Recensione Lockout

Guy Pearce è Snow, lo Jena Plissken del nuovo millennio

Recensione Lockout
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In attesa di ottobre, mese in cui finalmente potremo vedere anche nelle sale italiane l'attesissimo Prometheus di Ridley Scott, gli appassionati del cinema sci-fi possono intanto sollazzarsi con Lockout, previsto in uscita il 25 luglio grazie alla divisione italiana di Warner Bros. Prodotto grazie a fondi franco-statunitensi e scritto, insieme ai due registi Stephen St. Leger e James Mather, da Luc Besson, in un ritorno al genere dopo il mai dimenticato Il quinto elemento, il film è in grado di soddisfare tutti i fan del filone, con una storia che riprende in parte l'incipit narrativo del dittico carpenteriano, 1997 Fuga da New YorkFuga da Los Angeles, inserendolo però in un contesto "spaziale". Protagonista assoluto è un Guy Pearce (Memento, The Hurt Locker) in gran forma, nei panni di uno dei miglior personaggi d'azione creati nell'ultimo decennio, accompagnato in questa improba missione dalla bellezza di un astro nascente come Maggie Grace (Io vi troverò) e da comprimari d'eccezione quali Peter Stormare (Fargo, Armageddon), Joseph Gilgun (Harry Brown) e Lennie James (Snatch - Lo strappo).

"Io non ti piaccio, vero? - Non vantartene. Non mi piace nessuno"

2079, Washington D.C. Snow (Guy Pearce), agente della CIA, viene arrestato per l'omicidio dell'agente sottocopertura Frank Amstrong. Snow però è in realtà innocente, nonché amico della vittima che prima di tirare l'ultimo respiro gli ha consegnato una preziosa valigetta con dei segreti governativi che avrebbero smascherato un traditore all'interno dell'organizzazione. Ma il direttore dei servizi segreti Scott Langral (Peter Stormare) lo ritiene colpevole oltre ogni ragionevole dubbio, e lo condanna a trent'anni di stasi sulla stazione orbitante MS One, divenuta negli ultimi tempi un enorme carcere planetario. Proprio sul MS One si trova Emilie Warnock (Maggie Grace), la figlia del presidente degli Stati Uniti, in missione per investigare che la stasi cui sono sottoposti i prigioneri non comprometta la loro salute mentale, come sostenuto da molte organizzazioni umanitarie. Sulla stazione però qualcosa va storto, e i detenuti ne prendono il controllo. L'unica speranza del Presidente per recuperare sua figlia, ora tenuta come ostaggio,  risiede proprio in Snow, il solo in grado di poterla trarre in salvo. L'uomo accetta la pericolosa missione, con la speranza inoltre di trovare delle prove che lo scagionino dall'accusa di omicidio...

"Tieni, spara - Credevo fossi Democratica"

Snow è indubbiamente un personaggio che rimarrà nella storia della sci-fi cinematografica. Autoironico, cazzuto e cool quanto basta per rapire letteralmente il pubblico, un anti-eroe dalla battuta sempre pronta (alcune geniali, come quella in cui sostiene di non essere come il mago Houdini, interpretato dallo stesso Pearce qualche anno fa in L'ultimo mago) che, con le dovute proporzioni, si propone come la versione del nuovo millennio di Jena Plissken, benda esclusa. La sua marcata e avvincente caratterizzazione, che ben combacia col carattere della figlia del presidente, un'ottima Maggie Grace in perfetta alchimia col protagonista, è inserita all'interno di un film avvolgente, ricco di citazioni di classe e con una componente action di prim'ordine, soprattutto per ciò che concerne l'arduo salvataggio nello spazio. Ne traspare un'appassionata atmosfera ottantiana, in cui il personaggio principale si rivela pressoché invicibile, riesce a sopravvivere sempre anche nelle situazioni più disperate, sempre col sorriso stampato in faccia e una sigaretta accesa. Gli effetti speciali, fattore non di poco conto in produzioni di questo genere, hanno qualche calo (soprattutto nella prima parte, troppo "playstation style") ma alla lunga si rivelano più che discreti, riuscendo a creare una realtà futuristica abbastanza credibile. Non mancano i colpi di scena, soprattutto nella parte finale, e l'apparente happy ending lascia intuire un possibile, auspicabile seguito. Snow è una figura che se lo meriterebbe...

Lockout Un ottimo cast (Pearce su tutti), un personaggio già cult e una trama sci-fi citazionista e improntata all'azione fanno di Lockout un piccolo gioiellino per tutti gli amanti del genere. Effetti speciali di discreto livello e una storia scontata ma in grado di appassionare sino ai titoli di coda rendono meno insostenibile l'attesa di Prometheus. Un must per gli appassionati.

7.5

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