Lanterna Verde: la recensione del film con Ryan Reynolds

Nella notte più profonda debutta al cinema il supereroe DC, in un film che purtroppo non riesce a spiccare dalla massa.

Lanterna Verde: la recensione del film con Ryan Reynolds
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A volte viene davvero naturale chiedersi come sia ancora possibile che l'alter ego cinematografico della Terra sia sempre e costantemente vittima di attacchi alieni, atomici e di sovrannaturali nemici. Dietro ogni angolo buio, sotto ogni tombino, agganciato a ogni lampione sembra ormai esserci un qualsivoglia tipo di supereroe pronto a prodigarsi per la salvezza del pianeta e della sua popolazione. Eppure gli attacchi continuano, sempre più esorbitanti, paurosi e dalle potenzialità visive esagerate. E così la macchina dei sogni si è messa in moto, rovistando negli scatoloni nascosti in fondo agli armadi e nelle librerie dei suoi produttori, sfogliando pagine patinate e vecchi schizzi adolescenziali fino a quando non ha trovato il suo nuovo eroe. Ci si è spinti fino al lontanissimo pianeta Oa, ma alla fine la missione è stata compiuta e dagli archivi DC è volato fuori Lanterna Verde.
Nonostante non sia tra i classici supereroi dell'immaginario comune, che notoriamente comprende primi fra tutti Batman e Superman, Hal Jordan è uno dei personaggi DC più amati di tutti i tempi. Il suo successo risiede del suo essere potenzialmente un ragazzo normale, che inizialmente non spicca certo per le sue doti da classico eroe: il fumetto propone infatti una forma narrativa di base, dove una normalissima persona viene improvvisamente investita di poteri immensi. Può capitare a chiunque, ovunque si trovi e in qualsiasi momento. Quale modo migliore per creare un legame empatico tra lettore e protagonista della storia? Tra l'imbarazzo e l'incapacità, ci si trova a dover maneggiare situazioni e imprevisti fino ad allora inimmaginabili: una tecnica sfruttata sapientemente da altri albi e da altre icone della Silver Age (di cui Lanterna Verde, insieme a Flash, ne è stato proprio uno dei punti di partenza), come l'Uomo Ragno o i Fantastici Quattro. Eppure, nonostante i fan dislocati in tutto mondo che ne hanno tenuto alto l'onore e l'amore, Lanterna Verde non aveva ancora fatto il suo ufficiale debutto nel cinema moderno.

Dì il giuramento...

Abin Sur (Temuera Morrison), Lanterna Verde del settore 2814, ha sconfitto e imprigionato l'essenza della paura, racchiusa in un'entità chiamata Parallax. Molti anni dopo Parallax riesce a fuggire dalla sua prigione, portando distruzione in giro per l'Universo e attaccando proprio la Lanterna Verde che lo aveva sconfitto. Abin Sur, mortalmente ferito, riesce ad atterrare però sulla Terra, dove incarica il suo anello di cercare il suo successore. La scelta ricade su Hal Jordan (Ryan Reynolds), pilota collaudatore dalla fama burrascosa, che viene improvvisamente trasportato al cospetto dell'alieno che gli ordina di prendere l'anello e la sua lanterna e di sottoporsi al giuramento. Dopo svariati impacciati tentativi di capire le giuste modalità per recitare il giuramento e a cosa questo possa portare, Hal entra in uno stato di trance in cui recita la giusta formula e diventando così un membro del Corpo delle Lanterne Verdi. Investito di una forza sovraumana e di un potere limitato solo dalla propria immaginazione, Hal viene trasportato dall'anello sul pianeta Oa, quartiere generale delle Lanterne Verdi, dove verrà sottoposto a un duro addestramento e conoscerà Sinestro (Mark Strong), leader del Corpo non proprio entusiasta della scelta di un umano come membro della squadra che, fortemente convinto dell'inferiorità della razza umana in combattimento, lo rimanda sulla Terra completamente sfiduciato nelle sue potenzialità. Intanto allo scienziato Hector Hammond (Peter Sarsgaard) viene chiesto di fare l'autopsia sul corpo di Abin Sur: durante lo scontro una parte di Parallax è penetrata nel corpo dell'alieno e accidentalmente Hector ne viene contagiato, sviluppando forti capacità celebrali, come telepatia e telecinesi, che minano però la sua salute mentale. E mentre Hal ed Hector devono fare i conti con i loro nuovi poteri, la vita di Carol Ferris (Blake Lively) viene messa in pericolo da una serie di eventi innescati proprio dallo scienziato, che con le sue azioni nel frattempo alimenta inconsciamente il potere di Parallax.

