Recensione Le avventure di Zarafa Giraffa Giramondo

Dalla Francia, un piccolo gioiellino in animazione tradizionale

Recensione Le avventure di Zarafa Giraffa Giramondo
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Ultimamente è sempre più raro avere l’occasione di vedere al cinema film d’animazione non in 3D ed esulanti dalle complesse macchinazioni Hollywoodiane delle grandi case. Se poi guardiamo al mercato europeo, la scelta si riduce drasticamente in modo quasi sconcertante. Meno male allora che arriva in Italia dal 4 aprile un gioiellino francese a cura di Rémi Bezançon (Il primo giorno del resto della tua vita) e di Jean-Christopher Lie (tra gli altri, ha lavorato per Il gobbo di Notre Dame, Hercules e Tarzan): Le avventure di Zarafa. Giraffa giramondo è distribuito in Italia da Good Films (ne abbiamo parlato molto bene per la distribuzione di film come In Darkness e Before Midnight) e da Nexo Digital (la regina tricolore del digitale, “patron” di tutte le principali iniziative cross-mediali e di importanti restauri cinematografici). Certo, bisogna ammettere che rispetto agli ultimi film Pixar, DreamWorks e Studio Ghibli il film è più schiettamente votato a un pubblico di bambini. Nonostante l’assenza di canzoni durante la storia, infatti, il registro è puramente da film per l’infanzia. Visione godibile anche per un pubblico più adulto, comunque, soprattutto per la bellezza delle immagini e la curiosa vicenda storica, così anomala ed interessante, specialmente perché intreccia continente africano, snobismo europeo e un’epoca ormai lontana ma che può insegnare ancora molto.

SE TI PERDI, GUARDA IL CIELO

E’ un vecchio saggio a raccontare la leggendaria (ma vera) storia della prima giraffa arrivata in Francia. Seduto sotto un imponente baobab, il vecchio saggio - che ha la voce di Vinicio Capossela - racconta di gusto l’avventura del ragazzino africano Maki (voce di Tito Marteddu), appena dieci anni ma un cuore che batte all’unisono con la natura del continente in cui è nato e cresciuto. Riuscito a sfuggire al terribile schiavista Moreno (Pasquale Anselmo), Maki trova un’amica in una giraffina rimasta orfana. Il ragazzino seguirà il beduino Hassan, detto “il Principe del Deserto” (voce di Francesco Prando), che porta con sé la giraffa per scortarla al Pascià egiziano. L’ultimo disperato piano del Pascià per difendersi dall’assedio turco nel porto di Alessandria è di portare una giraffa come dono al re di Francia Carlo X nella speranza di ottenere una indispensabile alleanza. Il porto però è assediato dai turchi e Hassan ha un solo modo per raggiungere la Francia: la mongolfiera dell’ingegnoso Malaterre (Giorgio Lopez), la prima a volare. Hassan, il testardo Maki e l’eccentrico Malaterre prendono così il volo verso Parigi, portando sulla mongolfiera anche la giraffa, ribattezzata Zarafa, e una coppia di mucche tibetane, ingaggiando una furiosa corsa con la nave della piratessa Bouboulina e il vascello di Moreno.

CREDEVATE FOSSE LEGGENDA?

Questo gioiellino d’animazione vanta una grafica davvero mozzafiato, specialmente i disegni che riassumono l’”on-the-sky” (diciamo così) da Marsiglia a Parigi. I toni sono voluti per un pubblico giovanissimo, cui è congeniale la scelta di affidare la narrazione al vecchio saggio, sorta di Cicerone che dissipa i dubbi e fa chiarezza sui concetti più complessi. Tuttavia l’assenza di pezzi cantati/ballati (ad eccezione del coloristico sirtaki improvvisato dai pirati) e la materia storica e quasi geopolitica ne fanno una visione interessante anche per un pubblico più adulto. Non è infatti tutto entertainment: avvenne realmente che nel 1826 il piemontese Bernardo Drovetti, ambasciatore di Francia presso Alessandria, suggerì al Pascià di donare una giraffa alla Francia. L’idea era di un dono prezioso per lo zoo del Jardin des Plantes e avrebbe potuto favorire un’alleanza con re Carlo X. La giraffa Zarafa era appunto orfana e cucciola, presa dal deserto in Sudan e trasportata a Marsiglia da una nave sarda. L’animale dal collo lungo suscitò notevole interesse oltralpe, scatenando una vera “giraffomania” come viene detto nel film. Chi volesse vedere Zarafa sappia che è stata imbalsamata ed è ancora conservata al Museo di storia naturale di La Rochelle.
Una storia affascinante, che ben si presta a un film d’animazione: l’accoppiata di registi francesi la rende un insegnamento sul rispetto della natura e dei popoli, messaggio contro la schiavitù (sia degli uomini sia dei popoli) e contro le guerre. Il duetto Maki-Zarafa ricorda che abbiamo sempre da imparare dal genuino disinteresse di bambini ed animali. Per gli incontentabili, la canzone originale “Zarafa Giraffa” di Vinicio Capossela (da lui scritta ed eseguita) chiude il film sui titoli di coda.

Le avventure di Zarafa - Giraffa Giramondo La tradizione del cinema d’animazione ha sempre avuto qualcosa da insegnare. Il lavoro compiuto con Zarafa diventa raro e quasi anomalo in un mercato d’animazione sempre più esasperato da tecniche volutamente digitali, CG e spesso in 3D. Per una volta tanto, l’aspetto di un “ritorno alle origini” è più che piacevole. Il film è molto gradevole e i disegni bellissimi. Imperdibile per i fan di Capossela e ideale per i bambini.

8

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