Recensione Mr. America

L'ossessione per Andy Warhol nel primo lungometraggio di Leonardo Ferrari Carissimi

Recensione Mr. America
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"Vidi una mostra al Malba di Buenos Aires. Era una retrospettiva sulla Pop Art latino americana con un'intera sala dedicata alle opere di Warhol più apprezzate dai pittori argentini degli anni Settanta. La mostra si chiamava Mr. America e, allo stesso modo, ovviamente, si chiamava anche il catalogo. In quest'ultimo erano riportate alcune lettere di quei pittori argentini che meglio avevano accolto la poetica del genio di Pittsburg. Molti di loro, dopo che Warhol li aveva iniziati all'olimpo dell'arte commerciale, si suicidarono lasciando scritto nel loro diario di essere stati privati della loro anima in cambio del nulla lucente".
Parole di Leonardo Ferrari Carissimi, direttore artistico e regista del CKTeatro, compagnia stabile del teatro dell'Orologio di Roma, qui al suo primo lungometraggio cinematografico, del quale precisa: "All'inizio non pensavo al thriller. Ciò che mi ci ha fatto arrivare è stata la serigrafia Electric chairs del 1971. Una serie di stampe in cui la morte è protagonista e scende a patti con l'uomo, collabora con lui per sopraggiungere su un individuo prescelto. ‘Questa è l'America' ha detto Andy immortalando la sala delle esecuzioni in vari colori acidi. Questo è quello che fa Andy e lo fa perché lo ha inventato lui. Lui è il genio della svalutazione dell'unicum a favore della riproduzione, quello che svuotava il mondo per esaminarne la forma, quello che ruba l'anima delle persone per farne un simbolo esteriore vendibile, godibile, consumabile. Lui, Andrew Warhol, è un killer seriale senza scrupoli e pietà, è un artista puro, un vero eroe dell'arte ai tempi della riproducibilità tecnica".

L'arte... di uccidere

Oltre un'ora e mezza di visione volta a legare tele dell'artista Marco Tamburro alle vicende di Penny alias Anna Favella, giovane gallerista che conduce una vita ricca di successi, e di Andy, incarnato dal Marco Cocci de L'ultimo bacio, artista che non è riuscito a sfondare e che è ossessionato dalla figura di Warhol.
Oltre un'ora e mezza di visione che, destinata, inoltre, a ribadire che il mondo dell'arte è simile a una giungla in cui devi essere il felino, si sviluppa su tre distinti piani temporali che si intrecciano vorticosamente fino a formare una tela di passato, presente e futuro.
Una tela in cui ogni ragione e significato vengono progressivamente alla luce tramite dettagli della psicologia dei personaggi; man mano che le sequenze che vedono protagonista un misterioso, sadico omicida non possono fare a meno di richiamare alla memoria sia la saga Saw che alcuni lavori del nostro Dario Argento.
Perché, mentre il tutto viene costruito da Ferrari Carissimi privilegiando lenti ritmi di narrazione, non sono neppure un paio di momenti al sangue a essere assenti nel corso dell'operazione, il cui principale intento, appunto, è quello di soffermarsi sui possibili effetti nefasti che il succitato re della Pop Art ha avuto sulle vite di chi, a vari livelli, gli si avvicinò.
Un'operazione in parte penalizzata da una non sempre convincente recitazione e dal rischio che la provenienza teatrale del suo autore rischi in più di un'occasione di farsi sentire un po' troppo, ma che, grazie alla curata fotografia di Antonio Scappatura, vanta immagini decisamente eleganti e manifesta il non sottovalutabile pregio di condurre a un tutt'altro che banale epilogo... seppur non facilissimo da comprendere.

Mr. America Incontro tra la Settima arte e le tele dell’artista Marco Tamburro, l’esordio cinematografico del regista teatrale Leonardo Ferrari Carissimi guarda sia ai film d’autore che a quelli di genere al fine di concretizzare un dramma a tinte thriller ambientato nel mondo della pittura. Costruito su lenti ritmi di narrazione, il risultato è un lungometraggio che individua i suoi principali difetti nella non sempre convincente recitazione e in un non troppo chiaro svolgimento, ma che vanta immagini molto eleganti e una tutt’altro che banale conclusione. Anche se coloro che hanno maggiore dimestichezza con il filone potrebbe in parte anticipare la soluzione finale.

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