Recensione Miss Julie

Liv Ullmann, a quattordici anni dall'acclamato L'infedele, torna dietro la macchina da presa per portare al cinema il dramma di August Strindberg La signorina Julie, con protagonista una irresistibile Jessica Chastain.

Recensione Miss Julie
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Irlanda, 1890. In un maniero di campagna nella Contea di Fermenagh, alla vigilia della notte di mezza estate, John (Colin Farrell), il valletto del Barone, attende il ritorno del suo padrone insieme alla propria fidanzata, la cameriera Kathleen (Samantha Morton). John, tuttavia, sta ricevendo le ‘scandalose' attenzioni della figlia del Barone, Miss Julie (Jessica Chastain), una giovane donna per la quale ha sempre provato una ben nascosta attrazione. L'assenza del padrone di casa offre a Miss Julie la possibilità di provocare John, instaurando con il servo un inusuale rapporto di intimità che, fra ricordi d'infanzia e tentativi di seduzione più o meno espliciti, porterà i due ad abbandonarsi all'impeto dei sensi. Dopo aver dato sfogo alla loro passione, tuttavia, la tensione fra John e Miss Julie continuerà ad aumentare, fino a raggiungere un tragico punto di rottura...

AUGUST STRINDBERG DAL PALCOSCENICO ALLO SCHERMO

La rigidità di una gerarchia sociale inviolabile in cui si insinua l'Eros, elemento perturbante in grado di capovolgere i ruoli e di ribaltare le posizioni di forza. È il nucleo de La signorina Julie, una delle opere più celebri del drammaturgo svedese August Strindberg, un autore molto amato (non a caso) da uno dei maestri assoluti del cinema - e del teatro - del Novecento, Ingmar Bergman. Non è dunque una coincidenza che, a cimentarsi ancora una volta con una trasposizione per il grande schermo del testo di Strindberg, sia proprio l'attrice musa di Bergman, colei che per decenni ha rappresentato il volto simbolo del suo cinema: Liv Ullmann, al ritorno dietro la macchina da presa a quattrodici anni di distanza dall'acclamato L'infedele (tratto invece da una sceneggiatura di Bergman). Presentato al Toronto International Film Festival 2014, il Miss Julie di Liv Ullmann è sviluppato attraverso una messa in scena rigorosa e ieratica, che si limita a ricollocare lo scenario dell'azione dalla Svezia all'Irlanda di fine Ottocento. In questa partita di attrazioni incrociate e di pulsioni proibite, la Ullmann rinchiude i suoi personaggi all'interno degli ambienti angusti e claustrofobici della dimora del Barone, ingombrante presenza/assenza ed espressione di un potere aristocratico e patriarcale al quale sia John, sia Miss Julie sembrano volersi opporre, più o meno consapevolmente.

L'ATTRAZIONE FATALE DI MISS JULIE

Liv Ullmann, pertanto, sceglie di conservare l'impostazione marcatamente teatrale del capolavoro di Strindberg, trasformando le spoglie camere del maniero nel palcoscenico di un incessante scontro di caratteri, e lasciando che soltanto in tre occasioni la cinepresa possa inoltrarsi al di fuori delle pareti della dimora: il prologo, vissuto mediante lo sguardo della Julie bambina; un momento pivotale della relazione fra John e Miss Julie, quando per la prima volta entrambi abbassano la guardia e si concedono una parentesi di ardita franchezza sui rispettivi sentimenti; e il silenzioso epilogo, suggellato da un'immagine di grande impatto. Per il resto, Miss Julie non oltrepassa i confini del "dramma da camera", seppure di alta classe (ammirevole l'apporto della fotografia naturalistica del russo Mikhail Krichman), mentre Liv Ullmann, al di là dell'impianto tradizionale dell'opera, sfodera alcune notevoli intuizioni: sia sul piano dello spazio scenico - il lungo tunnel, immerso nell'oscurità, che costituisce la via d'uscita dal morboso microcosmo domestico verso l'esterno - sia per la colonna sonora, che adopera come leitmotiv il secondo movimento del trio per pianoforte numero 2 di Franz Schubert. E nel terzetto d'attori, a dominare la scena è inevitabilmente una luminosa Jessica Chastain, in una performance di divorante intensità volta a restituire la natura complessa e inafferrabile della sua protagonista.

Miss Julie La dimensione dall'impronta tipicamente teatrale della messa in scena di Liv Ullmann permette comunque a questa trasposizione di Miss Julie di esprimere attraverso lo schermo il pathos e la vibrante energia del dramma di August Strindberg, in un film in cui la macchina da presa valorizza quanto più possibile il talento dei suoi interpreti: Colin Farrell e Samantha Morton sono dei validissimi comprimari, mentre Jessica Chastain, qui in uno dei ruoli più estremi del suo repertorio, si riconferma una delle attrici di maggior talento del panorama cinematografico.

7

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