Los Angeles di fuoco, la recensione del disaster-movie

Quando un vulcano sotterraneo rischia di distruggere per sempre Los Angeles, uno sceneggiatore e un'attrice tentano di evitare la catastrofe.

Los Angeles di fuoco, la recensione del disaster-movie
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Nella Città degli Angeli sembra essere un giorno come tanti altri, la vita della metropoli è però prossima ad affrontare uno dei cataclismi più disastrosi e immaginabili: un vulcano sotterraneo si è infatti risvegliato e l'eruzione che ne consegue rischia di distruggere completamente la superficie con un'ingente perdita di vite umane. Ancora ignaro di quanto accadrà a breve, il giovane sceneggiatore Josh viene mandato dalla sua agenzia a incontrare il famoso regista di disaster-movie Quinn Irwin e la nota attrice Kat Rivers, al fine di organizzare le idee per un film da realizzare. Il cineasta, esperto di questi fenomeni, comprende subito la gravità della situazione e tenta in tutti i modi di avvertire il sindaco e il Presidente degli Stati Uniti, ma viene ostacolato da un geologo che ritiene di poter evitare danni maggiori tramite le dottrine scientifiche e studi a tema.
In Los Angeles di fuoco la situazione si fa sempre più pericolosa, con la lava che inizia a mietere decine di vittime e l'ospedale locale, dove lavora come capo infermiera la sorella di Josh, preso d'assalto da persone gravemente ferite. Proprio il ragazzo e la bella Kat si riveleranno essere l'ultima speranza per evitare che Los Angeles sparisca definitivamente dalla faccia della Terra.

Fuoco assassino

Se è vero che predire una tragedia allunga la vita del presunto destinatario, la città di Los Angeles può sicuramente dormire tranquilla per molti anni a venire, vista la mastodontica quantità di produzioni cinematografiche o televisive (per gran parte a bassissimo budget) che ne mostrano l'imminente distruzione. A questa già lunghissima lista si è aggiunto lo scorso anno l'ennesimo z-movie a tema, nel quale un vulcano sotterraneo è prossimo a mettere a ferro e fuoco la metropoli contro ogni logica scientifica. Che in Los Angeles di fuoco la verosimiglianza sia lasciata volutamente fuori campo è evidente quando le teorie dei geologi risultano totalmente errate mentre quelle di un regista esperto di pellicole catastrofiche (in una sorta di tocco autoironico) si rivelano quelle adatte a stoppare l'infuocato cataclisma, realizzato secondo ogni previsione con effetti speciali di rara povertà. La CG raggiunge infatti livelli difficili da commentare, anche rispetto a titoli omologhi, e ogni sequenza distruttiva è un vero e proprio "pugno nell'occhio" a livello visivo.

Niente da salvare

La sceneggiatura è al contempo un esasperante collage di situazioni sempre più improbabili, con personaggi che cambiano repentinamente idea da un momento all'altro, assurde love-story sul nascere e salvataggi dell'ultimo secondo (con ovvio conto alla rovescia incluso) che si appoggiano a diverse linee chiave del filone senza nessuna personalità e, anche se l'impressione generale è quella di non voler prendersi troppo sul serio (sottolineata ulteriormente da uno scambio di battute nell'epilogo), viene difficile perdonare una messa in scena e relativa narrazione così raffazzonati.
Il regista Sean Cain, con una lunga carriera da editor e specializzatosi dietro la macchina da presa da oltre dieci anni in operazioni di bassa qualità, non dimostra un minimo di personalità nel tentativo di salvare il salvabile e l'anonimo cast capitanato dai bellocci Matthew Atkinson e Lexi Johnson completa nel peggiore dei modi un insieme destinato solo ai, comunque numerosi, duri e puri appassionati del trash.

Los Angeles di fuoco La Città degli Angeli è alle prese per l'ennesima volta nella sua storia cinematografica con l'eruzione di un vulcano che rischia di farla scomparire per sempre dalla faccia della Terra; uno sceneggiatore alle prime armi e una bella attrice si rivelano essere l'ultima speranza prima che la lava distrugga ogni cosa. Los Angeles di fuoco si inserisce nella lunga lista di z-movie catastrofici che, dalla seconda metà dello scorso decennio, imperversano sulle emittenti statunitensi (e anche su quelle nostrane) e, pur con qualche tocco autoironico, non aggiunge niente al relativo filone, tra effetti speciali di bassa qualità, una sceneggiatura ricca di inverosimiglianze e incongruenze e un reparto tecnico, registico e attoriale inclusi, che trascina stancamente per ottanta minuti di visione la spoglia messa in scena. Il film andrà in onda mercoledì 13 febbraio alle 21.15 su CIELO in prima visione TV.

3.5

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