Recensione La vera storia di Jack lo Squartatore

Il film con Johnny Depp e Ian Holm ispirato al graphic novel di Alan Moore ed Eddie Campbell

Recensione La vera storia di Jack lo Squartatore
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La vera storia di Jack lo Squartatore è il quarto film, diretto nel 2001, dei fratelli Albert e Allen Hughes (Codice Genesi, Broken City) e tratto dal graphic novel From Hell realizzato tra il 1991 e il 1996 da Alan Moore ed Eddie Campbell. Ispirata alla teoria dell'inglese Stephen Knight, descritta nel suo libro Jack the Ripper: The Final Solution, la serie di 10 albi si concentra su una delle figure classiche dell'orrore, questa volta purtroppo realmente esistita, che sconvolse Londra, in particolare il quartiere di Whitechapel, nell'autunno del 1888. Un serial killer che molte teorie vollero collegate alla famiglia reale e che non fu mai scoperto, finendo per alimentarne il macabro mito. La pellicola, che segue piuttosto fedelmente le fonti originarie, può contare su un gran cast che vede come protagonista un Johnny Depp pre-Jack Sparrow e comprimari d'eccellenza tra i quali Ian "Bilbo Baggins" Holm e la bella Heather Graham (Lost in space, Una notte da leoni).

From Hell

Londra, 1888. Un gruppo di prostitute del quartiere povero di Whitechapel viene preso di mira da un serial killer, che comincia ad ucciderle crudelmente una dopo l'altra. Il caso è affidato all'Ispettore Frederick Abberline (Johnny Depp), dotato di capacità premonitive e dedito al consumo di oppio e laudano. L'uomo, studiando i corpi delle sventurate vittime, orribilmente mutilati, comprende che l'assassino non è uno sbandato qualsiasi, bensì qualcuno con elevate conoscenze nell'ambito chirurgico. Durante le indagini Abberline trova degli indizi che sembrano riportare alla massoneria, finendo in un gioco pericoloso che mette in pericolo anche la sua vita. E nel frattempo cominciano a dipanarsi i vari dubbi sulla reale identità di un nobiluomo che, solo poco tempo prima, aveva avuto un figlio con una delle prostitute di Whitechapel...

Fascino cupo

Affascinante nell'ambientazione e nella narrazione, affilata come le lame usate dal killer, La vera storia di Jack lo Squartatore è un film che, seppur imperfetto, mette in mostra diversi punti di forza. Con una storia che segue teorie ipotizzate da molti scrittori e cospirazionisti, sia in età più recente che vicina all'epoca dei fatti, i fratelli Hughes, grazie anche ad una sceneggiatura che adatta nel migliore dei modi il graphic novel, costruiscono una costante tensione (identità dell'assassino a parte, facilmente prevedibile dopo pochi minuti), che è pregna di una violenza fisica e psicologica che non lascia indifferenti, pur non crogiolandosi mai nei suoi eccessi e ponendo diversi spunti di riflessione sociale. Registicamente la visione degli autori, che dipingono una Londra cupa e misteriosa (soprattutto per quanto riguarda le sequenze ambientate a Whitechapel), anche se par soffrire a volte di un leggero autocompiacimento, è comunque pregna di un oscuro magnetismo, "nascondendo" gli istanti più brutali che sono soltanto suggeriti (escluso l'ultimo omicidio), portando la suspense ad alti livelli. Fotografia e colonna sonora di buona qualità completano un apparato tecnico di tutto rispetto, lasciando il resto all'ottimo cast. Debitore di un'ottima caratterizzazione del protagonista, Depp interpreta uno dei migliori ruoli della sua carriera, ma il premio per la miglior interpretazione va senza dubbio ad uno strepitoso Ian Holm capace di donare al suo personaggio tante e ispirate sfaccettature.

La vera storia di Jack lo Squartatore Johnny Depp è un ispettore dedito alle droghe e dotato di capacità premonitive che dà la caccia alla misteriosa figura di Jack lo Squartatore, in questo bel film diretto dai fratelli Hughes. Cupa e opprimente la pellicola è ricca di una tensione costante che lascia col fiato sospeso fino agli ultimi minuti, non lesinando in una violenza fisica e psicologica a tratti brutale che ha come punto di forza un'ambientazione, ricreata in studio, di raro fascino. E con un finale molto più amaro che dolce che si pone come perfetta e dolente chiusura del cerchio.

7.5

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