Supereroi paralleli

Chi non è del tutto estraneo alle dinamiche narrative del fumetto, avrà notato come l'investitura di Hal Jordan a membro delle Lanterne Verdi appaia diversa in questa versione cinematografica. Per quanto non totalmente stravolte e decontestualizzate, le origini della celebre Lanterna Verde su pellicola e quella cartacea sono, come spesso accade, diverse tra loro. Punto fermo di ogni possibile ambientazione rimane comunque l'anello (nelle sue differenti accezioni estetiche), il solo in grado di decidere l'individuo degno di essere investito dell'immenso potere che esso stesso è in grado di conferire: qualità fondamentali sono onestà e coraggio, grande forza di volontà e l'innata capacità di maneggiare e manipolare la paura (semplificata spesso con la tendenza a non aver paura di niente). Caratteristiche che trova proprio in Hal Jordan, umano considerato da tutti come assolutamente inaffidabile e famoso per la sua spericolatezza, soprattutto in campo lavorativo. Dall'anello delle Lanterne Verdi si potrebbe dire che comincia tutta la storia ed è qui che si ferma anche, vista la piega del tutto personale che la sceneggiatura di Lanterna Verde sceglie di prendere nell'adattamento diretto da Martin Campbell. Ristretti nei classici tempi narrativi del grande schermo, la storia del corpo delle Lanterne Verdi si dilata e si contrae senza cognizione di causa, smussando dinamiche e combattimenti a favore di una gestione narrativa più commerciale e moderna. Coloro che risentono maggiormente di questa scelta produttiva sono proprio i protagonisti. Hal Jordan viene infatti presentato come un irresponsabile e scapestrato ragazzo senza molto da perdere, che agisce sotto diretto controllo della propria impertinenza, escludendo completamente le motivazioni più profonde che fanno della sua amalgama caratteriale la perfetta scelta per il Corpo delle Lanterne Verdi. Stessa cosa accade con Carol Ferris che tra battibecchi lavorativi e svenevoli sentimentalismi, perde i tratti di un personaggio motore delle future evoluzioni della vicenda. Memorabili, seppur in maniera negativa, sono proprio i dialoghi fra loro due che assumono le dinamiche di un serial televisivo adolescenziale, puntando l'attenzione su facili sentimentalismi e banali innesti comici. Un atteggiamento che sicuramente non va ad infastidire la fruibilità della pellicola da parte di un pubblico casuale, pur privandolo della valenza emotiva che essi stessi hanno nel fumetto.

Spettacolarità iperreale

"I film sui supereroi devono riuscire a catturare la nostra immaginazione nei modi più disparati", afferma Ryan Reynolds scelto per dare il proprio volto a Hal Jordan, "per questa ragione Lanterna Verde è un soggetto perfetto per il grande schermo, poiché racchiude in se stesso azione, avventura, humor e umanità". Ed è proprio su queste caratteristiche che Campbell decide di puntare, conscio dell'impossibile paragone tra Hal Jordan e gli altri eroi DC Comics portati al cinema in questi ultimi anni, primo fra tutti l'introspettivo quanto spettacolare Batman di Christopher Nolan. Una miscela di intenti che però non sa bene come destreggiarsi e che finisce per dare bella mostra di sé solamente in campo visivo, dove grazie alle moderne tecnologie, tra cui un 3D possente ma mai invasivo, le mille potenzialità di Lanterna Verde prendono vita sullo schermo. Il suo potere è infatti limitato solo dalla sua immaginazione e prende energia dalla sua forza di volontà: un ventaglio di armi, interazioni e possibilità visive impossibili da realizzare senza un uso massiccio e meticoloso di computer grafica, vera protagonista di questa pellicola. Tutto è realizzato attraverso la modulazione computerizzata, regalando effetti che passano dalla spettacolarità a un iperrealismo quasi fittizio, che si scontra con l'ambiente circostante. Persino il tanto discusso costume delle Lanterne Verdi, di fatto diretta emissione del potere dell'anello del potere, è completamente disegnato con il computer. Ideata da Ngila Dickson e realizzata in post produzione, l'uniforme segue i movimenti biologici di chi lo indossa, illuminandosi come intessuto di fibre viventi che fluiscono sul modello. Un'idea interessante e originale che, purtroppo, in alcuni momenti litiga con l'impianto fotografico generale della pellicola, apparendo ancora una volta troppo definito per essere credibile.

Lanterna Verde Lanterna Verde è una pellicola senza dubbio creata per assecondare i gusti di un pubblico generico, sempre più interessato alla spettacolarità della vita di un supereroe che alle sue implicazioni emotive e drammatiche. Proprio per questo il regista sacrifica ogni sottotesto a favore di effetti speciali da videogames che però non riescono a sorreggere l’intero peso della narrazione. Il film perde ogni suo potenziale significato drammaturgico e si trasforma in una miscela di genere: action, romance e comedy si alternano in continuazione senza che nessuna delle tre caratteristiche prenda seriamente il sopravvento sull’altra e rendendo il film quasi un complesso macchiettistico di quello che sarebbe potuto essere. Le potenzialità del supereroe DC non sono state del tutto sottovalutate, comunque, e infatti la produzione è già al lavoro su un sequel della pellicola, preannunciato dalla scena in chiusura dei titoli di coda.

5

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