Il Mostro dei Mari Recensione: il gioiello d'animazione targato Netflix

Chris Williams dirige uno dei migliori film animati dell'anno: spettacolare e fascinoso come l'oceano che si erge a protagonista della storia.

Il Mostro dei Mari Recensione: il gioiello d'animazione targato Netflix
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La tradizione marinaresca è piena zeppa di riferimenti leggendari, tra isole mai segnate da alcuna mappa, divinità capricciose che cambiano la direzione dei venti ed esseri mostruosi celati sul buio fondale dell'oceano. La vastità sconsiderata delle distese d'acqua è terreno fertile per la fantasia umana, che osserva questo terribile splendore immaginando storie epiche e irripetibili, con l'idea di avventurarsi sulla tavola azzurra che aleggia come una maligna promessa di avventura e perdizione.

Il Mostro dei Mari riprende dal classicismo del genere avventuroso il suo prologo fatto di uomini coraggiosi e bestie da sconfiggere, trasformandolo nel corso della visione in un atto di carità e in un appello alla decenza, rapportandolo all'ottica moderna della responsabilità naturale e dell'amore nei confronti degli esseri viventi. La nuova pellicola animata diretta da Chris Williams è sicuramente il titolo di punta del catalogo film Netflix di luglio 2022, un'opera delicata e divertente pensata per i più piccoli, ma capace di intrigare anche gli spettatori adulti.

L'uomo e la bestia

La ciurma guidata dal capitano Crow solca gli oceani mettendo a rischio la propria vita, tra tempeste imprevedibili e numerose calamità bestiali che si palesano in ogni dove. Questo gruppo di ambiziosi avventurieri è incaricato dalla famiglia reale di setacciare le distese d'acqua per uccidere le mostruosità che si annidano in essa, le quali attaccano le imbarcazioni spezzando la vita di numerosi marinai. Jacob Holland è l'unico sopravvissuto ad una di queste imboscate, trovato dal capitano Crow mentre galleggiava tra i relitti della barca sulla quale viaggiava insieme ai suoi genitori e subito inserito all'interno della leggendaria ciurma dell'Inevitable.

Il ragazzo dimostra di essere predestinato alla vita da cacciatore, e dopo qualche anno e numerose bestie abbattute gli viene promesso il ruolo di capitano, scelta che diventerà effettiva nel momento in cui verrà ucciso l'ultimo grande titano dell'oceano, il Red Bluster.

Una prima schermaglia tra l'Inevitable e la bestia si conclude però con un nulla di fatto, per questo la famiglia reale decide che è arrivato il momento di chiudere l'epoca dei cacciatori e lasciare spazio alle forze balistiche militari: la casta ha infatti preparato un galeone attrezzato alla guerra, ed è pronta a mettersi sulle tracce del Red Bluster rendendo così anacronistici gli sforzi di questi avventurieri. Jacob riesce a strappare un disperato accordo con la Regina, garantendo un'ultima occasione di vittoria alla ciurma dell'Inevitabile che, se dovesse fallire nella cattura del mostro, si farà da parte e non solcherà mai più l'oceano.

Tra realismo e animazione

La trama de Il Mostro dei Mari prende il via da un incipit spettacolare ed emozionante, con la lotta per la sopravvivenza tra i cacciatori e una bestia dalle fattezze da kraken nel bel mezzo di una tempesta che li inghiotte verso il fondo dell'oceano.

La coreografia è coinvolgente, e gli effetti sonori dell'acqua schiaffeggiata dalla chiglia sono quasi paragonabili alla fantastica resa visiva sullo schermo, con un senso estetico che veleggia tra il realismo drammatico della natura e il gusto molto particolare che caratterizza i personaggi umani. La lotta si conclude in uno schianto di fulmini che lascia abbagliati, poi il ritmo riduce i tempi e veleggia con maggiore tranquillità verso i porti fanciulleschi di Maisie, la piccola orfana affascinata dalle storie dei cacciatori, la quale riuscirà a salire a bordo dell'Inevitabile per tentare di soddisfare il suo desiderio di vendetta contro i mostri che le hanno strappato i genitori. Il colpo d'occhio orchestrato dal team di animazione imbastito da Netflix è semplicemente mozzafiato: sotto la saggia guida di Chris Williams (vincitore di un premio Oscar quando era tra le file Disney, grazie all'opera che vi abbiamo raccontato nella recensione di Big Hero 6), gli addetti ai lavori hanno ricreato una fedeltà visiva più che sorprendente, perché numerosi scorci sull'oceano sembrano delle vere riprese tanto è elevato il grado di dettaglio, e allo stesso modo rimangono convincenti l'effetto bagnato dei volti e degli abiti, i quali si lasciano ammirare anche per un grado di riflessione delle luci d'alta scuola.

