La Vita in un Attimo, la recensione del film con Olivia Wilde

Arriva in Italia il nuovo film di Dan Fogelman, dramma sentimentale condito da un cast all-star che include Oscar Isaac, Olivia Wilde e Antonio Banderas.

La Vita in un Attimo, la recensione del film con Olivia Wilde
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Fa quasi sorridere pensare che Amazon abbia preferito puntare su La Vita In Un Attimo per l'inverno 2019 anziché su A Rainy Days In New York, nuovo film di Woody Allen attualmente tenuto sottochiave.
Al posto del quarantanovesimo lavoro di uno dei più importanti registi contemporanei, come regalo di San Valentino arriva nelle sale nostrane il secondo lungometraggio di Dan Fogelman, celeberrimo sceneggiatore di Crazy Stupid Love, Cars e Rapunzel, che torna alla regia dopo l'esordio del 2015 (La Canzone della Vita - Danny Collins, con Al Pacino) realizzando un film di rara incoerenza narrativa, evidentemente fin troppo influenzato dall'impianto televisivo verso il quale Fogelman - creatore di This Is Us - ha virato dal 2016.
Con un cast di dimensioni spropositate e mosso da ambizioni ancora maggiori, La Vita In Un Attimo non è partito nel migliore dei modi: 7 i milioni di dollari incassati a fronte di un budget di oltre 10 e critiche negative sparse a macchia di leopardo in tutto il mondo.

Storie globali

C'è la stessa voglia di sorreggere una mole esagerata di fatti, avvenimenti, informazioni e soprattutto personaggi che caratterizza il cinema globale e/o interconnesso alla Babel, o alla Cloud Atlas in chiave sci-fi: a differenza del cinema di Alejandro González Iñárritu però, e soprattutto delle sorelle Wachowski, quello di Fogelman dimostra di non avere le spalle abbastanza larghe per poterlo fare e di conseguenza rimane schiacciato dalla sua stessa superbia.
Will, quarantenne newyorchese abbandonato dalla moglie, cerca di ricostruire la sua storia in una seduta di psicanalisi: l'amore per Abby, gli anni del college, l'intimità matrimoniale, un pranzo con i genitori di lui e poi, inatteso, il giorno della separazione. Ma forse nel suo passato è sepolto un segreto così traumatico da non poter essere raccontato.

Il film però si focalizza anche un'altra storia, ambientata vent'anni dopo quella di Will e di Abby, che segue proprio il frutto di quell'amore, ovvero la ventenne Dylan, ragazza rabbiosa ed emotivamente distrutta dall'assenza dei suoi genitori. La giovane incontra il coetaneo Rodrigo, studente di origine spagnola figlio di una coppia di lavoratori dell'Andalusia.
Viaggiamo dunque anche in Spagna, alla corte del ricco proprietario terriero Saccione, col suo braccio destro Javier, padre di Rodrigo, che gestisce la piantagione.
Nei quattro capitoli che dividono la narrazione de La Vita In Un Attimo trova spazio anche Samuel L. Jackson, che ci guida tra una New York da cinema mumblecore e una Spagna da cartolina, quella delle telenovela patinate, tra una canzone di Bob Dylan e romanzi nei romanzi, tramutando quello che sarebbe potuto essere l'interessante spunto per una mini-serie da quattro/cinque episodi in un intreccio fin troppo complesso di storie e destini, risolti necessariamente in maniera sbrigativa a causa del risicato minutaggio.

Le (tante) Vite In Pochi Attimi

Tutti i personaggi che si avvicendano sullo schermo sembrano far parte di un flusso incostante (e quindi disorientante) di fatti, avvenimenti e parole che si susseguono a schermo con scarsa coerenza.
Si va di fretta, nei 117 minuti dell'opera (che, ad onor del vero, volano in un lampo per tutto ciò che il film vuole mostrarci), come se Fogelman non voglia darci la possibilità di affezionarci ai suoi personaggi: come iniziamo a farlo, l'opera va in tutt'altra direzione, si discosta da quello che fino a quel momento era lecito credere il protagonista della vicenda o da quelli che pensavamo gli eventi principali e si concentra su un altro personaggio, per raccontarci la sua storia e i suoi drammi, in attesa di dimenticarlo con la stessa velocità per procedere ancora oltre, verso nuovi lidi.

E così via, fino alla risoluzione di una sceneggiatura molto più semplice e lineare di quanto tutti questi stacchi e ghirigori narrativi la facciano apparire.
I temi affrontati e le riflessioni verso le quali l'opera tende a spingerci sono però sempre uguali, nonostante il cambio di attori, personaggi e luoghi geografici si torna sempre ai medesimi argomenti. Si innesca un cortocircuito snervante, che procede per inerzia solo grazie alle prove positive degli attori, tutti in ottima forma (perfino Antonio Banderas, per quanto gigioneggiante).
Ma di certo non basta a rendere La Vita In Un Attimo un film migliore di quello che purtroppo è: l'esperimento di riassumere nel formato cinematografico i tempi del racconto televisivo può anche essere apprezzato, ma di sicuro i risultati sperati non erano questi.

La vita in un attimo Reduce dal successo di This Is Us, lo sceneggiatore e regista Dan Fogelman prova a riassumere nell'impianto filmico tipico del cinema l'afflato del racconto televisivo, scommettendo anche sulla bravura dei suoi attori protagonisti: né Oscar Isaac né Olivia Wilde e tutti gli altri ottimi interpreti, però, riescono a resistere al peso di una sceneggiatura eccessivamente complessa, così debordante di informazioni, personaggi e storie che fa facilmente perdere il filo allo spettatore - prima che possa affezionarsi.

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