Recensione La vita è una cosa meravigliosa

Recensione del film di Carlo Vanzina riguardante le intercettazioni telefoniche

Recensione La vita è una cosa meravigliosa
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"Io e mio fratello Enrico ultimamente eravamo stati molto colpiti da Le vite degli altri, il recente film tedesco incentrato sul fenomeno delle intercettazioni telefoniche, che non era però ancora tornato di grande attualità come è avvenuto con i recenti scandali italiani sulla corruzione nella politica e nella finanza. Abbiamo pensato così di realizzare una storia corale sul presente che cercasse di andare oltre il divertimento ‘toutcourt' ed avesse ambizioni diverse rispetto ai nostri due recenti film comici ad episodi Un'estate al mare e Un'estate ai Caraibi, cercando di dare vita ad una commedia brillante non volgare che tentasse di rappresentare la società di oggi nelle sue varie sfaccettature e di parlare di destini e di sentimenti attraverso diversi personaggi legati tra loro da varie vicende che si incrociano, sulla falsariga dei movimenti di tempo e delle frammentazioni di Babel e 21 grammi di Alejandro Gonzales Inarritu".
Con oltre cinquanta regie all'attivo, tra televisione e cinema, così Carlo Vanzina sintetizza le motivazioni che, dopo il biennio 2008-2009 che lo ha visto impegnato nei due titoli appartenenti al cosiddetto "cinecocomero" (o "cineombrellone", per i più chic), lo hanno portato a realizzare - affiancato in fase di sceneggiatura dall'immancabile fratello Enrico - alla realizzazione di una commedia corale che, in un mondo in cui l'ansia la fa da padrone, punta a una storia positiva.
Una storia che parte dalla figura del poliziotto Cesare, con le fattezze di Enrico Brignano (SMS-Sotto Mentite Spoglie), il quale, impegnato in intercettazioni telefoniche, spia la vita di Antonio, cui concede anima e corpo Vincenzo Salemme (Cose da pazzi), presidente di un importante gruppo bancario che foraggia, tra gli altri, il proprietario di una clinica dove lavora il chirurgo Claudio, interpretato da Gigi Proietti (Febbre da cavallo) e sposato con Elena alias Nancy Brilli (Compagni di scuola). Un manipolo di personaggi che finiscono inconsapevolmente all'interno di un'indagine volta a coinvolgere anche il giovane elettricista Marco e la viziata figlia di Antonio, Vanessa, rispettivamente con i volti di Emanuele Bosi (Questo piccolo grande amore) e Virginie Marsan (Vacanze di Natale 2000); mentre Cesare arriva ad invaghirsi della massaggiatrice Laura, nei cui panni troviamo Luisa Ranieri (Gli amici del bar Margherita).

Italia ultimo atto?

D'altra parte, tutti coloro che ancora associano i figli di Steno al filone cinematografico natalizio, per il quale, in realtà, hanno curato soltanto pochissimi titoli a partire dal capostipite Vacanze di Natale, del 1983, non sono a conoscenza del fatto che i momenti sentimentali rientrino tra la tipologia di sequenze meglio gestite dall'autore di Sapore di mare.
Ne sono infatti la riprova le poche ma sufficienti incluse in questa ennesima fatica che, ricavando il titolo dalla fusione de La vita è meravigliosa di Frank Capra e L'amore è una cosa meravigliosa di Henry King, racconta in maniera quasi favolistica, un po' come quei due grandi classici, gli italiani d'inizio XXI secolo, a loro modo tutti corrotti.
Perché, in fin dei conti, con la brassiana Yuliya Mayarchuk (Trasgredire) e il veterano Vincenzo Crocitti (Un borghese piccolo piccolo) inclusi nel cast, è proprio una favola quella che i due fratelli romani portano sullo schermo.
Una favola caratterizzata da un fiacco avvio ma che dimostra di sapersi migliorare man mano che i fotogrammi avanzano sullo schermo, mentre viene coinvolto anche il bravo Maurizio Mattioli (Fratelli d'Italia) che, nei panni di un poco elegante professore, regala in coppia con il mattatore Proietti alcune delle situazioni più divertenti dei circa 103 minuti di visione.
Sequenze divertenti che occupano in realtà ben poco spazio all'interno della pellicola, basata soprattutto sul ritmato e tutt'altro che disprezzabile intreccio di storie volte a guardare in maniera leggera ma critica - come un po' tutti i titoli della filmografia vanziniana - ai vizi e ai difetti degli abitanti del bel paese.
Dalla mania di apparire ai favoritismi, ma senza dimenticare i tradimenti, da sempre alla base della Commedia all'italiana, della quale i fratelli Vanzina, alla faccia dei maligni, non possono che ritenersi come il loro papà due grandi esponenti, sia quando sfornano capolavori del calibro del già citato Sapore di mare, che prodotti semplicemente al di sopra della media... come questo!

La vita è una cosa meravigliosa Abbandonato (momentaneamente?) il cosiddetto “cinecocomero”, nato nel 2008 con il poco riuscito Un’estate al mare e proseguito l’anno successivo con l’apprezzabile Un’estate ai Caraibi, Carlo Vanzina - affiancato come di consueto dal fratello Enrico in fase di sceneggiatura - sforna una pellicola corale ambientata nell’odierna Italia della crisi, alla quale guarda in maniera decisamente ottimista con il fine di offrire allo spettatore qualcosa di distensivo a base di sana allegria. Il risultato è una commedia semplice ma allo stesso tempo complessa che, forte di un buon cast di veterani e nuove leve, intrattiene a dovere senza annoiare mai; con il divertimento posto in secondo piano per favorire, invece, attacchi e critiche effettuati con la consueta leggerezza a quei tanto disprezzabili quanto adorabili mascalzoni che, in giro per il mondo, qualcuno chiama in maniera simpaticamente dispregiativa “mangia-spaghetti”.

6.5

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