Recensione Nana 2

Continuano le avventure delle due Nana, alla ricerca della felicità.

Recensione Nana 2
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La febbre del secondo Nana

Dopo poche settimane dall’uscita del primo film di Nana, viene annunciata l’intenzione di produrre, entro brevi periodi, un novo capitolo filmico tratto dal manga, che verrà semplicemente chiamato Nana 2. La storia si ripete ed imperversa in tutto il Giappone la Nana mania (per la seconda volta). Per tutto il periodo precedente all’uscita in sala del film, ci si può imbattere in mostre, trailer proiettati sui grandi schermi di Shibuya, menù tematici nei ristoranti, dedicati alle due eroine. Il film esce nelle sale a Dicembre 2006, ma nonostante le grandi aspettative si piazza, al suo esordio, solo al quarto posto (laddove “Nana - The Movie” era rimasto primo in classifica per ben tre mesi).

Dove eravamo rimasti...

Il tutto si compone come un immenso flashback che si propone di raccontarci gli avvenimenti dei mesi precedenti alla prima scena del film. La lente d’ingrandimento, precedentemente puntata sulla carriera musicale dei Blast, si allontana, allargando la visuale anche sugli altri personaggi. Nana Komatsu (Yui Ichikawa), staccata dai suoi vecchi impegni sentimentali, vive un periodo difficile che, se da un lato le fa perdere il proprio lavoro, dall’altro l'avvicina al suo idolo musicale: il bassista dei Trapnest, Takumi (Tetsuji Tamayama). Quella che per molti versi sembrava essere una relazione impossibile, relegata al mondo dei sogni, diventa qualcosa di sempre più emotivamente complicato, fino a portare Nana alla decisione di rompere il rapporto. Scelta aiutata dall’intrusione sentimentale di un nuovo pretendente, Nobu (Hiroki Narimiya). Ma quando le cose sembrano ormai prendere la strada dell’ “happy ending”, Nana scopre di essere incinta e ripiomba in una situazione decisamente ardua. Parallelamente Nana Osaki (Mika Nakashima) vive la complessa fase del raggiungimento della popolarità, dei primi concerti e dei primi contratti con una major discografica. A rendere più impervia la scalata verso il successo sarà la sua relazione con il chitarrista dei Trapnest, Ren (Nobuo Kyou), resa nota dai paparazzi prima del debutto ufficiale della band di Nana.

Nuove luci e nuovi interpreti...

La prima cosa lampante del film, è il nuovo approccio fotografico della pellicola, che segue trame più spettacolari, luci da palco e atmosfere soffuse. La stessa prima scena ci presenta Tokyo dall’alto, illuminata dalle sue caratteristiche luci commerciali, e dai riflettori che accerchiamo il palco dei Black Stones. Questa scelta contestualizza l’intera serie di scenografie successive, che mantengono gli stessi caratteri del film precedente, ma che in un altro modo sarebbero apparse finte e fuori tempo. Il primo personaggio che incontriamo all’interno della storia è Nana/Hachi, che ci svela un altro particolare della pellicola. Al momento dell’ideazione di Nana 2, la casa produttrice aveva confermato l’intero cast del film precedente. Successivamente, però, molti degli attori protagonisti hanno dovuto rinunciare alla parte, per apparenti problemi di incompatibilità con altri lavori. Il cast appare quindi rinnovato nei suoi tratti principali, che rimangono fissi solo per quanto riguarda il personaggio di Nana Osaki. I nuovi attori, però, si calano bene all’interno della parte e, a livello espressivo, forse ci donano anche qualche emozione in più dei precedenti. Notevole è comunque la facilità con cui si possa passare da un film all’altro, senza sentire la spossatezza psicologica provocata dal cambio di attore in un ruolo principale.
Per quanto lievemente migliorato a livello di ritmica, Nana 2, rimane comunque un film dai passaggi lenti, che si perdono ancora una volta in dissolvenze a nero che interrompono il filo della narrazione. A volte sembra di trovarsi davanti ai capitoli separati del manga, e non davanti ad un racconto del tutto omogeneo. Contrariamente alla piattezza emotiva riscontrata nel primo film, qui i sentimenti ed i colpi di scena sono meglio distribuiti, riducendo al minimo, anche se non eliminandoli del tutto, i momenti noiosi ed apatici e concedendo allo spettatore una fruizione più piacevole della storia.
Un altro piccolo aspetto negativo lo si può riscontrare all’interno della sceneggiatura del film. Come per il precedente capitolo, Nana 2 si presenta come una trasposizione filmica del manga, accompagnato da etichette che riportano slogan del tipo “100% manga”. Purtroppo al momento della produzione filmica, il manga di Ai Yazawa non era stato ancora terminato e, piuttosto che lasciare la strada aperta ad un terzo film, privando il secondo di una conclusione, si è deciso di modificare gli eventi e condurli verso un triste lieto fine. Si perde quindi la coerenza con il manga, che si era mantenuta, se pur con tagli sparsi, per quasi tutta la durata della narrazione. Il finale non risolve alcuni degli spunti disseminati nel corso del racconto e sembra falsare il corso degli eventi fino a quel momento mantenuto.

In Italia, il DVD di Nana 2, ancora una volta distribuito da Onemovie, arriva nei negozi in contemporanea con il primo film di Nana. A livello tecnico presenta le stesse caratteristiche: buona qualità delle immagini, senza nessun inconveniente dovuto alla compressione video, e la possibilità dell’audio in multicanale. Ancora una volta si dà particolare importanza all’aspetto estetico della confezione in color giallo, che rimanda alla copertina del film stesso. Completamente assenti i contenuti speciali all’interno del DVD, nonostante la grande quantità di extra prodotta in Giappone.

Nana 2 Nana 2 è un film che va visto, almeno per continuità col capitolo precedente, migliorato a livello d’immagine, pur rimanendo comunque un prodotto di scarso interesse per il pubblico situato al di fuori della cerchia dei fan del manga. Il minore successo riscosso ai botteghini giapponesi fa pensare che probabilmente non ci sarà un terzo film ispirato al lavoro di Ai Yazawa, ma non essendo questo ancora terminato, non sappiamo cosa la produzione “live action” possa riservarci in futuro.

7

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