Un mondo sotto social Recensione: un'era digitale grottesca e stereotipata

La pellicola, debutto alla regia del duo comico I Soldi Spicci, analizza il mondo dei social network con sufficienza, senza andare oltre la superficie

Un mondo sotto social Recensione: un'era digitale grottesca e stereotipata
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Un mondo sotto social è il nuovo lungometraggio realizzato dal duo comico siciliano I Soldi Spicci, che oltre a curare la sceneggiatura del progetto, interpretano i due personaggi principali, debuttando inoltre alla regia. I due artisti, Claudio Casisa e Annandrea Vitrano, hanno cominciato a lavorare insieme nel 2012 conquistando in poco tempo il favore del pubblico, arrivando a partecipare a Colorado tra il 2014 e il 2019, a Pechino Express nel 2020 e nel 2018 hanno fatto il loro primo film insieme, La fuitina sbagliata, che è stato un grande successo. Questa inedita pellicola, tra i film in sala a settembre 2022, affronta una tematica molto attuale, ovvero l'evoluzione dei social network, concentrandosi in particolare sulla figura dell'influencer che viene ridicolizzata ed estremizzata, così come il mondo digitale, con una visione quasi distopica e grottesca.

La storia dell'incontro fortuito e inaspettato in un paesino del Sud Italia, tra Claudio (Claudio Casisa), fondatore di un'agenza di web marketing e Anna (Annandrea Vitrano), meccanica che si scopre casualmente una celebrità di internet, è piena di buone intenzioni e sentimenti, con un messaggio luminoso e ottimista. Inevitabilmente, però, questa morale viene contaminata da uno sviluppo pigro e superficiale, che purtroppo si ferma allo stereotipo per cercare la risata e non va oltre. Un mondo sotto social, prodotto da Medusa Film con Trampa, arriva nelle sale italiane il 15 settembre sempre grazie a Medusa che si è occupata della distribuzione nel nostro paese.

Un mondo sotto social: tanta ironia, poca costruzione

Un mondo sotto social inizia con l'introduzione, in parallelo, dei due personaggi della storia che vivono nello stesso paesino della Sicilia, Roccaspinola, ma che in realtà fanno parte di due dimensioni agli antipodi: Claudio è un'imprenditore digitale, sogna Milano, si sente milanese e utilizza i social come sua fonte di guadagno; Anna, al contrario, è una fiera e rozza meccanica che lavora nell'officina del padre ed è estranea a qualsiasi forma di evoluzione tecnologica.

Classicamente gli opposti si attraggono e per una casualità Claudio si troverà a lavorare con Anna che, senza preavviso, diventa una star del web. Sarà in grado di gestire la fama senza cambiare sé stessa o dovrà fare dei passi indietro per riconquistare la sua vecchia vita? Il film pone tante domande allo spettatore, facendo effettivamente riflettere sulla funzione dei social network, il loro utilizzo quotidiano e le pericolosità che questa dimensione comporta. La strada scelta, ovviamente, è l'ironia, sfruttando una comicità semplice e basilare, che gioca perlopiù sulla caratterizzazione estrosa ed estrema dei protagonisti e sulla quantità infinita di fraintendimenti e imprevisti che genera questa chimica improbabile tra i due. Peccato che, al di là di questo, la struttura irriverente non riesce a prendere piede a causa di una mancata solidità della storia che sembra essere composta più da gag e sketch indipendenti che da un collante narrativo univoco.

È evidente che i Soldi Spicci abbiano del talento per la risata, ma la loro presenza cozza in modo palese rispetto al background creato, andando a produrre uno strano cortocircuito: loro funzionano anche se non sembrano trovarsi nella loro zona di comfort, anche perché tutto quello che li circonda è stato pensato intelligentemente, ma realizzato con poca inventiva e bilanciamento.

Una visione parziale che non tiene conto delle sfumature

Ecco che i personaggi secondari di Un mondo sotto social sono delle semplici macchiette piene di stereotipi che nell'economia del racconto ha anche senso, ma una direzione simile va a limitare la portata del contenuto e delle tematiche presentate. La sceneggiatura, infatti, banalizza ed estremizza alcuni concetti del digitale con la precisa volontà di generare un dibattito, ma il risultato, il più delle volte, è grottesco e artificioso.

Sembra esserci a monte una visione parziale dell'argomento trattato, nonostante ci siano tanti buoni spunti come l'idea di un influencer senza filtri e rarefazione che prende piede sulla gente, ma purtroppo il risultato non tiene conto delle sfumature di questo mondo, facendo apparire tutto eccessivo e monotematico. Registicamente parlando, ci troviamo di fronte ad un film che poteva dare molto di più anche sul piano estetico e fotografico, visto che si evidenzia una distanza piuttosto netta tra macchina da presa e spettatori.

Le soluzioni proposte, che spesso si fanno forza del linguaggio social sfruttando filtri ad hoc, finte dirette e persino una canzone irriverente, non sembra siano sufficienti per facilitare l'immersione. Da apprezzare, invece, sono quelle poche citazioni spalmate qua e là e la piccola storyline drammatica che approfondisce la storia di Anna, andando a raccontare il suo rapporto con la madre scomparsa.

Sia dal punto di vista registico che narrativo c'è molto tatto e attenzione nei riguardi di un dettaglio della trama che poteva essere minimizzato e che invece è stato veicolato con intensità. Allo stesso modo, come vi avevamo anticipato, il messaggio che comunque traspare da Un mondo sotto social, specialmente nella sezione conclusiva, non è da sottovalutare perché mette in luce alcuni elementi che i social network dovrebbero trasmettere di più, perdendosi la maggior parte delle volte in algoritmi, hashtag e finzione, tralasciando le emozioni e l'entusiasmo.

Un mondo sotto social Un mondo sotto social è una commedia fuori fuoco, che purtroppo sembra troppo distante dalla realtà che sta raccontando. L'universo dei social e influencer è infatti affrontato con eccessiva superficialità senza nessun approfondimento ed è evidente nell'uso massiccio di stereotipi e luoghi comuni che appartengono alla dimensione digitale. Per quanto i Soldi Spicci siano un duo efficace non riescono a brillare in questo progetto che li vede fin troppo estranei dal background costruito. Il messaggio che però traspare, seppur ostacolato da questo sviluppo imperfetto, è positivo e pieno di buone intenzioni.

4.5

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