Recensione Miami Beach

Con Miami Beach Carlo Vanzina effettua il suo viaggio nella commedia giovanilistica di stampo americano intrecciando situazioni comiche e storie sentimentali nella rinomata località balneare americana.

Recensione Miami Beach
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Se escludiamo il Sapore di te che, visto nelle sale cinematografiche nell'inverno del 2014, rappresentò una sorta di secondo sequel del suo super classico Sapore di mare, l'ultima volta che il romano Carlo Vanzina ha portato sugli schermi in periodo estivo una commedia d'ambientazione vacanziera fu nel 2009 tramite Un'estate ai Caraibi.
Sceneggiato insieme all'inseparabile fratello Enrico, Miami beach rappresenta per lui non solo un ritorno al filone, ma anche al territorio statunitense, già in diverse occasioni scenografia dei suoi lungometraggi (citiamo solo Vacanze in America e Mai stati uniti).
Territorio statunitense qui rappresentato dalla rinomata località balneare del titolo, dove Ricky Memphis si getta alla disperata ricerca della figlia minorenne Neva Leoni, scappatale all'aeroporto di Roma con alcune coetanee, insieme alle quali intende andare ad assistere al famoso concerto dei deejay più famosi del mondo.
La Roma da cui proviene anche il proprietario di scarpe di un negozio in via del Corso Max Tortora, impegnato ad accompagnare il figlio Filippo Laganà nella stessa Università dove, casualmente, va a studiare anche la Camilla Tedeschi figlia di una milanese Paola Minaccioni con cui già non ha mancato di litigare furiosamente in aereo.

Vacanze in America 2016


Il Max Tortora che non manca di strappare risate fin dalla sua entrata in scena e che, oltre a sfoderare "Er cheeseburger è peggio dei peperoni, se sa" subito dopo un rutto fantozziano emesso in sauna, duetta magnificamente con la già citata Minaccioni manco fossero una di quelle coppie comiche mitiche della Commedia all'italiana che ci regalò, tra gli altri, Alberto Sordi e Franca Valeri.
Mentre Memphis si ritrova affiancato dal giovane perdigiorno italiano Emanuele Propizio nei vari tentativi per ritrovare la Leoni e quest'ultima, spacciatasi per ventitreenne, irrompe nella vita dell'immobiliarista e sciupafemmine connazionale Giampaolo Morelli.
Rappresentando soltanto una delle storie sentimentali - ma con continui imprevisti - destinate a tempestare la quasi ora e mezza di visione, in mezzo a feste in discoteca, spiagge e bellezze femminili - come la cameriera modella Mariela Garriga e la studentessa Nina Strauss - sempre pronte a riempire le inquadrature.
Bellezze femminili che non sembrano interessare ad Alessio Del Mastro, il quale, per andare sul sicuro, si getta al rimorchio delle brutte ricordando in un certo senso il cinema dei fratelli Bobby e Peter Farrelly, dei quali viene oltretutto volutamente citata una sequenza de Lo spaccacuori.
Del resto, ancor prima che alla celluloide nostrana il figlio di Steno guarda questa volta al filone giovanilistico d'oltreoceano, confezionando uno spettacolo decisamente garbato e divertente al punto giusto che, mirato in maniera evidente ad intrattenere lo spettatore senza particolari pretese, non possiamo giudicare in altro modo se non mostrandoci concordi con la sua dichiarazione: "Si tratta di un film leggero e dalla struttura corale, pensato per l'uscita estiva e per i ragazzi".

Miami beach Con ultime sequenze poste nel corso dei titoli di coda, Miami beach di Carlo Vanzina riporta il regista di Vacanze in America e Sognando la California su suolo statunitense, dove, guardando stavolta alle pellicole di stampo giovanile sfornate dalla cinematografia d’oltreoceano, mette insieme nuove leve e volti noti della commedia nostrana alternando di continuo comicità e sentimenti. Peccando soltanto nel poco sviluppo delle potenzialità del personaggio interpretato da Alessio Del Mastro, mette in piedi un garbato film estivo in possesso dei giusti ingredienti per una rinfrescante serata dinanzi al grande schermo.

6

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