Recensione Le Meraviglie

Il realismo magico racchiuso ne Le Meraviglie di Alice Rohrwacher è un ammirevole mix di ironia, acume e originalità

Recensione Le Meraviglie
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Primo e unico film italiano in concorso nella selezione ufficiale al Festival di Cannes 2014, Le meraviglie è il secondo lungometraggio di Alice Rohrwacher (nata a Fiesole, classe 1981) ma anche il secondo film della regista a transitare per l'importante vetrina della kermesse francese. Questa volta però la Rohwacher punta in alto, perché se il suo Corpo Celeste (opera prima largamente apprezzata e valsale anche il nastro d'argento come miglior regista esordiente) era riuscito nel 2011 a far parte della sezione Quinzaine, Le meraviglie - tre anni dopo - guadagna invece un posto nella sezione principale, un risultato di tutto rispetto per questa giovane regista italiana dal grande potenziale ancora tutto da scoprire.

Alice Rohrwacher a Cannes

Non è un caso che al suo secondo film Alice Rohrwacher sia di nuovo a presentare (e per di più in concorso nella sezione ufficiale) un suo film alla celeberrima kermesse francese. Il motivo è molto semplice da individuare e sta nel fatto che la Rohrwacher nella sua breve filmografia ha già dimostrato di avere una sensibilità, un'empatia e una capacità di avvicinarsi al mondo dei più piccoli che solo pochi altri registi possiedono. E quei pochi sono per lo più francesi. Questa caratteristica di riuscire a raccontare la società filtrandola attraverso lo sguardo innocente, acuto e sensibile dei più piccoli è infatti una grande prerogativa (soprattutto pregio) del cinema d'oltralpe. Basti pensare a una regista come Céline Sciamma e al suo Tomboy per capire il valore della sensibilità di cui stiamo parlando. Ecco, in questi termini, possiamo forse  dire che la Rohrwacher (oltre a essere una delle poche esponenti femminili nel campo della regia) è forse l'autrice che più di tutti si avvicina all'interesse francese (e ahimè non nostrano) verso un tipo di cinema che sappia raccontare il mondo dei grandi attraverso la magia dell'occhio dei più piccoli. E questo è esattamente ciò che accade in Le meraviglie.

The Wonder

In una realtà rurale al confine tra Lazio, Umbria e Toscana, una numerosa famiglia di gente ancora legata ai valori della terra cerca di sbarcare il lunario come può, contando sui frutti della terra e sull'apicoltura. La famiglia, composta da una coppia e quattro figlie femmine, rappresenta però nella sua preponderanza di esponenti del sesso femminile un ostacolo alla naturale prosecuzione delle attività agricole. In ogni caso, è la maggiore delle quattro figlie Gelsomina a farsi quotidianamente carico di tutte le mansioni di maggiore responsabilità, ed è sempre lei (con l'aiuto del padre) a gestire quell'attività di apicoltura che garantisce alla famiglia un miele naturale e buonissimo. Una realtà contadina faticosa della quale Gelsomina si sente parte integrante ma dalla quale sogna anche (in un certo senso) di evadere, per vivere la sua vita di adolescente senza freni come fanno le sue coetanee. Sarà l'occasione di un programma televisivo dal titolo "Villaggio delle meraviglie" alla ricerca di contadini mirabili da premiare per le loro produzioni, ad accendere nella ragazza la scintilla di una chance da non perdere. E così, nonostante l'opposizione del padre che invece rimugina sulla fine del mondo e vagheggia di comprare un cammello, Gelsomina farà di tutto per avere una possibilità di cambiare vita, o per lo meno scrutare con i propri occhi Le meraviglie che si celano oltre quella vita contadina che lei conosce fin troppo bene.

È confortante scoprire che sia un film come Le meraviglie a concorrere per l'Italia per la Palma d'oro, così come è altrettanto triste pensare che - con buona probabilità - il film non riceverà l'attenzione che merita. Eppure, la Rohrwacher realizza un piccolo film che racchiude in sé qualcosa di geniale, ovvero la capacità di evadere da un mondo di precarietà e doveri attraverso un racconto che usa l'ironia, la magia e il surreale per fare una feroce critica alla società dell'apparenza, al maschilismo che ancora governa molte delle realtà (specie di provincia) e sottolineare l'importanza di valori fondanti come quello dell'amore per la natura, dell'affetto verso la famiglia e della solidarietà verso il prossimo. Altro grandissimo pregio del film è poi quello di far fluire naturalmente il relazionarsi dei più piccoli nella storia, creando dialoghi e situazioni così realistiche da costringere lo spettatore al processo di immedesimazione. C'è anche però da dire che il film ha purtroppo un suo limite culturale e linguistico che senza dubbio lo penalizzarà nella fruibilità da parte di un pubblico diverso da quello italiano. Gran parte del significato del film non passa infatti per le parole usate ma attraverso il modo, la gestualità, la simbologia di una realtà italiana ben specifica e difficilmente esportabile. A questa difficoltà va poi aggiunta la necessità - nella fruizione di un film del genere - da parte dello spettatore di accettare il realismo magico dell'opera, sempre in bilico tra la verità quasi documentaristica delle location e di certe scene e la presenza dell'elemento magico, surreale (in questo caso un concorso a premi e una fata bianca interpretata da Monica Bellucci) che interviene a spezzare quel registro creando una forma comunicativa ibrida davvero molto interessante e originale.


Le Meraviglie Unico film italiano in corsa per la Palma d’oro al Festival di Cannes 2014, Le meraviglie, opera seconda di Alice Rohrwacher è un film non perfetto ma per certi versi geniale, che riesce a trovare la via per affrontare ingombranti tematiche sociali attraverso l’uso di un’ironia evasiva e di un sarcasmo ispirato. Forse non così facile da fruire appieno al di fuori della lingua e dei confini italiani, Le meraviglie conferma - in ogni caso - il grande potenziale espressivo artistico e soprattutto la grande sensibilità di una delle poche registe italiane emergenti (forse l’unica) che val la pena di tenere d’occhio.

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