Recensione Natale a Beverly Hills

Recensione del cinepanettone 2009

Recensione Natale a Beverly Hills
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Da quel fatidico 1983, anno in cui Carlo Vanzina, sotto produzione De Laurentiis, sfornò lo splendido Vacanze di Natale, riuscito mix di sentimenti, ironia e hit musicali del periodo, quasi ogni anno ha bussato alle nostre porte il fenomeno cinematografico natalizio poi denominato Cinepanettone.
Un fenomeno cinematografico che, basato principalmente su soggetti sotto l'albero addobbato infarciti con paesaggi di località turistiche, gruppi di italiani più o meno medi in vacanza e, soprattutto, abbondanti dosi di comicità, è arrivato a festeggiare nel 2008, con l'apprezzabile Natale a Rio di Neri Parenti, le nozze d'argento.
Nozze d'argento cui è giunto attraversando oltre due decenni che lo hanno visto cambiare registi (da Enrico Oldoini al già citato Parenti) e scenografie (da Cortina ad Amsterdam, passando per St. Moritz e Aspen), mantenendo però intatti due elementi: la produzione Filmauro e il nome di Christian De Sica; il quale, tra i vari Jerry Calà, Massimo Boldi, Ezio Greggio ed Enzo"Er Cipolla"Salvi, è l'unico ad essere stato presente in tutti i titoli che costituiscono il filone, ora tornato in terra nordamericana dopo il non disprezzabile Natale a Miami (2005) e il mediocre Natale a New York (2006).

La stagione dei ritorni

Sabrina Ferilli torna per la terza volta nel cast di un Cinepanettone, dopo Christmas in love (2004) e Natale a New York (2006). A quest'ultimo, prese parte anche Massimo Ghini, visto prima in Natale a Miami (2005), poi in Natale a Rio (2008), che segnò l'entrata nella serie per Emanuele Propizio e la seconda partecipazione alla commedia di Natale Filmauro per Michelle Hunziker, dopo Natale in crociera (2007).

E anche questo Natale...

Qui, sempre sotto la regia di Parenti, lo troviamo a Los Angeles nei panni di Carlo, il quale, improvvisamente abbandonato dalla molto più vecchia compagna, incontra dopo diciassette anni Cristina, con le fattezze di Sabrina Ferilli, che lasciò sola quando era incinta del figlio Lele, interpretato da Emanuele Propizio. Ed è Massimo Ghini a fare da padre putativo a quest'ultimo, che s'invaghisce della bella Susanna alias Michela Quattrociocche, figlia del proprietario dell'albergo Claudio, nei cui panni troviamo Paolo Conticini.
Mentre veniamo a conoscenza anche della bagnina Serena e il ristoratore Marcello, rispettivamente con i volti di Michelle Hunziker e Alessandro Gassman, il cui imminente matrimonio rischia di subire un cambio di percorso. Infatti, a seguito di qualche bicchierino di troppo durante la sera dell'addio al nubilato, la ragazza finisce per ritrovarsi nella camera d'albergo del produttore di protesi per chirurgia estetica Rocco, cui concede anima e corpo Gianmarco Tognazzi, vecchio compagno di liceo del futuro marito. Pur non accadendo nulla tra i due, ne consegue un innamoramento tale da spingere l'uomo a tramare qualsiasi cosa pur di convincerla a non convolare a nozze.

Non è un'altra stupida commedia italiana?

E, sotto certi aspetti, dinanzi a questa vicenda pre-matrimoniale, che poi è quella che apre il lungometraggio, viene da ripensare vagamente anche al gradevole Non dire sì-L'amore sta per sorprenderti (2005) di Stefan Schwartz, mentre Rocco inscena fuochi d'artificio con dedica e consegna fiori accompagnati da bigliettini amorosi al fine di far passare Marcello per un infedele agli occhi di Serena.
Ma, se già i solitamente lodevoli Gassman e Tognazzi appaiono troppo caricaturali nell'evidente tentativo di rifare la coppia rappresentata a suo tempo dai genitori Vittorio e Ugo (anche se Gianmarco Tognazzi smentisce), le cose vanno decisamente peggio quando sono in scena Propizio e la mocciana Quattrociocche, presi a cimentarsi in duetti che risultano inversamente proporzionali (parlando di qualità) a quello che vide protagonisti Marlon Brando e Susannah York durante l'apertura del primo Superman (1978).
Per non parlare della sceneggiatura che, orfana degli ottimi Fausto Brizzi e Marco Martani, sostituiti con Alessandro Pondi e Paolo Logli (la fiction L'uomo che cavalcava nel buio nel curriculum) al fianco degli immancabili Alessandro Bencivenni, Domenico Saverni e lo stesso Parenti, tenta di camuffare la pochezza di idee dietro volgarità visive e verbali degne del peggior umorismo da caserma.
Tra uno sconcio tatuaggio ascellare dello sboccato De Sica e il cognome del personaggio di Ghini (qui non possiamo scriverlo) che non ha bisogno di alcuna spiegazione, si spazia infatti da presunti peti acquatici all'urina, passando per una brutta esperienza con gli escrementi proto-Non è un'altra stupida commedia americana (2001).
Con apparizioni dell'attrice americana Jo Champa e del Rossano Rubicondi del gossip nostrano, senza riuscire a far ridere nessuno, per quello che si presenta di sicuro come uno dei peggiori e più fiacchi tasselli della saga natalizia targata De Laurentiis, capace di spingere a rivalutare perfino episodi poco felici quali Bodyguards-Guardie del corpo (2000) e Natale in India (2003).

Natale a Beverly Hills Dopo Natale a Miami (2005) e Natale a New York (2007), il Cinepanettone Filmauro, sotto la regia del solito Neri Parenti, torna in terra nordamericana con questo nuovo capitolo che, come da tradizione, si struttura su due episodi: uno interpretato da Michelle Hunziker, Gianmarco Tognazzi e Alessandro Gassman, l’altro dall’immancabile Christian De Sica, affiancato da Massimo Ghini, Sabrina Ferilli, Paolo Conticini e i giovani Emanuele Propizio e Michela Quattrociocche. Purtroppo, però, tra recitazione nel complesso mediocre (quando non pessima) e pochezza di idee camuffata dietro volgarità visive e verbali degne del peggior umorismo da caserma, si spazia dal fastidioso turpiloquio agli escrementi. Per quello che, orfano in sceneggiatura degli ottimi Fausto Brizzi e Marco Martani, oltre a non riuscire in alcun modo a strappare risate, si presenta di sicuro come uno dei peggiori e più fiacchi tasselli della saga natalizia targata De Laurentiis, capace di spingere a rivalutare perfino episodi poco felici quali Bodyguards-Guardie del corpo (2000) e Natale in India (2003).

4.5

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