nella quale sopravvive soltanto una bambina. Sequenza splatter conturbante e di gran fascino, accompagnata da una versione al femminile di Senza fine di Gino Paoli, interpretata da una cantante italiana (che ha il volto di Francesca Rettondini, doppiata però proprio durante la canzone); solo uno dei tanti punti d'ispirazione riguardanti il nostro Paese, tanto che la struttura del transatlantico maledetto è basata su quella dell'Andrea Doria, anch'esso famoso per la tragedia, purtroppo reale, del 1956. Il film dopo il prorompente inizio si prende una pausa per introdurre i vari protagonisti della partita, discretamente variegati grazie anche ad un cast di tutto rispetto (tra gli altri, Gabriel Byrne, Julianna Margulies e Karl Urban) che si adatta con un certo mestiere ai rispettivi ruoli. Il problema maggiore dell'operazione, come confermato anche dalle diverse riscritture in fase di sceneggiatura, risiede in un'incertezza narrativa che salta senza il corretto equilibrio da divagazioni introspettivo / psicologiche a uno sguardo fisso ai canonici b-movie a tema, non trovando una propria personalità ben distinta. Gli stessi effetti speciali sono a corrente alternata, con alcune sequenze di buona resa (oltre alla sopracitata scena iniziale) ed altre fin troppo "finte", in particolare nel finale subacqueo che rende ben poca giustizia all'evoluzione della storia. Non tutto però è da "buttare a mare": l'atmosfera è a tratti ispirata e il ritmo, soprattutto nell'ultima mezzora, risulta abbastanza coinvolgente garantendo la giusta dose di divertimento all'appassionato, ribadendo però che si sarebbe potuto osare un pochino di più.

Nave fantasma Una sceneggiatura tormentata (come ben visibile nell'improbabile epilogo) è forse la maggior pecca di questo altrimenti discreto horror d'ambientazione "marinaresca". Nave fantasma è sin troppo indeciso sulla strada da seguire e si divide tra momenti di efficace atmosfera e tipico splatter di genere, divertendo in più occasioni con un certo gusto ma peccando nella coesione narrativa e nella gestione del gruppo di protagonisti. Fortunatamente Steve Beck dirige con un certo mestiere il buon cast a disposizione, rendendo la visione piacevole anche se non del tutto convincente.

5.5

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