Recensione Mr. Bean’s Holiday

Mr. Bean ritorna sul grande schermo

Recensione Mr. Bean’s Holiday
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Laureato in ingegneria elettronica alla Oxford University, poi attore comico, teatrale e televisivo. Una storia che colpirebbe chiunque, quella di Rowan Atkinson. Se ci azzardassimo a chiedere in giro: conoscete Rowan Atkinson? Sicuramente quasi nessuno risponderebbe si, ma se provassimo a menzionare il nome di Mr. Bean, illustre attore comico londinese, la maggior parte delle persone non avrebbe difficoltà a riconoscerlo. La sua prima apparizione televisiva avvenne nel lontano 1990, quando introdusse per la prima volta un personaggio che sarebbe diventato famosissimo di lì a poco: neanche a dirlo, si parla proprio di Bean. Andando avanti con gli anni, il personaggio, già di successo, approdò in Italia come nella maggior parte degli stati europei, attirando a sè milioni di telespettatori e fan. Finalmente, nel 1997 arriva a interpretare, sul grande schermo, il suo personaggio chiave in: Mr. Bean - L’ultima catastrofe, incassando più di 260 milioni di dollari. Seguiranno Johnny English (2001), Rat Race (2001), e in questol 2007, una volta divenuto il più ricco attore del Regno Unito, lo troviamo a recitare nel film: Mr. Bean’s Holiday.

La lotteria di quartiere

Steve Bendelack, famoso regista di numerose commedie televisive inglesi, già direttore di documentari, spot, spettacoli di vario genere, torna sul grande schermo per filmare le disavventure ed equivoci di una persona qualunque: Bean. La trama prende il via da un fausto avvenimento: Mr. Bean vince la lotteria di quartiere. I premi sono una fantastica videocamera digitale e uno splendido viaggio nel sud della Francia con conclusione a Cannes, proprio nei giorni del rinomato festival del cinema. Parte in questo modo, quindi, il viaggio del nostro protagonista sul famoso Eurostar Londra-Parigi. Preso dall’euforia, inizia a filmare tutto quello che lo circonda, chiedendo persino a un passeggero del treno, il famoso regista Emil Duchesvsky (in compagnia di suo figlio Stepan, di 10 anni), di riprenderlo con la videocamera. Durante le riprese, però, il famoso regista, diretto a Cannes perché membro della giuria, perde il treno lasciando il figlio a bordo in compagnia dello sconosciuto (perlomeno a lui) Bean. Mentre per i due il viaggio prosegue, Emil decide di denunciare il fatto alla polizia, iniziando una vera e propria caccia all’uomo. Mr. Bean e Stepan, intanto, stringono un’improbabile amicizia e, durante un divertente e rocambolesco viaggio, perdono per strada soldi, biglietti e passaporti, fino a quando non si perdono addirittura di vista. A quel punto inizierà una vera e propria avventura per le campagne francesi...

Un viaggio a Cannes

Dal punto di vista tecnico e contenutistico la pellicola si presenta molto simile alla commedia francese “Le vacanze di monsieur Hulot”, a proposito della quale Rowan Atkinson ha commentato: “Il nostro film è guidato dal desiderio di Bean di raggiungere una bella spiaggia. In realtà l'essenza di quel film era che Hulot viaggiava per 5 minuti e stava sulla spiaggia per un'ora e mezzo, mentre noi viaggiamo per un'ora e mezzo e restiamo sulla spiaggia per 5 minuti”. Risponde così il creatore di Mr. Bean, dopo un’assenza dal grande schermo durata 10 anni. Una caratteristica invidiabile del nostro attore è quella di saper mostrare al pubblico la peculiare essenza di ciò che è la comicità inglese. Nessuno come Rowan Atkinson, infatti, sa utilizzare la propria straordinaria mimica facciale, ed è in grado di cambiare espressione e tonalità di voce in un lasso di tempo davvero minimo: sono questi i principali ingredienti delle sue gag esilaranti, che non stancano (quasi) mai e divertono il pubblico dall’inizio del film sino alla fine. Un'importante scelta stilistica che differenza quest'ultima pellicola dall'esordio cinematografico del nostro Bean è quella che vede il "parlato" del protagonista ridotto al minimo. E' lo stesso Atkinson a dichiarare: “Non è stato difficile per me ritrovare Mr. Bean dall’ultimo film. Non devo più lavorare su di lui o sulle sue reazioni. Ormai lo conosco istintivamente, i suoi lati infantili sono molto forti anche in me. La difficoltà, semmai, è stare al centro del film, essere virtualmente in ogni scena e assicurarmi che funzionino i rapporti tra Bean e tutte le persone che incontra, cosa non così scontata. Ma il fatto che Bean parli pochissimo non mi è dispiaciuto affatto, anzi nel primo film parlava davvero troppo, qui, trovandosi in un paese di cui non parla la lingua, è costretto ad affrontare ogni situazione senza parole e dà a noi la possibilità di mantenere una certa purezza innata”. Il personaggio di Mr. Bean, dopo essere apparso per la prima volta nel 1997 sul grande schermo, ha fatto attendere dieci lunghi anni il proprio ritorno, ma per gli appassionati questa sarà soltanto una magra consolazione: sembra infatti, stante anche quanto detto dallo stesso protagonista, che questa sarà l'ultima pellicola dedicata al particolarissimo personaggio. Ci si può consolare pensando che, dopo tutto, questo è un film ben realizzato, in cui l’umorismo più moderno si intreccia perfettamente con la classica ma sempre divertente comicità inglese.

Mr. Bean's Holiday Mr. Bean’s Holiday, uscito nelle nostre sale il 6 aprile, si presenta al pubblico come una pellicola sicuramente ben riuscita: una buona prova per il regista Steve Bendelack, che ha saputo in risalto l'ironia estrema e, naturalmente, casta, di Rowan Atkinson. Il suo personaggio, a prima vista ridicolo e pazzo, riesce a scaldare il cuore degli spettatori grazie alla propria ingenuità, alla propria purezza d'animo, così rare nella comicità (come pure nella società) attuale. Un film da vedere senz’altro. Buona visione.

7

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