Recensione Maniac

Lo scalpa-donne Frank Zito... 32 anni dopo

Recensione Maniac
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Nel periodo a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, ai tempi del boom delle videocassette, era facile confonderlo con altri thriller e horror che, appunto, presentavano lo stesso titolo; dal Maniac dietro cui, in realtà, si nascondeva L'idolo, diretto nel 1971 da Barry Shear, a Maniac - Il virus che uccide di Shuki Levy, datato 1988 e incentrato su uno psicopatico malato di AIDS, fino al mediocre Maniac, concepito da Richard Cassidy nel 1978, ma conosciuto in patria come Crazed.
Per qualsiasi autentico appassionato di horror da schermo che si rispetti, però, il vero Maniac è sempre stato quello che, realizzato nel 1980 dal newyorkese classe 1955 William Lustig, proveniente dal porno e futuro autore della trilogia Maniac cop, vide il compianto Joe Spinell di Rocky e Il padrino - anche produttore esecutivo e sceneggiatore del film - concedere magistralmente anima e corpo al solitario, grasso individuo di mezza età Frank Zito, abitante in uno squallido appartamento della Grande Mela e dedito allo sterminio di donne e coppiette che capitano sulla sua strada.
Un vero e proprio classico del genere che, misteriosamente poco considerato quando vengono stilate le classifiche riguardanti i migliori lungometraggi dell'orrore di sempre, ha provveduto a fornire in maniera altamente realistica il ritratto su celluloide di un serial killer di pura fantasia; tanto da anticipare, senza dubbio, il molto più conosciuto Henry - Pioggia di sangue di John McNaughton che, risalente a sei anni dopo, si propose, però, quale resoconto delle malefatte dell'omicida Henry Lee Lucas, realmente esistito.

EverLustig love

Omicida di cui, tra l'altro, determinati tratti hanno finito in maniera evidente per influenzare anche la figura di Frank Zito, che, protagonista, inoltre, di Maniac 2: Mr. Robbie, cortometraggio di sette minuti diretto nel 1986 da Buddy"Libertà vigilata"Giovinazzo per promuovere un sequel mai realizzato della pellicola, viene rivisitato in questo rifacimento del cult-movie di Lustig, con lo stesso regista coinvolto in qualità di produttore insieme all'Alexandre"Piranha 3D"Aja.
Ed è sempre quest'ultimo a occuparsi - insieme allo storico collaboratore Grégory Levasseur - della sceneggiatura, mentre al timone di regia troviamo il Franck Khalfoun responsabile dell'ottimo -2 - Livello del terrore e del non disprezzabile Wrong turn at Tahoe, impegnato a calare nei panni di Zito l'Elijah Wood che i tolkieniani hanno imparato ad amare nel ruolo di Frodo, all'interno della trilogia cinematografica di Peter Jackson tratta da Il Signore degli Anelli.

Impaz... Zito!

Perché, essendo nella società d'inizio XXI secolo sorpassato il concetto di provare timore soltanto nei confronti degli esseri umani che, a loro modo, si presentano in maniera mostruosa già dal punto di vista estetico, Khalfoun, probabilmente, ha pensato bene di sostituire il ripugnante Zito di Spinell con un'immagine di ragazzo decisamente più rassicurante e, di conseguenza, insospettabile nascondiglio di una disturbatissima psiche.
Una psiche che porta il protagonista a privare le proprie vittime dello scalpo per poi adornare con esso dei manichini, proprio come nel capostipite; del quale, tra l'altro, rilegge la sequenza della ragazza inseguita sotto la metropolitana, ma non quella in cui il maniaco balzava sul cofano di una automobile per far deflagrare in maniera impressionante la testa dell'occupante per mezzo di un colpo di fucile.
Però, tra un omaggio cinefilo al capolavoro dell'Espressionismo tedesco Il gabinetto del dottor Caligari e un probabile rimando a Il silenzio degli innocenti con Jodie Foster, le principali differenze tra il Maniac del 2012 e quello del 1980 - caratterizzati oltretutto da epiloghi piuttosto simili tra loro - risiedono in due aspetti: nella scelta di mostrare il rapporto tra Zito e la disgustosa madre defunta, che nel film di Lustig era soltanto narrato, e, soprattutto, in quella di costruire i circa ottantotto minuti di visione in maniera quasi esclusiva attraverso la soggettiva del folle.
Infatti, è in particolar modo tramite riflessi negli specchi e immagini personali postate nei siti d'incontri online che abbiamo modo di vedere il volto di Wood per buona parte della pellicola; man mano che fa amicizia con la fotografa Anna, interpretata dalla Nora Arnezed di Safe house - Nessuno è al sicuro e che, quindi, sostituisce la mitica Caroline Munro del lungometraggio originale.
E bisogna dire che, mentre le musiche di Robin"Tutti pazzi per Rose"Coudert sembrano riecheggiare determinate colonne sonore a firma del nostro Stelvio Cipriani, nonostante la moderna ambientazione si respira proprio l'aria di horror thriller underground anni Ottanta.
Categoria in cui, appunto, rientrò il Maniac di partenza, irraggiungibile, invidiabile vetta della Settima arte splatter e con il quale, quindi, è inutile fare confronti; ma che Khalfoun dimostra di saper rileggere nella giusta maniera, gestendo a dovere i lenti ritmi di narrazione e ricavando quello che, sicuramente incapace di lasciare delusi i fan dell'accoppiata Lustig/Spinell, non rientra davvero tra i peggiori remake d'inizio terzo millennio.

Maniac Pensare a un remake di Maniac (1980) di William Lustig, pietra miliare del cinema sanguinolento, era veramente un’impresa difficile, tanto più che l’idea era quella di sostituirne il grasso protagonista di mezza età Joe Spinell con il giovane Elija Wood della trilogia Il Signore degli Anelli. Autore del riuscito -2 - Livello del terrore (2007), invece, Franck Khalfoun si dimostra capace di rileggere l’originale riproponendone la giusta dose di momenti caldi e apportandovi alcune modifiche, dal racconto prevalentemente in soggettiva alla descrizione del moderno (e discutibile) modo in cui il sesso femminile si rapporta all’uomo nella fredda, tecnologizzata e schiava dell’estetica società d’inizio terzo millennio. Con la risultante di un’operazione altamente godibile che, provvedendo a proporci un inedito Frodo in versione cattiva, miscela a dovere omicidi sanguinolenti e lenti ritmi di narrazione.

7

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