Recensione Natale in Sudafrica

Recensione del cinepanettone Filmauro 2010

Recensione Natale in Sudafrica
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Ventisette anni di film di Natale targato Filmauro. Ventisette anni ma non ventisette film, come invece ripete sempre il produttore Aurelio De Laurentiis, in quanto, se non abbiamo fatto male i conti (e non li abbiamo fatti male), questo Natale in Sud Africa rappresenta il ventiquattresimo appuntamento natalizio Filmauro. Del resto, negli anni Ottanta, dopo il primo, mitico Vacanze di Natale (1983) diretto da Carlo Vanzina, soltanto Yuppies 2 (1986) di Enrico Oldoini e Montecarlo Gran Casinò (1987) - sempre a firma del figlio di Steno - rappresentarono le produzioni comiche De Laurentiis distribuite a fine dicembre, divenute il tormentone tricolore fisso annuale poi denominato "cinepanettone" solo a partire da Vacanze di Natale '90 (1990).
Tormentone annuale che ha avuto quale ospite fisso Christian De Sica, ma di cui non bisogna assolutamente dimenticare che, come accadde per Yuppies-I giovani di successo (1986), uscito nei cinema a Pasqua, non fecero parte il primo Anni '90 (1992) e Tifosi (1999), entrambi distribuiti in ottobre.
Come già anticipato qualche riga più su, allora, è il ventiquattresimo cinepanettone prodotto da Aurelio De Laurentiis questo del 2010, diretto dall'ormai fido Neri Parenti che ne firma anche la sceneggiatura insieme a Domenico Saverni, Alessandro Bencivenni, Paolo Logli e Alessandro Pondi, con i quali aveva curato lo script del precedente, deludente Natale a Beverly Hills (2009).

Ritorni e new entry

A parte l’immancabile De Sica, Massimo Ghini è l’unico elemento del cast ad aver preso parte ad alcuni dei precedenti capitoli della saga natalizia, qui al suo quinto cinepanettone. Tutti gli altri sono alla loro prima avventura Filmauro sotto l’albero, anche Max Tortora, che aveva comunque già lavorato cinematograficamente con il figlio del grande Vittorio in The clan (2005).

Belén e le bestie

Quindi, De Sica veste questa volta i panni di Carlo, il quale, in vacanza in Sud Africa insieme alla seconda moglie Susanna alias Barbara"Io e Marilyn"Tabita, incontra per uno strano scherzo del destino il fratello minore Giorgio, interpretato da Max Tortora, suo ex socio in affari che lo truffò e gli portò via la compagna Marta, con le fattezze di Serena Autieri.
E, mentre assistiamo ai due che, entrambi ritrovatisi squattrinati, tentano di truffarsi a vicenda tra scambi di borse e valigette contenenti soldi e diamanti, abbiamo anche Massimo Ghini nel ruolo del noto chirurgo Massimo Rischio e Giorgio Panariello in quello del ricco macellaio toscano Ligabue detto Bue, i quali decidono di regalarsi per Natale una vacanza-safari nella Savana insieme ai rispettivi figli: Laura, con il volto della Laura Esquivel nota per la serie televisiva Il mondo di Patty, e Vitellozzo, con quello dell'esordiente Alessandro Cacelli. Completano il quadro Mauro alias Brenno Placido, spasimante di Laura che la raggiunge a sorpresa nel posto, e la giovane entomologa Angela, cui concede più corpo che anima Belén Rodriguez, la quale, alla ricerca del mitico insetto Lepidotterus Ceruleus Paradisiacus, finisce per attirare l'attenzione di Massimo e Ligabue, che cominciano maldestramente a corteggiarla.

Benvenuti (?) al Sud... Africa!

Come c'era da aspettarsi, quindi, non mancano (dis)avventure con la fauna locale, dai serpenti agli ippopotami, i quali fanno esclamare al mattatore della risata sotto l'albero "Ma che era, ‘no tsumani de merda?" dopo avergli scaricato addosso l'effetto dei lassativi.
E pensare che, nonostante un "frozen" confuso per "frocio", "Non era un cammellino, era ‘na pecorina", detta dopo il ritrovamento di una coppia morta durante la copula, e immancabili (e gratuite) toccate pubiche tra De Sica e Tortora, in questo cinepanettone 2010 la volgarità sembra essere molto meno presente rispetto al già citato, insostenibile Natale a Beverly Hills.
Il grosso problema, questa volta, non sono parolacce e liquidi fisiologici vari, inclusi senza disturbare troppo e in maniera decisamente più dosata rispetto ad altri prodotti analoghi, ma l'impressione (evidente) che la pellicola sia stata girata in fretta e furia da Parenti, impegnato anche nelle riprese di Amici miei-Come tutto ebbe inizio, soltanto per rispettare l'annuale appuntamento cinematografico di De Sica & co.
Infatti, sebbene, a partire da Merry Christmas (2001), la formula strutturale e narrativa su cui Filmauro ha costruito i suoi cinepanettoni sia rimasta bene o male la stessa film dopo film, in questo caso si avverte non poco la totale mancanza di idee, tanto che il regista non solo ricicla situazioni già sfruttate nei lavori precedenti, ma arriva perfino ad autocitarsi facendo emettere un esagerato rutto fantozziano (ricordiamo che Parenti ha diretto la maggior parte dei film dedicati al maldestro ragioniere interpretato da Paolo Villaggio) a Panariello, qui in una delle sue peggiori prove e preso anche a sfoggiare "Omo di lombo è sicuro che trombo".
E, mentre del tutto inutile risulta la vicenda giovanilistica di Laura Esquivel, probabilmente inserita nel cast solo per attirare in sala gli spettatori più piccoli, non si ride e si fatica a rimanere pazientemente seduti in sala, ammorbati da una piatta regia che, ulteriormente penalizzata da un montaggio pessimo, sembra porsi al servizio di quello che lascia intuire in maniera drastica la vicinanza del tramonto di un filone tanto gettonato dal pubblico tricolore.

Natale in Sudafrica L’unico momento che riesce a strappare una fragorosa risata è quello in cui Laura Esquivel si avvicina a Christian De Sica, fingendo che sia suo padre e dicendogli: “Sto con due ragazzi contemporaneamente, mi sento un po’...” e lui la interrompe: “E un po’ troia, che c’è di male?”. Occorre andare avanti? Fiacco, noioso e quasi tutto costruito su situazioni riciclate e già viste, oltre che su immagini da cartolina ed insistite inquadrature ravvicinate del posteriore di Belén Rodriguez, Natale in Sud Africa rimane con ogni probabilità uno dei peggiori (forse il peggiore) cinepanettoni sfornati dalla Filmauro. Si vocifera che, non accreditati, abbiano preso parte alla sceneggiatura anche Fausto Brizzi e Marco Martani, collaboratori agli script di alcuni dei migliori tasselli della saga natalizia da ridere. Speriamo tanto che ciò non sia vero.

4

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