McCanick, la recensione del film con David Morse

Un detective della narcotici, tormentato da un trauma del passato, si mette sulle tracce di un giovane criminale appena uscito di galera.

McCanick, la recensione del film con David Morse
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Mack McCanick è un detective della narcotici di mezz'età, ossessionato da un tragico evento del passato che si ripercuote anche sul suo stato attuale, con una predisposizione all'alcoolismo e rabbiosi scatti di violenza che l'hanno messo in cattiva luce anche all'interno dello stesso corpo di polizia. L'uomo ha inoltre un rapporto difficile con il figlio, con cui cerca di ricucire il rapporto senza successo.
Proprio il giorno del suo compleanno McCanick riceve dal suo superiore, e amico di vecchia data, Jerry Quinn la notizia che un giovane criminale, Simon Weeks, è stato rilasciato dopo aver scontato un breve periodo di pena. Il detective sembra avere un conto in sospeso con il delinquente e inizia una serrata caccia all'uomo nella quale coinvolge anche il partner Floyd, dando vita a una guerra senza esclusione di colpi con il sottobosco delle gang locali dedite allo spaccio di droga. Quando Floyd rimane gravemente ferito durante un conflitto a fuoco, McCanick rischia di imboccare una strada senza ritorno.

Un film MeCcanico

Cory Monteith, la star della serie cult Glee nella quale ha interpretato il personaggio di Finn Hudson, è morto per overdose di alcool e droga in un hotel di Vancouver nel luglio 2013. Poche settimane prima della tragica scomparsa l'attore aveva preso parte alle riprese di un paio di pellicole, uscite postume, tra le quali questo poliziesco presentato al Toronto International Film Festival. I fan del compianto interprete hanno così l'occasione di rivedere (seppur per un tempo limitato) sul grande schermo il loro beniamino, per tutti gli altri la visione di McCanick invece non sarà una grande esperienza: ci troviamo infatti davanti a un crime/thriller basilare e derivativo, una sorta di brutta puntata televisiva dei tanti serial pensati per il tubo catodico.
Per tre quarti di visione non si comprende cosa spinga il protagonista verso la sua furiosa e vendicativa missione, quando poi il colpo di scena viene finalmente svelato, si rimane delusi e spaesati per le false piste create in precedenza, arrivando così a un finale non del tutto logico che ha il compito di chiudere un cerchio narrativo con più buchi che certezze.

I due volti della legge

Il bad cop al centro della vicenda è una figura con cui viene difficile empatizzare, al contempo anche i suoi lati più oscuri sono privi della necessaria complessità per dar vita a un personaggio tormentato e credibile, tanto che il disseminarsi di indizi e di possibili sviluppi agisce su un impianto forzato e a grado zero di tensione. McCanick si affida agli espedienti di genere, con giusto un paio di sequenze degne di nota all'interno di un insieme piatto e apatico, diretto senza nerbo e ispirazione da Josh C. Waller. Il regista, che ha firmato precedentemente e successivamente due action con protagonista Zoe Bell, rispettivamente Raze (2013) e Fuga nella giungla (2015), dimostra di avere ancora molta strada da percorrere dietro la macchina da presa per conseguire un proprio stile e di questo, la messa in scena, ne risente, con le sequenze sia in interni che in esterni afflitte da un totale anonimato.
Un peccato vedere David Morse, attore/caratterista di rilievo, sprecato in una figura caratterizzata in maniera così povera, nonostante in un paio di scene riesca a sfoggiare una notevole e vorace intensità drammatica che finisce per perdersi nel caos generale.

McCanick Un buon cast formato da David Morse, Ciaran Hinds e la compianta star di Glee Cory Monteith non basta a salvare questo poliziesco a basso budget dal totale anonimato. McCanick ci trascina nella personale indagine del tormentato protagonista, un detective della narcotici dal misterioso passato (che rimane oscuro per tre quarti di visione, nascondendo allo stesso pubblico le motivazioni dietro le sue gesta) che scatena una guerra senza esclusioni di colpi con il sottobosco criminale della città per rintracciare un delinquente appena rilasciato di prigione. Novanta minuti di vuoto a livello narrativo, con situazioni forzate e inverosimili (epilogo incluso), messe in scena senza alcun guizzo registico dal mestierante Josh C. Waller, tanto che al giungere dei titoli di coda l'impressione è quella di aver assistito a un brutto episodio della serialità per il piccolo schermo degli anni '90. Il film andrà in onda sabato 12 gennaio alle 21.05 su RAI4 in prima visione TV.

4.5

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