Le bugie scorrono nel sangue, la recensione del thriller tv

In questo thriller per il mercato televisivo, una psicopatica si fa passare per la nonna mai conosciuta della sua futura vittima.

Le bugie scorrono nel sangue, la recensione del thriller tv
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Colleen, donna di mezz'età, è da sempre alla ricerca della famiglia perfetta, non importa che questa sia la sua o meno. È riuscita a ingannare più nuclei e a spacciarsi ogni volta come una lontana parente, con drastiche conseguenze per gli ignari che l'hanno accolta a braccia aperte. La sua ultima "vittima" è la giovane Leslie, da poco orfana di madre, alla quale la psicopatica si presenta come la nonna biologica materna mai conosciuta - dopo aver ottenuto informazioni tali da garantirle una perfetta copertura - e riesce a entrare nelle sue grazie.
Nonostante i dubbi del marito e della migliore amica, Leslie ripone fiducia nella donna ma quando una serie di inquietanti delitti avrà luogo nella sua cerchia di conoscenti comincerà finalmente a porsi qualche domanda, finendo per scoprire un'orribile verità.

Parenti serpenti

Il prologo faceva presagire una messa in scena più originale del previsto, almeno se rapportato ad altre produzioni Lifetime per il piccolo schermo, ma ben presto le aspettative vengono disattese consegnando l'insieme alla canonica mediocrità. L'apertura, con la villain che recita un discorso di ringraziamento rivolgendosi a una tavolata di cadaveri, è infatti l'unico sussulto dell'ora e mezza di visione, per il resto priva di qualsivoglia originalità e tendente a quella linearità vista e rivista nel relativo ambito.
Le bugie scorrono nel sangue è un film che soffre in particolar modo dell'eccessiva stupidità dei personaggi positivi, con la figura di Leslie in particolare a palesare deficit non da poco nel fidarsi ciecamente di una perfetta sconosciuta, pur contro il parere delle persone a lei più vicine.
Un elemento ulteriormente evidenziato dalle performance non proprio al top del cast, scialbo e anonimo con la sola eccezione della nemesi di Robin Riker, che prova a infondere una parziale verve al suo diabolico alter-ego.

Tra moglie e marito...

Sia dal punto di vista tecnico che da quello narrativo l'operazione è ai minimi termini, con una regia spenta e inerte che si muove ciclicamente nelle dominanti sequenze in interni e una sceneggiatura che forza eventi e colpi di scena fino all'epilogo potenzialmente aperto a ulteriori seguiti. Colpe da imputare alla coppia - marito e moglie - formata da David Ian McKendry e Rebekah McKendry, lui autore dello script e lei seduta dietro la macchina da presa.

A pagare dazio è, giocoforza, anche la componente tensiva e, pur a dispetto di un discreto numero di cadaveri, la suspense viene spenta sul nascere da situazioni girate in maniera involontariamente ridicola, resa dei conti finale in primis.
Le bugie scorrono nel sangue, conosciuto in originale sia come Psycho Granny che Lineage of lies, si rivela una pellicola priva di meriti e spunti che si va ad aggiungere alla foltissima lista di titoli omologhi.

Le bugie scorrono nel sangue Una villain che si infiltra all'interno di famiglie altrui, spacciandosi per lontana parente - una nonna mai conosciuta in questo caso - è al centro di un thriller per il mercato televisivo mai capace di pungere a dovere dal punto di vista tensivo e in più occasioni inverosimile. Il prologo rimane probabilmente il momento più riuscito, nonché l'unico, di Le bugie scorrono nel sangue, film che si trascina stancamente per inerzia fino allo scorrere dei titoli di coda, tra forzati colpi di scena e scelte registiche anonime e involontariamente ridicole che tolgono ulteriore credibilità al già improbabile spunto di partenza. Il film andrà in onda venerdì 3 luglio alle 21.20 su RAI2 in prima visione tv.

4

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