Mortal Kombat Legends: Scorpion's Revenge, la recensione del film animato

La Warner Bros. Animation e il regista Ethan Spaulding confezionano un film brutale, ritmato e profondamente rispettoso del celebre picchiaduro.

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Il successo di Detective Pikachu e Sonic - Il Film ha sancito un certo riscatto cinematografico per i lungometraggi tratti dai videogiochi, maltrattati per anni sul grande schermo. A dare inizio a un filone scult e non propriamente apprezzato fu nel 1993 il Super Mario Bros. con Bob Hoskins, seguito poi due anni dopo dal buon adattamento di Mortal Kombat diretto da Paul W.S. Anderson. In una sequela di passi falsi, dai troppi Resident Evil a un deludente Prince of Persia, proprio la trasposizione anni '90 del mitico picchiaduro creato da Ed Boon e John Tobias resta ancora oggi uno dei titoli più interessanti nel genere, nonostante tutte le criticità di un film ormai vecchio e visivamente stanco.

Stupisce e fa piacere però constatare che proprio in Mortal Kombat sembra essere presente il germoglio del successo qualitativo, dato che il nuovo titolo animato Mortal Kombat Legends: Sorpion's Revenge si dimostra un film discretamente riuscito con alcuni apici d'azione davvero superlativi. È disponibile da oggi (16 aprile) in digitale (su AppleTV, Chili, Youtube, Rakuten TV, PS4, Xbox e TIMVision), se siete fan della serie dovrebbe essere per voi un acquisto quasi obbligato, anche se il solo doppiaggio in inglese con sottotitoli in italiano potrebbe frenare qualcuno.

La volontà dello Scorpione

Come suggerisce il titolo, l'adattamento animato del videogioco dedica uno speciale focus al personaggio di Scorpion, nato Hanzo Hasashi ed ex-capo del clan ninja degli Shirai Ryu. Il prologo del film diretto da Ethan Spaulding è infatti interamente dedicato alla vita da mortale di Hanzo: padre amorevole, marito fedele, capo saggio. Tutto precipita in una sola notte, quando il clan rivale dei Lin Kuei guidato da Sub-Zero attacca il suo villaggio sterminando il popolo di Hanzo e la sua famiglia. Questo lo porta a una rabbia cieca che lo conduce alla morte per mano dello stesso Sub-Zero, ritrovandosi relegato poi nel Netherrealm, l'equivalente dell'Underworld o dell'Inferno nell'economia della serie.
Qui fa la conoscenza del viscido e pericoloso Quan Chi (reggente del Regno in assenza del Sovrano Shinnok) che gli propone un accordo: recuperare un oggetto di valore nell'Isola di Shang Tsung durante il leggendario Mortal Kombat, un torneo di arti marziali che si tiene una volta ogni generazione con l'obiettivo di mantenere l'ordine e la gerarchia tra i vari reami esistenti. In cambio, Hanzo avrà indietro il suo clan e la sua famiglia. La morte e la perdita del suo intero mondo hanno però donato al personaggio una forza nuova, una ragione solida per tornare in vita. È adesso guidato da una forza di volontà indomabile, capace di annientare ogni suo nemico pur di raggiungere il proprio obiettivo. È la volontà dello Scorpione, di cui prende infatti il nome.

Buoni e cattivi

È vero: titolo e prologo fanno pensare a un più dettagliato approfondimento della vicenda di Scorpion, eppure Mortal Kombat Legends va oltre il singolo personaggio. Il film animato della Warner Bros Animation è infatti il (quasi) perfetto adattamento della storia del primo torneo di arti marziali con protagonisti gli amati combattenti della serie videoludica.

Ci sono più o meno tutti: da Lord Raiden al suo protetto Liu Kang, da Sonya Blade a Johnny Cage. Ma poi anche Jax, il perfido Shang Tsung, Kano, Reptile, Kitana e Goro. Impossibile dare spazio a ognuno di loro. Discorso diverso invece quello di inserirli nel giusto contesto opposto, il classico buoni o cattivi. Ed è così che si creano le parti, con il nostro gruppo di "eroi" formato dal Protettore del Genere Umano, Raiden, e dai suoi lottatori, che sono Liu Kang, Sonya Blade e Johnny Cage.

