Recensione Lussuria - Seduzione e Tradimento

Amore e intrighi nell'ultimo Leone d'Oro

Recensione Lussuria - Seduzione e Tradimento
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Il regista

Tutto si può dire su Ang Lee, ma non che sia un regista incapace di variare. Nella sua carriera infatti troviamo film dalle tematiche molto diverse: si passa dalla trasposizione cinematografica di Hulk (il suo lavoro meno riuscito, che ha unito quasi unanimemente critica e pubblico in un giudizio negativo) all'interpretazione del romanzo di Jane Austen in Ragione e Sentimento (meritato vincitore di diversi premi, europei e non), alla cavalleresca avventura wuxiapian, capace per altro di rilanciare il genere in letargo da anni e semi-sconosciuto al pubblico occidentale, di La Tigre e il Dragone. Autore anche di molte commedie, più o meno ciniche (Mangiare Bere Uomo Donna, Il Banchetto di Nozze, Pushing Hands), di drammi sociali (Tempesta di Ghiaccio) e incursioni nel cinema storico come in Cavalcando con il Diavolo, sull'esercito dei confederati durante la guerra civile americana. La consacrazione definitiva arriva però nel 2003, quando, con la storia di una relazione gay tra due cowboy americani, vince Leone d'Oro, Oscar e Golden Globe per il miglior film, con I Segreti di Brokeback Mountain.L'abilità di Lee è quella di raccontare in una maniera stilisticamente perfetta, rendendo il tutto come epopee di grande respiro, dal sapore quasi epico, riuscendo a fondere nel migliore dei modi le sobrie atmosfere del cinema orientale con quelle più perfezioniste e sontuose della vecchia Hollywood. Non fa eccezione nemmeno il suo ultimo lavoro, Lust, Caution (tratto dal racconto della scrittrice cinese Eileen Chang) , premiato anch'esso con il Leone d'Oro all'ultima Mostra del Cinema di Venezia, nonchè oggetto della recensione. Un'assegnazione un po' a sorpresa, e che conferma come il regista taiwanese (ma cresciuto in America) sia sempre più amato dalla critica.

La storia

Shangai, periodo della Seconda Guerra Mondiale, occupata dai giapponesi. Una giovane donna, la signora Mak (Tang Wei), gioca a Mahjong con tre amiche. Poco dopo, recatasi in un caffè, comincia a ripensare alla sua vita. A quando tre anni prima, insieme a cinque ragazzi, formò una compagnia teatrale allo scopo di tenere alto il morale del popolo cinese. In seguito la loro attività si trasformò in qualcosa di molto più serio, e il gruppo di giovani progettò l'assassinio di un collaborazionista, il signor Yee (Tony Leung). Cambiare identità e infiltrarsi all'interno della vita del loro obiettivo: era questo il piano. La prescelta fu proprio Wong Chia Chi, che divenne così la signora Mak. Entrata in buoni rapporti con la moglie del signor Yee (Joan Chen), il suo scopo era quello di carpire più informazioni possibile e di metterne il marito in una situazione di vulnerabilità. Ma una serie di circostanze faranno si che la vittima prescelta si innamori proprio di Wong, scatenando una serie di conseguenze tragiche.

