Le verità nascoste, la recensione del film di Robert Zemeckis

Una donna comincia a sospettare che la vicina sia stata uccisa dal marito violento e che il suo fantasma stia cercando di mettersi in contatto con lei.

Le verità nascoste, la recensione del film di Robert Zemeckis
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Claire e Norman Spencer, una coppia di mezz'età, assistono alla partenza della figlia per il college: soprattutto la donna fatica ad accettare la situazione anche se è conscia che da ora in avanti avrà molta più libertà. Ne Le verità nascoste nei giorni successivi al distacco comincia così a spiare i nuovi vicini, alle prese con violente litigate, tanto che dopo essersi imbattuta di sfuggita nella piangente dirimpettaia Mary, Claire comincia a sospettare un caso di violenza coniugale e quando questa scompare misteriosamente nel nulla ritiene che il marito possa averla addirittura uccisa. Nonostante le reticenze di Norman, restio a credere alla sua tragica versione bollata come una semplice paranoia, Claire ne rimane sempre più convinta e quando strani fenomeni cominciano a manifestarsi tra le quattro mura domestiche comincia a credere che il presunto fantasma di Mary stia cercando di mettersi in contatto con lei.

L'orrore che visse due volte

Adattare le regole dell'horror spiritico allora contemporaneo, all'inizio del nuovo millennio sulla cresta dell'onda ai botteghini mondiali, ai canoni del thriller di matrice hitchcockiana: un'impresa rischiosa quella tentata da Robert Zemeckis ma, pur non senza qualche sbavatura, in definitiva riuscita. Ci troviamo infatti di fronte a un film ambiguo e strisciante in cui la realtà di quanto sta accadendo viene svelata pian piano in un gioco torbido e morboso che scompagina le carte in tavola al colpo di scena di metà visione, troncando false piste e creandone di nuove in una costruzione chirurgica del racconto che, pagando consciamente una gestione del ritmo blanda, si insinua lentamente nella testa dello spettatore fino alla parzialmente sorprendente rivelazione clou. Rivelazione che assume un ruolo fondamentale nella lunga resa dei conti finale in cui ha luogo un vero e proprio crescendo tensivo in sequenze dove suspense di raffinata memoria si imprime suadente e vibrante negli occhi di chi guarda. Il regista si affida a volute derivazioni e oltre a classici del maestro del brivido quali Psyco (1960), La donna che visse due volte (1958) e La finestra sul cortile (1959), guarda anche al cinema di Roman Polanski, tanto che l'ossessione vissuta dalla protagonista riporta alla mente pulsioni coeve di diversi titoli del maestro polacco.

L'apparenza inganna?

Le due ore di visione lasciano trasparire un'eleganza formale nella messa in scena, esteticamente magistrale nelle scelte fotografiche e nella gestione delle inquadrature, atta a creare la giusta e inquieta atmosfera facente da contorno a una ghost-story in cui si incastrano ben presto dinamiche relazionali del rapporto di coppia, tra segreti e bugie venute alla luce nella gestione mystery della vicenda. Si ha a volte l'impressione che l'insieme guardi più all'aspetto che alla sostanza, come se l'intento fosse quello di offrire una versione di lusso di una storia già vista e proprio questo senso di adagiamento risulta il limite maggiore di un'operazione ricca di fascino ma peccante di personalità. Porte che si aprono, computer e stereo che si accendono da soli, volti spiritici comparenti nei riflessi d'acqua e oggetti che cadono nella miglior tradizione poltergeistiana in un adattamento placido e quieto che diniega la facile paura in favore di un climax più compassato in cui lasciare a briglia sciolta la vibrante performance di Michelle Pfeiffer, assolutamente perfetta nel dar vita al tormentato personaggio di Claire, e la più ambigua gigioneria di un ottimo Harrison Ford.

Le verità nascoste Un thriller di stampo hitchcockiano virato su tonalità horror, con l'elemento sovrannaturale che si insinua quale inquietante elemento di disturbo nell'apparente perfetta relazione tra i personaggi di Harrison Ford e Michelle Pfeiffer. Ne Le verità nascoste Robert Zemeckis coniuga i due generi in un'estetica che si compiace a tratti troppo del suo raffinato aspetto, perdendo di vista gli istinti più puramente di genere insiti nella premessa originaria, trovando picchi di inaspettata e coinvolgente suspense in alcune scene madri e nell'intensa mezz'ora finale, vera e propria lezione di cinema tensivo capace di ripagare la parziale lentezza del precedente minutaggio. Il film andrà in onda stasera, sabato 3 marzo, alle 23.30 su TV8.

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