Recensione Le avventure di Fiocco di neve

Arriva il gorilla bianco che piace ai bambini

Recensione Le avventure di Fiocco di neve
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Quando si parla di elaborati cinematografici da grande schermo riguardanti l'amicizia tra un gorilla e una bambina, il primo film che, inevitabilmente, torna alla memoria è Il grande Joe (1998) di Ron Underwood, a sua volta rifacimento de Il re dell'Africa (1949), diretto dall'Ernest Beaumont Schoedsack che fu tra i fautori di King Kong (1933).
Sotto la produzione della spagnola Filmax di Julio Fernández, cui si devono non pochi horror, da Beyond Re-Animator (2003) di Brian Yuzna alla serie [rec], è l'argentino Andrés G. Schaer - autore del televisivo Il topolino Marty 2 (2008) - a tornare sull'argomento prendendo spunto, però, da fatti realmente accaduti.
Il suo Floquet de neu (come s'intitola in patria il lungometraggio), infatti, s'ispira al vero gorilla bianco Nfumi Ngui che, trovato nella Guinea Equatoriale il 1 Ottobre del 1966 e trasferito allo Zoo di Barcellona, fece molto scalpore; tanto da apparire, nel Marzo successivo, sulla copertina del National Geographic Magazine e da venire ribattezzato da tutti "Fiocco di neve", trasformandosi in una leggenda.
Leggenda che, in questo caso, rivive in un mix di live action e animazione in computer grafica, un po' come fece Brad Silberling con Casper (1995).

Un gorilla bianco per amico

Quindi, con Claudia Abate nei panni di Paula, migliore amica di Fiocco di neve, e Joan Sullà in quelli di Leo, segretamente innamorato di lei, seguiamo il simpatico ominide che, sentendosi emarginato a causa del colore atipico della sua pelliccia, decide di partire in un viaggio alla ricerca della Strega del Nord, affiancato dal panda rosso Miguel, per chiederle di aiutarlo a diventare nero come tutti gli altri.
Ed è la Elsa Pataki vista, tra l'altro, in Fast & furious 5 (2011) e nel nostro Manuale d'amore 2 (Capitoli successivi) (2007) a concedere anima e corpo a quest'ultima; mentre fa la sua entrata in scena anche il poco raccomandabile Luc De Sac alias Pere"La vespa e la regina"Ponce che, sicuro del fatto che il cuore di un gorilla albino sia l'amuleto più potente che possa esserci, fa di tutto per catturare il protagonista.
Man mano che, tra brutte avventure con alveari e altri imprevisti destinati a ostacolare i malvagi intenti dell'uomo, risulta chiaro che siano dinamiche tutt'altro che distanti da quelle che caratterizzano i cartoon ad accompagnare la circa ora e mezza di visione; non priva, ovviamente, di risvolti positivi e abbondanza di buoni sentimenti indirizzati al pubblico delle famiglie.
Anche se, con ogni probabilità, è soprattutto agli occhi degli spettatori più piccoli che l'insieme riesce a risultare veloce e divertente... senza dimenticare la fondamentale morale relativa all'accettazione della diversità, la quale, più che un difetto, dovrebbe spesso rappresentare un aspetto speciale e di cui andare fieri.

Le avventure di Fiocco di neve Un mix di live action e animazione in computer grafica per poter raccontare la storia del gorilla bianco Fiocco di neve, personaggio ispirato a un ominide realmente esistito negli anni Sessanta e che viene in questo caso sfruttato al fine di concepire un moderno apologo su celluloide, atto a ribadire in che modo essere diversi può rappresentare qualcosa di speciale. Produce la spagnola Filmax e dirige l’argentino Andrés G. Schaer uno spettacolo che, ovviamente indirizzato al pubblico delle famiglie, fa in maniera dignitosa il verso ai più costosi lungometraggi d’intrattenimento a stelle e strisce. Oltretutto, con una confezione tecnica impeccabile, spingendoci tranquillamente a pensare, per l’ennesima volta, che soltanto nell’Italia d’inizio XXI secolo siamo rimasti legati a un concetto di cinema esclusivamente basato su drammi di stampo politico e rassicuranti commedie tutt’altro che vicine a universi fantastici e personaggi animati.

6

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