Recensione Le ultime 56 ore

Claudio Fragasso firma il ritorno dell'action thriller all'italiana

Recensione Le ultime 56 ore
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Claudio Fragasso è sicuramente un regista interessante: il suo nome al grande pubblico non è molto noto, eppure è attivo, come regista e sceneggiatore, da più di trent'anni. Dopo un decennio passato a realizzare b-movie horror insieme a Lucio Fulci e Bruno Mattei, Fragasso ha cominciato ad imporre il suo particolare stile, che fonde poliziesco, thriller e sociale. A cominciare dal discusso Teste Rasate del '93, continuando con Palermo-Milano: sola andata e diversi film tv dall'impatto cinematografico, il regista romano ha sempre voluto coniugare, in maniera inusuale per le produzioni italiane, l'azione “all'americana” con picchi di drammaticità e verismo sociale tali da infondere sempre un discreto pathos alle immagini su schermo. E il suo ultimo lavoro, tratto da una sceneggiatura di Rossella Drudi, non fa eccezione.

UGC Festeggia l'Europa

Domenica 9 maggio, in occasione della giornata dell'Europa, UGC Ciné Cité presenterà il cinema dei 27 paesi dell'Unione Europea, proiettando altrettanti film, uno per nazione, in sei cinema di Bruxelles, Roma, Madrid, Parigi, Lione e Strasburgo. L'Italia sarà rappresentata proprio da Le ultime 56 ore: allo spettacolo delle 20:45 all'UGC Ciné Cité di Parco Leonardo saranno presenti anche regista e cast del film.

56 ore per vivere o morire

Paolo Manfredi (Luca Lionello), vice questore ed esperto negoziatore, e Gabriele Moresco (Gianmarco Tognazzi), colonnello dell'esercito, sono due uomini che non si conoscono ancora, ma hanno molto in comune: la risolutezza, la spiccata umanità, lo spirito di sacrificio.
Entrambi hanno sempre dato tutto al lavoro e allo Stato, ed entrambi hanno una famiglia; Manfredi ha una bella moglie, Isabella (Simona Borioni) dalla quale si è recentemente separato, e una figlia, Valentina (Nicole Murgia), molto matura per la sua età. La famiglia di Moresco, invece, è il contingente con cui ha vissuto la terribile esperienza del Kosovo nel '99, una famiglia composta di ragazzi volenterosi e disposti a tutto pur di difendere i propri ideali e gli ordini del loro padre putativo.
Sarà una doppia tragedia familiare a far incontrare il poliziotto e il paracadutista, col triste e spaventoso spettro del cancro a incombere sulle loro famiglie. Accomunati nel dolore ma spinti in direzioni opposte dagli eventi, i due si ritroveranno faccia a faccia in una corsa contro il tempo: Moresco decide infatti di occupare militarmente, insieme ai suoi ragazzi, un ospedale civile, pur di sensibilizzare l'opinione pubblica e il governo sul grave problema rappresentato dall'uranio impoverito nelle zone di guerra, minacciando con fermezza una strage se le sue richieste non saranno esaudite. Manfredi, invece, si ritroverà coinvolto come questore ma soprattutto come padre e marito, dal momento che moglie e figlia sono tra gli ostaggi dei militari, pedine di una situazione al limite pronta ad esplodere...

Spaghetti action-thiller

Assistendo a Le ultime 56 ore, il pensiero non può che volare, già dopo pochi minuti di film, a pellicole come i primi due Die Hard (Trappola di cristallo e 58 minuti per morire) e soprattutto il The Rock di Michael Bay. Le ispirazioni tratte dal regista da queste pellicole (e altre) sono assolutamente palesi, ma Fragasso tiene giustamente a precisare che, anche se il suo modo di fare cinema è spiccatamente americano, le sue non sono “scopiazzature” ma rielaborazioni di tematiche che ha visto nascere durante tutto il percorso della sua lunga carriera. Se c'è qualcuno da cui è andato a scuola, invece, sono sicuramente i registi dei noir e degli horror anni '70, a cui deve evidentemente molto. Dopo una lunga parentesi televisiva interrotta solo per Milano-Palermo: il ritorno, il cineasta romano torna quindi nelle sale con un'opera matura ma non eccessivamente autoriale, adatta a tutti i palati grazie ad una sapiente e calcolata alchimia dei suoi elementi.
Innanzitutto l'aspetto action-thriller della vicenda, particolarmente ben congegnato anche se decisamente non troppo originale e dai risvolti inaspettati: ma si può decisamente chiudere un occhio sulla scontatezza di alcune soluzioni proprio in virtù della loro perenne funzionalità, guardando invece agli aspetti più positivi della pellicola, tra cui alcune delle migliori scene d'azione mai realizzate in Italia, senza, peraltro, neanche ricorrere all'ormai onnipresente computer grafica.
In questo Fragasso è stato aiutato dalla buona fisicità di attori e stunt-men, oltre che all'ottimo montaggio di Ugo De Rossi, che ben coniuga le immagini sapientemente rese dal direttore della fotografia Patrizio Patrizi.
Pur non facendosi mai mancare momenti densi di azione, Fragasso è poi attento a inserire i momenti drammatici in scene clou di forte impatto, dove a farla da padrone sono i sentimenti e la morale dei personaggi, alle prese con scelte etiche riguardanti argomenti di non trascurabile importanza -eppure mai trattati con banalità e pressapochismo- come la guerra, l'eutanasia, gli interessi privati e le malattie derivate dall'utilizzo di sostanze radioattive.
Dal punto di vista attoriale, abbiamo una prova più che sufficiente da parte delle tre co-protagoniste femminili del film (le già citate Borioni e Murgia, oltre a Barbora Bobulova qui in un'inedita veste medica) ma soprattutto le convincentissime interpretazioni di Tognazzi e Lionello, entrambi figli d'arte che tornano a lavorare insieme dopo quasi trent'anni da Sposerò Simon Le Bon. Il colonnello Moresco di Tognazzi è perfettamente in parte, restituendo una figura di integerrimo ufficiale da manuale, mentre Lionello è quasi magnetico nella sua interpretazione dello sbirro deciso ma dal buon cuore. Tanto che il personaggio di Manfredi, semplicemente ma efficacemente delineato com'è, potrebbe benissimo essere sfruttato in nuovi film, magari televisivi, ma questo potrà dircelo solo il futuro.

Le ultime 56 ore Le ultime 56 ore è un film che tenta di mantenere alto il ritmo e la tensione per tutti i suoi 110 minuti di durata, perlopiù riuscendoci, nonostante alcuni cali di tono dovuti a qualche scena dallo stile più “televisivo” di altre e ad alcuni interpreti non del tutto azzeccati. Ad ogni modo, intrattiene come un blockbuster hollywodiano ma con in più il pregio di buttare un occhio all'attualità e ai problemi del paese, come da tradizione dei polizieschi più famosi del regista. Un cinema da premiare, vista anche la scarsità di alternative “made in Italy”: ci si lamenta spesso che in Italia produciamo e realizziamo solo commedie: Fragasso è uno dei pochi che tenta di ricreare un mercato e un modo di fare cinema di genere.

7

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