Scelta per altro molto intelligente perché permette di avere nello stesso contesto una donna dal carattere fiero e indomabile, un attore viziato, incredulo e di buon cuore e il discepolo di Raiden, uno dei più forti lottatori di Mortal Kombat. Tra loro si generano confronti interessanti, scontri d'opinione anche molto duri e un legame che man mano si fa sempre più forte. Divertenti le battute di Cage. Arguti i commenti di Sonya. Logici e sempre interessati al torneo i discorsi di Kang. Raiden nel frattempo è il maestro per antonomasia: saggio, preoccupato ma emotivamente distaccato, una guida illuminata. Dal fronte opposto comanda Shang Tsung, araldo di Shao Khan, imperatore dell'Outworld. Sotto di lui i restanti - o quasi - combattenti citati, specie il colossale e sanguinario Goro, il traditore Kano e Reptile. Qui le dinamiche sono decisamente meno approfondite per motivi di run time di genere, dato che Mortal Kombat Legends: Scorpion's Revenge lascia tanto, molto spazio ai combattimenti. Ed è qui che si dimostra superlativo.

Brutality!

Se c'è una chiave di lettura per adattare Mortal Kombat in salsa cinematografica, live-action o animata che sia, quella è la brutalità. Non si deve lesinare in una violenza esplicita e profondamente gore, nel rumore di ossa rotte, di braccia staccate di netto dal corpo o di spine dorsali che lasciano scomposte il loro posto nell'anatomia umana. È la conditio sine qua non per raggiungere al contempo un'onesta fedeltà al materiale originale e riproporre uno spettacolo truculento e dannatamente divertente, di quelli che fanno sorridere e sospirare mentre si storce il naso per l'esagerazione, il tutto sgranando gli occhi ed esultando nell'anima.

Scorpion's Revenge riesce in tutto questo. In primis grazie a un comparto animato degno di nota e in parte ricercato, specie pensando ai pochi fondi investiti, alle criticità legate a un progetto direct to video e a una durata di appena un'ora e venti. Siamo tra uno spettacolo di Genndy Tartakovski (in diversi passaggi ricorda Primal di Adult Swim, soprattutto le parti iniziali di Scorpion) e la fluidità dell'azione di Avatar: The Last Airbender, tanto che proprio Spaulding - il regista - ha partecipato a quest'ultima esperienza.

Le coreografie e le dinamiche degli scontri sono semplicemente eccezionali, sempre aperti a una chiarezza espositiva che non ricerca per forza di cose la narrazione all'interno dell'azione ma una grande spettacolorizzazione dei combattimenti, tutti abbastanza incisivi. Si citano move set e fatality dei protagonisti tirati in ballo e ogni mossa spacca ossa corrisponde a un rallenty in X-Ray, mentre le Brutality così animate risultano esaltanti. Di più: Scorpion ha un paio di battute davvero incredibili, tanto per l'operazione di cui fa parte, quanto per una certa cura nell'inquadrare la punch line più badass possibile. Quando diciamo così, ci viene in mente a paragone il "Sono sempre arrabbiato" di Hulk nel primo Avengers.
E tra tutti i bellissimi scontri, le battute a effetto e un adattamento coerente con le sue possibilità e con le direttive mitologiche del videogioco, Mortal Kombat: Scoprion's Revenge brilla in particolar modo nel suo lungo prologo. Quello che dà immediatamente la misura della bontà di una trasposizione di grande effetto che non potete lasciarvi sfuggire.

Mortal Kombat Legends: Scorpion's Revenge Mortal Kombat Legends: Scorpion's Revenge è forse uno dei migliori adattamenti cinematografici di un videogioco. Curioso, data la sua natura direct to video e i ridotti investimenti della produzione, eppure il film di Ethan Spaulding si rivela un successo più o meno su tutta la linea, specie per quanto riguarda gli scontri tra i vari combattenti. È tutto animato con grande fluidità e le coreografie rispettano i move set dei personaggi e le loro diverse dinamiche. Grandiosa anche la presenza delle brutality all'interno dei combattimenti, mentre a funzionare più di tutto è un grandioso prologo dedicato proprio al personaggio titolare, alla sua caduta da umano e al suo ritorno dal Netherrealm guidato dalla volontà dello Scorpione.

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