A Naija Christmas recensione: il Natale come una sfida fraterna su Netflix

Il film diretto da Kunle Afolayan e scritto da Kemi Adesoye è arrivato direttamente su Netflix il 16 dicembre 2021

A Naija Christmas recensione: il Natale come una sfida fraterna su Netflix
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A Naija Christmas, lungometraggio diretto da Kunle Afolayan (The Bridge, Mokalik) con la sceneggiatura di Kemi Adesoye (Phone Swap, The Figurine) è una classica produzione natalizia (a tal proposito vi consigliamo la nostra recensione di Un Bambino chiamato Natale), non solo e soltanto per la finestra d'uscita, ma anche per il contenuto fortemente improntato su questa festività. Una commedia che, nonostante le risate più o meno diffuse e un intreccio narrativo molto ricco, rimane incastrata in ripetizioni largamente evitabili. Pochi giorni ci separano dall'importante celebrazione e come ogni anno Netflix propone ai suoi iscritti un vasto e variegato programma di titoli originali per allietare il pubblico (vi invitiamo a scoprire qui i film Netflix di dicembre 2021).

Il tema natalizio è sia pretesto che contesto dell'intera vicenda e senza di esso la pellicola non riuscirebbe realmente a partire e funzionare. Tutto, infatti, comincia con una scommessa di tre fratelli che promettono alla madre di trovare una moglie prima del 25 dicembre: il primo che riuscirà nell'impresa erediterà la ricca casa di famiglia. Chi vincerà tra i tre, ognuno con diverse problematiche e ostacoli da affrontare? Leggerezza e risate con poche pretese coronano il nuovo lavoro del veterano Kunle Afolayan (che ha già lavorato in precedenza con la sceneggiatrice Kemi Adesoye), disponibile dal 16 dicembre 2021 su Netflix.

A Naija Christmas: ironia e musica

Il titolo si apre con una delle prodezze amorose del fratello maggiore della famiglia, Ugo, che puntualmente viene umiliato non solo dalla nuova ragazza di turno, ma anche dalle altre sue ex.

È palesato fin dal principio che il personaggio, per quanto si professi un Don Giovanni, non riesce esattamente a gestire una relazione, ma non è l'unico; come scopriamo subito dopo anche i fratelli minori Obi e Chike hanno dei problemi di cuore. Ecco che le sfortune sentimentali e gli equivoci vengono messi immediatamente in primo piano e alimentano quasi del tutto il copione del lungometraggio, anche perché il fulcro vero e proprio della commedia si rivela essere la sfida tra i tre lanciata dalla madre. Da qui nascono tanti divertenti malintesi, intrecci con altri personaggi secondari su uno sfondo natalizio che aggiunge pepe alla storia oltre a fornire effettivamente un quadro temporale circoscritto nel quale si colloca la vicenda. Tanto spazio in sceneggiatura, inoltre, è riservato alla musica, cuore pulsante della comunità nigeriana che esprime, tra cori e canti gospel, una religiosità spiccata e fortemente partecipativa. Quest'ultimo elemento è assolutamente imprescindibile per la risoluzione della trama, che al contempo fornisce, con leggerezza, un necessario ed interessante spaccato sociale.

Al contrario la regia rimane ipodermica, considerando che A Naija Christmas si regge quasi interamente sulla scrittura sia dei personaggi che delle divertenti situazioni che accadono all'interno della storia. L'occhio del regista, infatti, risulta spesso e volentieri anonimo, con qualche piccolo momento suggestivo che talvolta esprime l'importanza dei legami, sia affettivi che famigliari. Ad ogni modo, tale scelta, nonostante non sia perfetta, acquisisce senso man mano che l'intreccio si sviluppa, dando più voce ai protagonisti e alle loro vicende sfortunatamente ironiche e paradossali.

Una commedia degli equivoci troppo reiterata

Tornando alla scrittura di A Naija Christmas, il copione, per quanto sia divertente nel suo rappresentare una classica e già ampiamente collaudata commedia degli errori, pecca nel reiterare eccessivamente alcune situazioni che risultano ridondanti e ripetitive. Ad un certo punto della storia si ha l'impressione di rivivere alcuni frammenti narrativi e ciò, inevitabilmente, va ad allungare anche il timing della pellicola che si attesta intorno alle due ore. Forse con una mezz'oretta in meno il risultato sarebbe stato più centrato ed efficace, senza troppi giri inutili. Per ciò che concerne i personaggi, invece, ci troviamo di fronte all'elemento più apprezzabile e funzionante del film.

In particolare, i tre protagonisti risultano freschi e divertenti, ognuno con il proprio carattere peculiare, ma accumunati dal totale fallimento amoroso. Anche se qualche battuta è di troppo, i personaggi funzionano e solo Tony Torpedo, l'elemento di opposizione del film (chiamarlo antagonista sarebbe forse eccessivo), è troppo stereotipato e più che rappresentare un ostacolo contribuisce, un po' involontariamente, ad alimentare l'umorismo dell'intero lungometraggio.

Gran parte del successo dei protagonisti è dovuto alle interpretazioni di Kunlo Reni (Ugo), Efa Iwara (Obi) e Abayomi Alvin (Chike), con una menzione speciale della compianta Rachel Oniga, leggendaria attrice di Nollywood (la Hollywood nigeriana) che interpreta Agatha Agu, ricordata prima dell'inizio del titolo. Senza il suo contributo, la pellicola non sarebbe stata la stessa, anche perché il suo personaggio rappresenta il più importante motore della trama, oltre che uno spunto vivissimo per gag e battute.

A Naija Christmas A Naija Christmas è una tradizionalissima commedia natalizia che funziona in particolar modo grazie ai tre protagonisti che generano gag e battute simpatiche, non eccessivamente originali, ma che riescono ad intrattenere il pubblico. Se la regia è quasi invisibile, il copione fa il suo dovere, presentando una storia semplice e senza pretese, adatta al suo scopo: divertire con leggerezza ricalcando grandi classici del genere. Purtroppo, qualche ripetitività affossa un po' la narrazione che comunque raggiunge un risultato sufficiente.

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