Recensione Mi Rifaccio Vivo

Ritorno alla regia per Sergio Rubini

Recensione Mi Rifaccio Vivo
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Particolarmente avvezzo ai registri grotteschi e dalle forti connotazioni surreali - basti pensare all'interessante L'anima gemella (2002) - ma altrettanto abile nell'esplorare generi cinematografici del tutto differenti fra loro - il thriller con Colpo d'occhio (2008), il dramma con La terra (2006), la commedia con Tutto l'amore che c'è (2000) - Sergio Rubini torna dietro la macchina da presa - pur mantenendo anche le vesti attoriali - a quattro anni di distanza da L'uomo nero (2009), pellicola con la quale il cineasta barese ha voluto 'riesumare' il proprio passato rendendo altresì omaggio alla terra che gli ha dato i natali: la Puglia, appunto.
Un ritorno, quello di Rubini in cabina di regia, che si manifesta a gran voce sin dall'emblematico titolo: Mi rifaccio vivo. Un ritorno alla commedia, ai toni brillanti, all'umorismo grottesco e alle atmosfere surreali che hanno caratterizzato e reso distinguibile all'interno del panorama cinematografico tricolore buona parte della sua filmografia.

UN'ALTRA VITA, UN ALTRO AMORE

Mi rifaccio vivo può essere molte cose. Il termine commedia non basta infatti a definirne l'identità, dal momento che, al proprio interno, sono ben visibili sia sfumature nostalgiche e romantiche sia elementi tipicamente fantasy.
Al centro della storia vi è, prima di tutto, l'eterna 'sfida' tra Biagio Bianchetti (Pasquale Petrolo alias Lillo) e Ottone Di Valerio (Neri Marcorè). Entrambi imprenditori, ma con vite, personalità e caratteri diversissimi: il primo è fragile, insicuro, vittima da sempre di un enorme complesso di inferiorità nei confronti del secondo che, al contrario, è furbo, esperto e anche un tantino bastardo, a tal punto che, proprio a causa di un suo scherzo infame, l'eterno - e povero - rivale, ormai sull'orlo del fallimento, decide di suicidarsi.
Una volta giunto nell'alto dei cieli, a Biagio viene però concessa una 'seconda possibilità', ovvero quella di tornare sulla Terra sotto le mentite spoglie di Dennis Ruffino (Emilio Solfrizzi), brillante manager divenuto il punto focale dell'azienda di Ottone.
Per Biagio, la tanto agognata vendetta sarà senz'altro il primo pensiero...

Meno 'sanguigno' de L'anima gemella - titolo con il quale sorge spontaneo un confronto, visto che molti dei temi principali delle due pellicole sono gli stessi - Mi rifaccio vivo si presenta, secondo le stesse parole del regista, come il suo film sulla 'pacificazione'; un racconto corale, volutamente esagerato, sia nella forma che nelle atmosfere, capace di divertire, di far riflettere e di concedersi altresì quel pizzico di cattiveria che rende l'insieme ancora più frizzante e innovativo. Il tutto attraverso l'utilizzo di toni appositamente eccessivi, volti ad accentuare ulteriormente l'atmosfera fantastica che accompagna l'operazione e il continuo oscillare della storia tra sogno e realtà.
Una pellicola che dimostra coraggio, questa di Rubini. Coraggio nel mettere in scena argomenti difficili proponendoli in un'ottica del tutto estranea alle convenzioni, forte di un'originalità purtroppo sempre più rara nel nostro cinema e alla quale il regista sembra davvero non voler rinunciare.
Con un cast davvero notevole ad arricchire il già vasto campionario di pregi proposto dalla pellicola, Mi rifaccio vivo risulta senz'altro una delle sorprese più piacevoli della stagione cinematografica in corso.
Un film sulla vita, sulla morte, sull'amore, sulle incertezze, sulle coincidenze, sull'insicurezza che ci accomuna. Un film che parla soprattutto di noi, insomma.
Ma sempre, e comunque, con il sorriso sulle labbra.

Mi Rifaccio Vivo Ritorno alla regia di Sergio Rubini a quattro anni di distanza dall'autobiografico L'uomo nero (2009). Una commedia originale e stravagante con marcate sfumature fantasy, arricchita da un cast in parte e da una sceneggiatura - firmata dallo stesso Rubini in collaborazione con la compagna Carla Cavalluzzi e Umberto Marino - che rende interessante ogni singola situazione. Sicuramente una delle sorprese più piacevoli della stagione.

7.5

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