Al deciso realismo di questi effetti si contrappone la peculiarità dei volti umani, i quali ci riportano nella comfort zone dell'animazione dedicata ai piccoli, ma comunque caratterizzati da ombre e cromatismi convincenti, mentre le espressioni facciali soffrono a volte una resa meno incisiva (soprattutto per quanto riguarda i personaggi secondari), la quale però non inficia sulla riuscita magistrale del prodotto.

L'agognato capovolgimento

La sceneggiatura si evolve in maniera pacata nella sua parte iniziale, andando a descrivere con minuzia di particolari una cultura popolare che si diletta con le storie dei cacciatori e delle bestie che hanno ucciso, per poi svoltare con il solito fare tranquillo nel momento in cui vengono isolati Jacob e Maisie.

Il canovaccio è gestito con estrema saggezza e raramente incappa in momenti sottotono, mentre il tipo di comicità basato sulle espressioni facciali e sui dialoghi taglienti riprende il gusto che ha segnato altre due opere di Williams, il quale (in veste di sceneggiatore) ha preso parte alla stesura di Mulan e Le Follie dell'Imperatore, due tra i migliori film d'animazione Disney di sempre. Il Mostro dei Mari è un'opera dedicata ad un pubblico giovane, ed è per questo didascalica nel suo voler perpetuare un messaggio positivo nella speranza che venga assimilato dagli spettatori, ma la morale insita tra i suoi eventi ha qualcosa da insegnare anche agli adulti: la piega animalista intrapresa dalla storia è prevedibile quanto agognata, con i mostri che vengono riabilitati alla loro condizione di esseri viventi mentre gli eroici cacciatori diventano dei macellai disumani. La semplice trama è sorretta sia dalla fantastica animazione dello studio Netflix che dalla colonna sonora azzeccatissima e marinaresca, con il suo squillare di cornamuse e il battito tropicale dei tamburi, la quale porta la pellicola a concludersi con un rabbioso messaggio riformistico che ha ben poco di scontato, ed arriva ad inasprire un conflitto sociale che molto raramente abbiamo visto descrivere in prodotti simili.

Impeccabile la recitazione degli attori coinvolti nel progetto (Karl Urban, Dan Stevens, Jared Harris, Marianne Jean-Baptiste), che danno colore al gergo dei marinai con un accento anglo-scozzese mai fuori luogo, mentre tra le controparti nostrane spiccano Diego Abatantuono e Claudio Santamaria, i quali prestano le loro voci al Capitano Crow ed a Jacob Holland.

Il mostro dei mari Sul catalogo Netflix compare un nuovo titano dell'animazione, perché Il Mostro dei Mari è un film curato fin nei minimi dettagli, graziato da una direzione artistica impareggiabile e dalla colonna sonora marinaresca. La trama educativa è dedicata ai più piccoli, ma anche gli spettatori adulti potrebbero voler assimilare il suo messaggio di rispetto e tolleranza, mentre la comicità delicata si serve delle espressioni facciali e dei dialoghi graffianti per far ridere e spezzare la tensione che monta in maniera sibillina nel corso della visione. I pregi dell'ultima pellicola firmata Chris Williams contano anche una resa grafica straordinaria, un sound design di forte impatto e la recitazione sentita degli attori coinvolti nel progetto, i quali rendono Il Mostro dei Mari una visione imprescindibile per tutti coloro attratti dal richiamo dell'oceano e dei suoi misteri.

8

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