Recensione Milano - Palermo il Ritorno

Bova e Giannini braccati ancora una volta dalla mafia

Recensione Milano - Palermo il Ritorno
Articolo a cura di

Premessa

Era il 1995 quando vide la luce Palermo - Milano solo andata. Anno 2007, arriva Milano - Palermo il ritorno. Dodici anni sono trascorsi dall'uscita di questi due film (e undici per ciò che concerne la trama), ma nulla sembra esser cambiato. Alla regia troviamo sempre Claudio Fragasso, già autore del primo capitolo, nonchè "famoso" regista dei cosiddetti film di genere, dall'azione all'horror trash all'italiana. Rimasta invariata anche la maggior parte del cast, esclusi i caduti del viaggio d'andata. Quindi ecco ancora una volta Giancarlo Giannini, Raoul Bova, Ricky Memphis, Romina Mondello, la new entry Enrico Lo Verso nei panni del cattivo, attorniati da altre facce più o meno note, provenienti dal cinema o dai lidi televisivi. Un'operazione nostalgia, capace di attirare al botteghino i fan, non pochi a dire il vero, del primo episodio, nonchè tutti gli amanti delle produzioni televisive italiane a sfondo poliziesco.

La trama

Turi Arcangelo Leofonte (Giannini) ha finito di scontare gli undici anni di pena. Ma ora, con l'uscita dal carcere, finirà anche il programma di protezione per lui e sua figlia Chiara (Romina Mondello), madre di due bambini che ha una sorta di relazione con il vice questore aggiunto Nino Di Venanzio (Bova), a capo già della scorta che condusse Leofonte da Palermo a Milano. Leofonte si rifiuta di restituire 500 milioni di euro alla mafia, e per questo la missione per condurlo in un luogo sicuro, dove potrà ricominciare una nuova vita, si preannuncia molto rischiosa. Di Venanzio dovrà riformare la squadra che undicini anni prima era riuscita nell'impresa. Richiamerà così il suo amico Remo Matteotti (Memphis) e formerà una nuova squadra, tra vecchi e nuovi membri. Ma la mafia ha le mani ovunque, e così riesce a scoprire il percorso che gli agenti effettueranno. Durante la trappola il capomafia Rocco Scalia (Lo Verso) riuscirà a rapire il figlio di Chiara (che rimarrà ferita nella sparatoria), costringendo così Leofonte e Di Venanzio a un viaggio forzato per Palermo, per poter salvare il bambino.

Fuori luogo, fuori tempo

Un prodotto televisivo molto più costoso, con molta più azione e attori di richiamo. E allo stesso tempo un film di genere, fuori dal suo tempo, che se avesse visto la luce negli anni' 70, con un pò di violenza, verbale e non, in più avrebbe sicuramente fatto innamorare Tarantino. Ma purtroppo, oggi, all'alba del nuovo millennio, si chiede di più al cinema d'azione italiano. Ma la cosa forse più tragica è, che rispetto alla media nazionale, la pellicola di Fragasso non sfigura poi così tanto, e considerando che nel BelPaese si trovano pochi prodotti che non siano commedie natalizie, film per teenager o prodotti autoriali di gente che autore non è, alla fine Milano Palermo il ritorno appare meno peggiore di quello che in realtà è. La regia cerca di copiare a piene mani dagli action movie americani, solo non avendo né i tecnici, né gli stuntman adatti. Basti osservare le scene in cui la telecamera gira intorno vorticosamente alla figura di Bova, da far quasi venire il mal di mare, oppure le scene degli inseguimenti in moto, a tratti ridicole. Vi sono anche alcune idee riuscite, affascinante quella della sparatoria finale, rovinata però dalla totale invincibilità dei cinque "eroi" rimasti in vita.La recitazione vede un impegno lodevole soprattutto da parte di Giannini, ma anche Bova rispetto ad altre prove più recenti e indecenti, qui si fa apprezzare, e Lo Verso si conferma adatto alle parti da cattivo. Il resto sono interpretazioni di chiaro livello televisivo. Nota di merito per le musiche, il motivetto portante incalza al punto giusto, e rende l'azione più coinvolgente. Peccato anche per una sceneggiatura grossolana, che vede i nostri, tutori delle forze dell'ordine, andare in giro in macchina senza cintura o, cosa ben più grave, in moto senza casco. Si ha poi un forte senso di già visto, e non sarà difficile prevedere come andrà a finire. Anche i dialoghi sono di una banalità sconcertante, sia essi siano in romanaccio tra alcuni dei "buoni", che in siciliano stretto tra i cattivi. Abbastanza inutile e stucchevole poi il rapporto di amicizia che si verrà a creare tra i due bambini da metà film in poi. Troppo facile barricarsi dietro alla scusa dei film di genere, perchè allora la qualità media non si eleverà mai oltre, e dovremo sempre sorbirci prodotti di bassa qualità. Qualche buon momento non salva questo sequel da una sonora bocciatura.

Milano - Palermo il Ritorno Era meglio fermarsi al primo capitolo, già scadente. Questo secondo non risolleva le sorti del cinema italiano di genere, anzi lo fa sprofondare ancor più nell'abisso, proponendo soluzioni più adatte ad un pubblico televisivo. Sicuramente chi apprezza serie tv come Carabinieri e Distretto di Polizia andrà a nozze con questo film, ma chi vuole un bel film d'azione è meglio ne stia alla larga.

4.5

Quanto attendi: Milano - Palermo il Ritorno

Hype
Hype totali: 0
ND.
nd