Recensione Les Souvenirs

Con Les souvenirs il regista francese Jean-Paul Rouve delinea una passeggiata lieve ma toccante tra i luoghi e le emozioni della vita, al tempo stesso ordinaria e straordinaria, a ricordarci che 'La felicità non è il fine, ma il mezzo'

Recensione Les Souvenirs
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Romain vive a Parigi e fa il portiere di notte. Ha vent'anni, una passione per la scrittura, e un amore incondizionato per l'anziana nonna Madeleine (un nome di probabile omaggio al concetto tutto proustiano di recuperare il ricordo tramite le sensazioni involontarie dei nostri sensi). Quando quest'ultima, rimasta vedova, verrà trasferita per volere dei figli presso una casa di cura, Romain sarà l'unico a recarsi da lei con amorevole costanza. Ma la donna, in rifiuto all'idea di restare ‘segregata' lontana da casa e dalle sue cose, coverà l'idea di evadere, e ben presto lascerà l'ospizio per seguire i propri ricordi (o, più in generale, "Les Souvenirs" del proprio passato). Unico della famiglia messo al corrente della ‘fuitina' della nonna, Romain imboccherà a sua volta la strada verso Étretat (Alta Normandia), luogo natio della ottuagenaria e dove i due spenderanno un breve ma intenso attimo volto a rintracciare i fili di un passato che li lega, tra di loro così come a quella terra. Alla ricerca di un proprio futuro da coltivare attraverso la scrittura o da celebrare tramite l'amore, il ritorno al passato di Romain fatto grazie alle memorie storiche della nonna (la guerra, una società diversa, altri valori), getterà un ponte tra aspettativa e ricordo, sogno e nostalgia. Il loro rapporto, legame unico segnato dal nodo di una complicità a cavallo di più generazioni, troverà infatti in quel breve viaggio insieme il mezzo per affacciarsi o accomiatarsi (d)alla vita. Due stagioni e due direzioni diverse unite dunque nel tempo dell'amore e nell'importanza di un messaggio di vita da tramandare a ogni costo. Quello della ricerca della felicità al netto del tempo che passa e degli affetti che se ne vanno.

Que reste t'il de nos amours

Figlio del miglior cinema francese "d'atmosfere" dove luoghi e circostanze raccolgono e cullano la maturazione interiore dei protagonisti di cui si narra, Les Souvenirs (adattamento de L'Eroe Quotidiano di David Foenkinos) di Jean-Paul Rouve ha la levità del ricordo e la militanza del sentimento. A fare da traino per l'intero film è infatti il legame profondo che unisce Romain a sua nonna Madeleine (rispettivamente interpretati dagli ottimi Mathieu Spinosi e Annie Cordy), una brezza emotiva a cavallo di due età e due stagioni di vita che ricorda da lontano la complicità ribelle e catartica di Harold e Maude, in chiave meno funeralesca ma altrettanto caratterizzata dai commiati funebri quali luogo di addii ma anche di incontri e nuovi inizi. La difficoltà di vivere nella costanza dei propri affetti e propri legami in Les souvenirs è sviscerata attraverso quell'unico rapporto che sembra resistente al tempo e alle intemperie. L'altalena emotiva d'esser genitori, figli, coniugi, e in ruoli che ogni giorno ci segnano mettendo alla prova la nostra capacità di resilienza e abnegazione, trova infatti il suo punto fermo, il suo porto sicuro in quel mano nella mano tra una saggia signora dai capelli bianchi e il suo bel nipote dal sorriso caldo e rassicurante. Una passeggiata lieve ma toccante tra i luoghi e le emozioni della vita che risulta al tempo stesso ordinaria e straordinaria, a ricordarci che "La felicità non è il fine ma il mezzo..." - Le Bonheur (Berry).

Les Souvenirs Piccola e toccante commedia sulle stagioni della vita, sui sentimenti che si avvicendano e sull’importanza di una felicità da percorrere, Les souvenirs di Jean-Paul Rouve (Quand je serai petit, Adèle e l’enigma del faraone) è opera francese di nostalgie e suggestioni. Contaminata dall'elemento di un confronto generazionale che segna la transitorietà del tempo e poggiata sul carisma, calore umano di due protagonisti affiatati e speciali: il giovane Romain di Mathieu Spinosi e l’ottuagenaria nonna Madeleine della splendida Annie Cordy.

7.5

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