Seduzione e tradimento

Ad una visione superficiale, Lussuria - Seduzione e Tradimento può annoiare lo spettatore meno abituato ai ritmi lenti. Ma nelle due ore mezza di durata, è un film capace di regalare grandi emozioni. Subito salta all'occhio quel senso di perfezione, dalla ricostruzione storica ai rapporti tra i personaggi, che riesce a calare lo spettatore ben all'interno del contesto. Impresa ancor più difficile, vista anche l'apparente difficile immedesimazione nei protagonisti, volutamente distaccati e nei quali è difficile identificarsi. Ma non sempre questo deve essere un male, anzi in questo caso, raccontato con eleganza e finezza, è come assistere a un dramma noir d'altri tempi. E' proprio il cinema nero che ritorna in molti passaggi, dall'immobile crudeltà del signor Yee agli spasmi di estasi/sofferenza subiti da Wong per adempiere alla sua missione. Quel rapporto così aspro, violento ma non privo di tenerezza, è tutto il centro della pellicola, il resto vi ruota attorno. Per lui è amore o solo passione fisica? Per lei è dolore o rimpianto per essersi infilata in una situazione così dura? Come nella migliore cinematografia Tarkovskiana, torna il tema del sacrificio, anche se qui gli sforzi compiuti non portano al risultato sperato. La storia può a tratti ricordare quella del recente Black Book di Paul Verhoeven, ma il rapporto tra Yee e Wong è più torbido, instabile e incerto rispetto a quello della pellicola europea. Fino agli ultimi minuti il tradimento del titolo rimarrà un'incognita: i tormenti della giovane Wong infatti lasceranno diverse vie di interpretazione, fino ad un finale forse prevedibile ma di grande impatto sia cinematografico che emotivo. La seduzione invece, tanto chiaccherata fin dalla sua prima proiezione sul Lido, è potente ed estrema, e il rapporto sessuale tra Tony Leung e Tang Wei si trasforma in una battaglia emotiva, in una girandola di odio e amore, di dolore e violenza. Le scene di sesso sono, a onor di cronaca, alquanto spinte trattandosi di un prodotto per le grandi platee, ma niente che possa scandalizzare una società che vede tette e culi ai telegiornali di mezzogiorno. E soprattutto il sesso qui si rivela per nulla scontato, ma come unica via di comunicazione tra i due protagonisti: non si sarebbe altrimenti potuto capire il torbido tormento interiore della ragazza, senza ricorrrere a facile e spesso pessimi espedienti narrativi (voce fuori campo in primis), e nemmeno cogliere quei pochi momenti di selvaggia felicità del crudele traditore. Notare che sono presenti svariate posizioni del kamasutra. Le fasi temporali sono giocate su un lunghissimo flashback, che ci racconta i tre anni precedenti che hanno portato Wong alla situazione in cui si trova, per poi ritrovarsi al presente negli ultimi minuti. Nonostante ciò, la storia è carica di sorprese, in quanto l'inizio aveva svelato ben poco delle reale intenzioni della giovane. E' comunque un ritratto malinconico di una vita andata in pezzi, che traspare dagli occhi lucidi della bravissima, ed esordiente Tang Wei. La novella attrice, scoperta come sostiene il regista dopo ben 10.000 provini, è una luce che emana splendore per tutta la pellicola. Da contraltare non va dimenticata la grande prova di Tony Leung (qui per altro con un diverso doppiatore, forse per sottolineare l'aura più cupa del personaggio), uno dei più grandi attori orientali, il cosiddetto Clark Gable d'Oriente, qui bravissimo a delineare una figura sobria e schizzata allo stesso tempo. La violenza, seppur nascosta per quasi tutta la durata della pellicola, emerge esplosiva e sanguinaria in un accoltellamento multiplo, dove la paura genera gli istinti più animali anche nelle persone apparentemene più fragili, il cui rito iniziatico verso una nuova vita di odio emerge sia con paura che con fermezza. Il resto è limitato agli agghiaccianti racconti del signor Yee, incapace di trattenere la sua follia brutale perfino dinanzi ai limpidi occhi della sua giovane amante. La fotografia di Rodrigo Pietro è formalmente inattaccabile, capace di rendere la notte sempre più buia della sua reale entità, e il giorno mai troppo luminoso, ma specchio di una società allo sfascio, fisico e morale, di un popolo incapace di risorgere. Le musiche compaiono di rado, si eleggono a soavi e silenti accompagnatrici, ma riescono a diventare un catalizzatore emotivo nei loro pochi momenti, con un motivetto che ritorna più volte, di grande malinconia. Ang Lee orchestra implacabile la grande macchina del cinema, e realizza un altro capolavoro, forse la sua opera più matura, libero da condizionamenti esterni, ma trasportando su celluloide tutto il suo, immaginifico, senso dell'Arte. La Settima Arte.

Lussuria - Seduzione e Tradimento Il Leone d'Oro 2007 è un film complesso, non facile, ma se preso con le dovute precauzioni, adatto anche a un pubblico più vasto di quello solo dedito al cinema autoriale. Ang Lee riesce a rendere appetibile una storia dura, difficile, e lo fa senza ricorrere a mezzucci di sorta, anzi rendendo il tutto più improbo con scene di sesso estremo. I due attori, Tony Leung e l'esordiente Tang Wei, sono gli interpreti migliori per questo cupo racconto, un'apologia dell'amore fisico, qui usato però come lotta per una causa. Stilisticamente perfetto, due ore e mezza di cinema di gran classe: un inizio migliore per il 2008 (almeno nelle sale italiane) era impossibile chiederlo.

8.5

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